L’obiettivo del Green Deal europeo è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Uno degli aspetti fondamentali è la riduzione delle emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, come proposto dalla legge europea sul clima. Le emissioni devono essere ridotte in tutti i settori. A livello europeo, il consumo di energia provoca il 77,1% delle emissioni di gas serra, e un terzo di queste sono da attribuire ai trasporti. Oltre il 70% di questi è dovuto al trasporto su strada che contribuisce in maniera importante alle emissioni anche delle sostanze inquinanti specialmente nelle aree urbane. Modificare le abitudini e il modo in cui ci spostiamo può essere determinante, se non urgentemente necessario. Una mobilità sostenibile, infatti, significa ridurre gli spostamenti motorizzati individuali con mezzi privati. Ma come vanno, da questo punto di vista, le cose in Italia?
Il Rapporto sulla Mobilità sostenibile del 2024
In estrema sintesi si potrebbe dire che gli italiani sono più digitalizzati e più sensibili alla sostenibilità rispetto allo scorso anno, aumenta la richiesta di mobilità sostenibile ma solo a patto che i costi non ricadano sul cittadino; l’effettivo utilizzo di applicazioni per la mobilità sostenibile rimane ancora limitato e il divario infrastrutturale penalizza i piccoli centri urbani a vantaggio delle grandi città metropolitane. E’ quello che emerge dal rapporto “Mobilità Sostenibile 2024”, presentato dall’Osservatorio della Fondazione per la sostenibilità digitale, in occasione della Giornata mondiale del trasporto sostenibile del 26 novembre.
La mobilità sostenibile nei grandi centri vede al primo posto in classifica la Lombardia, seguita da Emilia-Romagna e Umbria; nei piccoli centri a posizionarsi meglio è la Sicilia seguita da Campania e Lazio.
Il Rapporto mette in luce il ruolo cruciale delle tecnologie digitali nella trasformazione della mobilità in Italia.
- Il 75% degli intervistati nei grandi centri urbani ritiene le tecnologie digitali indispensabili per migliorare la mobilità, un dato in linea con quello registrato nei piccoli centri (71%). Tuttavia, l’effettivo utilizzo di applicazioni per la mobilità sostenibile rimane limitato.
- Solo il 19% degli abitanti dei grandi centri utilizza app di carpooling almeno occasionalmente, contro l’11% dei piccoli centri.
- Il carsharing e il bikesharing sono adottati dal 24% dei cittadini residenti nei grandi centri, ma appena dal 13% nei piccoli centri
- Le app di supporto alla mobilità elettrica, come quelle per localizzare le stazioni di ricarica, rimangono ancora poco utilizzate.
Tuttavia, cresce la consapevolezza sull’impatto ambientale delle auto ibride ed elettriche: il 65% nei grandi centri e il 56% nei piccoli è “abbastanza” o “molto d’accordo” che queste tecnologie possano abbattere costi e ridurre l’inquinamento.
Gli italiani si spostano soprattutto in auto
L’Italia in generale fatica a rendere la mobilità sostenibile. Secondo i dati del 2023, infatti, il 65% degli italiani sceglie l’auto come principale mezzo di trasporto (con punte del 71,3% nella zona Sud e Isole), un dato in lieve calo rispetto al 2022 (-1,6%), ma in crescita rispetto al 2019 (+2,5%). Il numero totale di veicoli sulle strade supera i 40 milioni, di cui il 23% ha più di 20 anni, un dato quasi raddoppiato rispetto al 2010 e in aumento rispetto al 2020 (19,1%).
In Italia, dunque, occorre “una scossa” sul tema dei trasporti, perché “oggi più che mai serve accelerare i temi della transizione verso una mobilità più sostenibile”, proseguendo “verso i target europei 2050 e gli obiettivi del Pnrr e Green Deal in materia di ambiente”. Sono parole di Maria Teresa De Benedictis, presidente dell’Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti). Secondo la De Benedictis, c’è “una tendenza emergente alla perifericità territoriale e alla ricchezza legata alla domanda di mobilità sostenibile”.
Carlo Carminucci, direttore della ricerca Isfort, sostiene che “il quadro della mobilità in Italia è ancora molto fermo rispetto a una prospettiva” che è invece “innovativa”. Al di là dei “piccoli miglioramenti” registrati nell’ultimo anno, con una ripresa della mobilità sostenibile di quasi 3 punti nel primo semestre 2024 rispetto al primo semestre 2023, ripresa dovuta soprattutto all’incremento di share della mobilità pedonale (+2,4%), “lo scenario, nella prospettiva di un vero riequilibrio modale, è ancora negativo”.
Il caso di Bologna, città più “eco-mobile” d’Italia
E poi ci sono esempi virtuosi. Bologna è la città più “eco-mobile” d’Italia, secondo il rapporto di Euromobility. Il capoluogo dell’Emilia Romagna, infatti, vince per un elevato utilizzo del trasporto pubblico da parte dei cittadini e per una buona dotazione di servizi di sharing mobility, ma anche per la ridotta incidentalità e per uno dei parchi circolanti più ricchi di veicoli a basso impatto. E in città migliora anche la qualità dell’aria.
Parma si piazza al secondo posto e Milano al terzo, mentre Torino è al quarto posto, seguita da Venezia e Bergamo. Completano le prime dieci posizioni Firenze, Brescia, Prato e Ferrara.
“Siamo orgogliosi di questo primo posto – commenta l’assessora comunale di Bologna Valentina Orioli – che premia il lavoro che stiamo facendo per rendere sempre più sostenibile il sistema della mobilità cittadina, sia attraverso la costruzione di nuove infrastrutture che con il progetto e la gestione dei servizi, e con un’attenzione fondamentale alla sicurezza stradale”.
Padova e le sue piste ciclabili
Infine c’è l’esempio di Padova, (premiata come vincitrice dell’Urban Award) in quanto prima città in Italia per chilometri di piste ciclabili (195) in rapporto alla superficie del territorio. La città, infatti, è considerata “una destinazione d’eccellenza per la mobilità sostenibile.
Dalle piste ciclabili alle case avanzate per i ciclisti, dal tram ai servizi di sharing free floating fino al bike to work per i dipendenti del Comune: Padova, grazie al suo efficiente sistema di monitoraggio dei flussi di traffico, mette a disposizione molte possibilità per fruire del territorio in maniera sostenibile e responsabile”, si legge nelle motivazioni che hanno portato alla premiazione. Agli Urban Award il secondo posto è andato a Treviso e il terzo a Napoli.