Sapete quanto inquina l’olio per alimenti e come riciclarlo?

Evitate di gettare l’olio usato per friggere nel lavandino, inquina! Ecco come smaltirlo e riciclarlo correttamente

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

L’olio per alimenti se dopo essere stato usato per le fritture viene rovesciato nello scarico domestico può creare consistenti danni ambientali. Si tratta infatti di un prodotto non biodegradabile. 

Come smaltire l’olio esausto per proteggere l’ambiente

Non ci credete? Difficile da eliminare del tutto anche dagli impianti di depurazione, rientra in circolazione senza che ce ne si accorga. Disperso nel suolo rappresenta un problema per fiori e piante dal momento che la sua presenza nel terreno impedisce che essi assorbano le sostanze di cui necessitano dalla terra che risulta impoverita nella sua composizione organolettica. Versato nell’acqua forma una pellicola inquinante riducendone la potabilità.

Come smaltire l’olio di frittura per evitare danni all’ambiente? Destinate un contenitore alla raccolta dell’olio esausto. Tenetelo in un posto nascosto in cucina o sul terrazzo. Una volta finito di friggere fate raffreddare l’olio e poi versatelo nel contenitore. Informatevi su dove sono le isole ecologiche più vicine a voi e quando il recipiente è pieno portalo lì. In alternativa rivolgetevi ai distributori di benzina o ai supermercati, che talvolta offrono il servizio di ritiro gratuito dell’olio esausto. 

Una volta riciclato, l’olio per alimenti viene trattato e usato per realizzare lubrificanti vegetali per macchine agricole, biodiesel, glicerina per la saponificazione e combustibile per il recupero energetico. L’Italia peraltro è il primo Paese a livello europeo nella rigenerazione dell’olio lubrificante usato. Un primato di cui andare fieri.

 

Olio alimentare esausto: una risorsa inutilizzata e un problema ambientale in Italia

Il dossier “Scusa, mi ricicli l’olio?” evidenzia il problema dello smaltimento inadeguato dell’olio alimentare esausto, riciclabile al 100% ma spesso gettato negli scarichi domestici. Solo un terzo dell’olio prodotto in Italia viene correttamente raccolto, mentre il resto contribuisce all’inquinamento di suolo e acqua, causando danni ambientali e economici. L’olio disperso danneggia gli ecosistemi acquatici e terrestri, ostruendo la rete fognaria e aumentando i costi di gestione dei depuratori. La mancanza di informazione e punti di raccolta adeguate è una delle principali cause di questa dispersione, con solo 1 punto di raccolta ogni 39mila abitanti in Italia.

Questo problema richiede un impegno congiunto delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini per aumentare la consapevolezza e migliorare le infrastrutture di raccolta. Inoltre, promuovere pratiche di smaltimento responsabili è essenziale per ridurre gli impatti ambientali e economici dell’olio alimentare esausto. Affrontare questa sfida richiede azioni concrete, come la sensibilizzazione pubblica, l’implementazione di politiche di raccolta più efficaci e la collaborazione tra settori pubblico e privato. Solo attraverso un approccio integrato e sostenuto possiamo mitigare gli effetti negativi dell’olio alimentare esausto sull’ambiente e sulla salute pubblica, promuovendo nel contempo un uso più efficiente delle risorse. L’Italia, essendo il primo Paese europeo nella rigenerazione dell’olio usato, ha un primato di cui andare fieri, ma è fondamentale un impegno congiunto per affrontare il problema dell’olio alimentare esausto e proteggere l’ambiente.