L’attuale crisi ambientale non è un evento improvviso, ma il risultato di un processo graduale di trasformazione del nostro pianeta iniziato ben 10.000 anni fa. L’uomo, nel suo percorso di sviluppo, ha infatti intrapreso una serie di azioni che hanno portato alla domesticazione dell’ambiente, spesso senza considerare l’interconnessione tra le diverse specie e gli ecosistemi.
Questo approccio, unito alla crescita esponenziale della popolazione umana, ha generato profonde disuguaglianze tra i Paesi del mondo e un impatto devastante sull’ambiente. Sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, modifiche drastiche del territorio e un’enorme produzione di rifiuti hanno portato ad un deterioramento senza precedenti degli ecosistemi planetari.
Consapevoli della gravità della situazione, già nel secolo scorso sono state avviate diverse azioni di conservazione della natura. Grazie a questi sforzi, oggi circa il 16% della superficie terrestre e l’8,2% delle zone marine godono di uno status di protezione.
Tuttavia, questi passi, seppur importanti, non sono sufficienti. Invertire la rotta e scongiurare le conseguenze più drammatiche della crisi climatica richiederà un impegno globale ancora più ambizioso e un cambio di paradigma nel nostro rapporto con il pianeta. Solo adottando un approccio olistico e sostenibile, che consideri l’uomo come parte integrante degli ecosistemi naturali, potremo costruire un futuro più equo e vivibile per le generazioni a venire.
Indice
Biodiversità, verso un nuovo rapporto tra uomo e natura
Gli sforzi per la tutela della biodiversità, seppur importanti, non sono ancora sufficienti. Il Global Biodiversity Framework indica che è necessario proteggere almeno il 30% delle aree terrestri e marine per garantire la loro resilienza. In questo scenario, il National Biodiversity Future Center si propone come un punto di riferimento per la ricerca e la divulgazione scientifica in materia di biodiversità. L’obiettivo è duplice:
- Gestire e conservare il territorio: attraverso lo studio approfondito degli ecosistemi, il Centro mira a sviluppare strategie efficaci per la loro tutela e valorizzazione
- Costruire un nuovo approccio culturale: promuovere una nuova visione del rapporto tra uomo e natura, basata sulla collaborazione e sul reciproco rispetto, è fondamentale per un futuro sostenibile
Superare l’Antropocene, l’epoca in cui l’uomo ha dominato il pianeta, è necessario per entrare nel Simbiocene. In questa nuova era, l’essere umano dovrà imparare a coesistere in armonia con le altre specie e con l’intera biosfera.
Il National Biodiversity Future Center si propone come guida in questo percorso di transizione, offrendo soluzioni concrete per la tutela della biodiversità e per la costruzione di un futuro più sostenibile per tutti.
Biodiversità a rischio: l’Europa verso un futuro verde
Un milione di specie sulla Terra, pari a un ottavo del totale, rischia di scomparire per sempre. In Europa, la situazione è particolarmente critica: oltre l’80% degli habitat naturali si trova in cattivo stato di conservazione.
Le conseguenze di questa perdita di biodiversità sono gravi e molteplici: si va dalla riduzione della capacità di assorbire il carbonio, fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici, all’aumento della vulnerabilità degli ecosistemi di fronte a eventi atmosferici estremi e all’inquinamento.
Per invertire questa rotta, l’Unione Europea ha adottato la Strategia sulla Biodiversità per il 2030. Obiettivo primario è quello di restaurare almeno il 30% delle aree terrestri e marine entro il 2030.
Per raggiungere questo traguardo, la strategia prevede un’ampia gamma di azioni, tra cui:
- Creare nuove aree protette: l’Europa si impegna a raddoppiare la superficie delle aree protette strettamente protette entro il 2030
- Ripristinare gli ecosistemi degradati: saranno investiti ingenti risorse per la riforestazione, la rinaturalizzazione dei fiumi e la riqualificazione delle aree costiere
- Ridurre l’uso di pesticidi: l’obiettivo è di dimezzare l’utilizzo dei pesticidi entro il 2030
- Promuovere l’agricoltura sostenibile: si incentiveranno pratiche agricole più rispettose dell’ambiente, come l’agricoltura biologica e l’agroecologia
La Strategia sulla Biodiversità rappresenta un passo fondamentale per la tutela dell’ambiente in Europa. Solo attraverso un impegno comune e azioni concrete sarà possibile arrestare la perdita di biodiversità e costruire un futuro più sostenibile per le generazioni presenti e future.
La ricchezza e la fragilità della biodiversità italiana
L’Italia, con la sua varietà di paesaggi e climi, è un vero e proprio paradiso per la biodiversità. Il nostro Paese ospita una ricchezza straordinaria di specie vegetali e animali, molte delle quali sono uniche e si trovano solo all’interno dei suoi confini.
- Specie endemiche: oltre il 50% delle specie vegetali e il 30% delle specie animali di interesse conservazionistico a livello europeo sono endemismi italiani. Queste specie, adattate alle diverse condizioni ambientali del nostro paese, rappresentano un patrimonio inestimabile
- Ecosistemi terrestri: l’Italia vanta ben 85 tipologie di ecosistemi terrestri, dai maestosi Alpi alle calde coste mediterranee. Tuttavia, il 68% di questi ecosistemi è attualmente in pericolo a causa di fattori come l’urbanizzazione, l’inquinamento e i cambiamenti climatici
- Rischio di estinzione: purtroppo, il 30% delle specie presenti in Italia è a rischio di estinzione. È fondamentale adottare misure di conservazione e promuovere la tutela dell’ambiente per preservare questa straordinaria biodiversità
Biodiversità, l’impegno del National Biodiversity Future Center
Il National Biodiversity Future Center ha individuato nella conservazione della biodiversità vegetale e animale una delle sfide più importanti per il nostro Paese e per l’intero bacino mediterraneo. I suoi scienziati hanno infatti messo in luce una serie di minacce che mettono a rischio la ricchezza naturale del territorio, tra cui:
- Alterazione, degrado e frammentazione degli habitat: l’uomo, con le sue attività, ha modificato profondamente gli ecosistemi naturali, causando la scomparsa o la frammentazione di molti habitat
- Sovra-sfruttamento delle risorse naturali: l’eccessivo sfruttamento di risorse come acqua, suolo e foreste sta impoverendo gli ecosistemi e mettendo a rischio la loro capacità di rigenerarsi
- Inquinamento: le attività umane producono inquinanti che danneggiano gli ecosistemi e le specie che li abitano
- Diffusione di specie invasive: l’introduzione di specie aliene negli ecosistemi naturali può causare gravi danni alle specie autoctone e alterare gli equilibri ecologici
Nonostante le sfide, il Report del Nbfc evidenzia anche alcuni casi di successo nella conservazione della biodiversità. Tra questi, si possono citare:
- Sperimentazione di approcci e tecnologie per il ripristino della biodiversità in aree degradate: ad esempio, interventi di forestazione urbana o il ripristino di praterie di posidonie
- Sviluppo di tecnologie innovative per il monitoraggio di aree a rischio: queste tecnologie permettono di individuare precocemente le minacce alla biodiversità e di intervenire tempestivamente
- Creazione di linee guida per la conservazione delle specie a rischio e per la prevenzione della diffusione di specie infestanti: queste linee guida forniscono indicazioni concrete su come proteggere le specie più vulnerabili e contrastare la diffusione di specie invasive
Il lavoro del Nbfc dimostra che la tutela della biodiversità è possibile e che esistono soluzioni concrete per affrontare le sfide che la minacciano. È necessario però un impegno collettivo da parte di governi, aziende e cittadini per invertire la rotta e preservare questo patrimonio inestimabile per le generazioni presenti e future.
Il ruolo dei cittadini e dei ricercatori nella tutela del Mar Mediterraneo
l National Biodiversity Future Center svolge un ruolo chiave nel condividere con i cittadini le grandi sfide ambientali e le soluzioni da adottare insieme. È emerso che la maggior parte degli habitat soggetti a degrado in Europa si trova nel Mar Mediterraneo (32%). Pertanto, è fondamentale salvaguardare le nostre coste e il nostro mare.
In questo contesto, i Citizen scientist possono svolgere un ruolo importante osservando i fondali marini, monitorando le coste e promuovendo azioni di recupero. I ricercatori del Nbfc hanno sviluppato strategie per la tutela degli ecosistemi marini, che includono: l’ampliamento delle zone marine protette in aree strategiche del paese, con l’obiettivo di arrivare almeno al 30% delle acque territoriali e l’implementazione di pratiche di pesca sostenibili; una drastica limitazione dell’inquinamento marino, in particolare da plastiche e contaminanti chimici; lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, incentrata sull’utilizzo responsabile delle risorse marine per alimenti, energia e materiali.
Le soluzioni sono pronte e le tecnologie sono in fase di test in tutto il territorio nazionale. È quindi necessario che cittadini e ricercatori collaborino per tutelare il nostro prezioso Mar Mediterraneo.
Il valore economico della biodiversità
Il Nbfc mette in luce anche il valore economico della biodiversità. Nell’ultimo anno, il team del Nbfc ha studiato quasi 1000 specie di piante, alghe e organismi marini del Mediterraneo, alla ricerca di sostanze nuove e preziose che possano essere utilizzate per prevenire e curare malattie diffuse come le malattie metaboliche, il cancro e le malattie neuro-degenerative.
La nostra salute e il nostro benessere sono intrinsecamente legati alla salute degli ecosistemi, dai quali attingiamo non solo l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo, ma anche gli alimenti che costituiscono la base della nostra nutrizione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), circa il 24% delle malattie umane è attribuibile a fattori ambientali, e si stima che, entro il 2050, il cambiamento climatico potrebbe essere responsabile di 14,5 milioni di decessi.
Biodiversità, alla ricerca di nuovi farmaci e nutraceutici
Il National Biodiversity Future Center sta aprendo la strada a nuove frontiere nella ricerca scientifica, applicando la bioprospezione per scoprire nuove molecole utili per la salute umana.
Attraverso la raccolta e lo studio di piante provenienti dagli ambienti più disparati, i ricercatori del Nbfc stanno analizzando, grazie alle nuove tecnologie di chimica analitica e intelligenza artificiale, tutti i composti presenti, con particolare attenzione ai metaboliti secondari. Queste piccole molecole, che spesso interagiscono con le nostre cellule producendo vari effetti, rappresentano una potenziale fonte di nuovi nutrienti in grado di:
- Arricchire la nostra dieta: la scoperta di nuovi nutrienti provenienti dalla biodiversità può aiutare a combattere le carenze alimentari e a migliorare la qualità della nostra alimentazione.
Offrire benefici antiossidanti e antinfiammatori: queste molecole possono contribuire a prevenire l’invecchiamento cellulare e a ridurre l’infiammazione, fattori di rischio per diverse malattie croniche - Prevenire malattie: la ricerca del Nbfc si concentra anche sull’identificazione di molecole con potenziale attività antitumorale, antidiabetica e neuroprotettiva
La stretta correlazione tra qualità ambientale e salute umana è ormai acclarata. L’inquinamento atmosferico, ad esempio, è associato a malattie respiratorie come asma e bronchite, mentre la tutela della biodiversità può contribuire a migliorare il nostro benessere psicofisico e a ridurre l’incidenza di patologie cronico-degenerative, incluse quelle neurodegenerative.
Le ricerche del Nbfc dimostrano come la biodiversità possa essere una miniera di molecole con attività biologica ancora inesplorata. Queste molecole, da sole o in sinergia con farmaci già esistenti, possono rappresentare un nuovo strumento per la cura di diverse malattie e per il miglioramento della nostra salute.
Investire nella ricerca sulla bioprospezione significa investire nel nostro futuro e nella costruzione di un mondo più sano e sostenibile.
La forestazione urbana, una partita per la biodiversità nelle città italiane
Una delle grandi sfide attuali è riportare la biodiversità nella nostra vita, e un punto di partenza fondamentale sono le città. La forestazione urbana è diventata una delle politiche prioritarie delle città di tutto il mondo per contrastare i cambiamenti climatici e l’inquinamento. L’Italia, che nel 2018 ha ospitato il primo forum mondiale delle foreste urbane a Mantova, ha preso l’iniziativa con il Decreto Legge del 2019 (Decreto Clima), lanciando il primo bando nazionale per la riforestazione urbana nelle 14 Città Metropolitane. Questo programma mette a disposizione 30 milioni di Euro per la piantagione e il reimpianto di 6,6 milioni di alberi nelle vaste aree cittadine, dove vivono più di 21 milioni di persone. L’obiettivo del Green Deal è quello di piantare ulteriori 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Nbfc sta operando con tre strategie concrete: individuare e produrre le specie più adatte per ripopolare le città; creare modelli di forestazione e rinverdimento sostenibili e partecipativi, che generino ecosistemi urbani resilienti e gestibili nel tempo. Il fine ultimo di queste azioni è il benessere dei cittadini, la riduzione dell’inquinamento urbano, il controllo delle temperature e, in generale, il miglioramento della qualità della vita nelle città italiane.
Biotecnologie per la rigenerazione urbana
Un altro ambito di investimento sono le biotecnologie, partendo dalle fitotecnologie e dal fitorimedio per migliorare aria, acqua e suolo. Il National Biodiversity Future Center ha creato cataloghi di specie adatte a diverse problematiche, progettando “boschi urbani” che non solo offrono verde e servizi ecosistemici, ma agiscono anche contro gli inquinanti. Uno dei risultati concreti è il modello FlorTree, un database in continuo aggiornamento che attualmente include circa 250 specie adatte al contesto urbano, capaci di traspirare e ridurre le temperature.
Un’altra area di successo è la creazione del catalogo delle Soluzioni Basate sulla Natura (Nature-Based Solutions), che propone interventi ispirati alla natura per riportare la biodiversità nelle città. Queste soluzioni includono aree umide urbane, filari verdi, aiuole e spazi verdi di connessione tra i grandi parchi urbani, oltre alla promozione della mobilità sostenibile. Grazie a questo strumento, possiamo reintrodurre il verde in piccole aree urbane ed extraurbane marginali o dimenticate, utilizzando soluzioni idonee a ciascun contesto.
Biodiversità e sostenibilità, investimenti urgenti per il futuro
La tutela della biodiversità non è un lusso, ma una necessità urgente. Secondo la Banca Mondiale, le conseguenze economiche della perdita di biodiversità potrebbero costare fino a 2,7 trilioni di PIL globale nel 2030.
Le nostre filiere primarie, soprattutto quella alimentare, dipendono strettamente dalla salute del suolo, delle acque e dell’aria. Nonostante le innovazioni tecnologiche, molti dei nostri processi produttivi continuano a impattare negativamente l’ambiente. Il National Biodiversity Future Center ha avviato ricerche per trovare soluzioni innovative, mirando alla minimizzazione degli scarti e degli impatti ambientali dei processi produttivi. Questo non solo creerà ricchezza culturale ed economica, ma anche nuove opportunità professionali.
Le biotecnologie, l’ingegneria metabolica, la biologia sintetica e l’ingegneria di processo sono gli strumenti del cambiamento. Queste metodologie consentono di trovare nella biodiversità microrganismi capaci di rigenerare le risorse in una logica di bioraffineria, rivoluzionando il fine vita dei prodotti e mirando a realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Per la riqualificazione e la bonifica delle aree contaminate, le piante rappresentano una soluzione valida attraverso il fitorisanamento. Questa tecnica di bonifica, che utilizza determinate piante e microrganismi associati per ridurre il livello di contaminazione del suolo, sebbene richieda più tempo rispetto agli approcci ingegneristici, è più vantaggiosa dal punto di vista economico e offre notevoli benefici ambientali e per l’uomo.
Promuovere la conoscenza e la cultura della biodiversità
Il piano strategico di Nbfc per la conoscenza e la promozione della biodiversità prevede azioni rivolte ai giovani, ai cittadini e alle istituzioni. In un Paese dove la cultura umanistica ha sempre dominato quella scientifica e naturalistica, Nbfc promuove la Citizen Science come disciplina professionale per coinvolgere la cittadinanza in modo capillare, a partire dalle scuole e dalle singole comunità territoriali. In autunno, Nbfc realizzerà una grande mostra nazionale al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove l’arte si incontrerà con la scienza.
La recente modifica dell’articolo 9 della Costituzione Italiana, che include la preservazione della biodiversità “anche nell’interesse delle generazioni future“, fornisce una base giuridica e morale per l’azione di Nbfc. Tuttavia, spesso la conservazione e il ripristino della biodiversità rimangono obiettivi astratti nella percezione comune.
Nbfc opera secondo modelli partecipati, coinvolgendo tutti gli attori interessati, incluse le amministrazioni pubbliche, nelle azioni di ricerca e innovazione per migliorare l’ambiente e la natura. Nbfc ha sviluppato metodi digitali innovativi per la raccolta e l’analisi delle opinioni di diversi gruppi di utenti su temi legati alla biodiversità, con lo scopo di creare un osservatorio scientifico digitale in grado di raccogliere suggerimenti, opinioni e proposte.
Infine, Nbfc si concentra sul rapporto con i cittadini per generare cultura della biodiversità. Un primo studio ha riguardato la percezione della popolazione in relazione agli animali urbani, evidenziando la necessità di un nuovo linguaggio per rendere efficaci le azioni sulla natura.
Educare le nuove generazioni per la biodiversità del futuro
Nbfc sta lavorando per educare una nuova generazione di scienziati flessibili e aperti alla collaborazione con diversi stakeholder, in grado di adottare nuove tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e la Bioinformatica per affrontare la sfida della biodiversità in modo innovativo e sostenibile.
Nbfc ha lanciato il primo Dottorato Nazionale sulla biodiversità, con 35 studenti attivi, e supporta quasi 200 dottorandi nelle università affiliate al centro su tematiche relative alla natura e all’ambiente. L’obiettivo è formare “Biodiversity Expert” che possano diventare manager della biodiversità urbana, gestori delle aree protette, tecnologi degli ecosistemi, esperti di molecole bioattive naturali e innovatori nei settori dei materiali sostenibili, delle biotecnologie e della comunicazione della biodiversità.
Inoltre, Nbfc ha sviluppato diverse azioni per facilitare il percorso che porta le scoperte scientifiche dal laboratorio al mercato, supportando lo sviluppo di startup e aziende innovative nel campo della biodiversità e promuovendo investimenti e politiche favorevoli alla commercializzazione di tecnologie sostenibili. Un budget di 20 milioni di euro è stato destinato al cofinanziamento di progetti strategici per accelerare lo sviluppo di prodotti, servizi e processi legati alla biodiversità.
Nbfc sta anche lavorando per integrare le Key Enabling Technologies (biotecnologie, elettronica, ICT, robotica, ecc.) nelle proprie attività di ricerca e sviluppo, realizzando prototipi e collaborando con enti e imprese specializzate. Un ambito di particolare innovazione è l’Environmental Intelligence, una disciplina emergente che integra informazioni da diverse fonti per analizzare e visualizzare le dinamiche ecosistemiche e ambientali.