Startup, le nove idee green su cui investire per salvare il pianeta

Dall’acceleratore Zero progetti sostenibili e hitech che rivoluzioneranno logistica, ciclo dei rifiuti e produzione industriale

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Redazione

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La transizione ecologica verso un’economia sempre più verde è oggi una delle sfide più importanti per il futuro del pianeta. Basta un dato per far capire a tutti quanto sia urgente un cambio di passo. Si stima infatti che, per evitare l’incremento della temperatura su scala globale di oltre un grado e mezzo della scala Celsius, il processo di decarbonizzazione debba oggi procedere a un tasso di crescita di quasi il 13%, otto volte superiore a quanto registrato annualmente a partire dal 2020.

Le startup cleantech, quelle cioè che lavorano a tecnologie in grado di rendere più sostenibili tanto i consumi quanto i processi produttivi, svolgono un ruolo centrale nell’accelerare questo processo. Insieme alle pmi innovative sono il motore della crescita occupazionale.

Di sicuro ci credono gli investitori, che solo nel 2021 hanno scommesso oltre 44 miliardi di dollari su queste giovani aziende. Nel primo trimestre 2022 la quota è ancora ferma a 9 miliardi, ma le proiezioni vedono il settore crescere a un tasso superiore rispetto al mercato. Ecco le cinque grandi sfide del comparto secondo l’imprenditore Alberto Mattiello.

Cos’è Zero, l’acceleratore di startup a difesa dell’ambiente

Stimolare la nascita di nuove imprese innovative cleantech e supportarne la crescita è la mission di Zero, l’acceleratore di startup della Rete Nazionale Acceleratori di Cassa Depositi e Prestiti, la società per azioni controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze e da diverse fondazioni bancarie.

Partner dell’iniziativa l’energivora Eni, la holding LVenture Group e la cooperativa sociale Elis. Supportano la multiutility Acea, il gigante della telefonia Vodafone, la multinazionale dei computer Microsoft e Maire Tecnimont, leader del comparto di impiantistica.

Cos’è Joule, la scuola Eni per startup

In particolare la prima ospita presso i suoi spazi al Gazometro di Roma, il quartier generale della scuola Joule. Con essa Eni conta di formare gli aspirati imprenditori votati alla transizione energetica del Paese. L’ente si occupa anche di supportare anche progetti di valore ma in difficoltà e senza alternative di crescita.

Joule si articola su due direttrici: Human Knowledge (Open e Lab) ed Energizer, dedicati rispettivamente alla formazione degli imprenditori e all’accelerazione di startup, puntando a favorire la crescita di un ecosistema imprenditoriale virtuoso:

Il programma formativo online Human Knowledge è composto da moduli formativi, video e materiali didattici. Ma anche da una community dinamica con cui confrontarsi e innovarsi. Una volta superato il corso la startup entra in un percorso di pre-incubazione itinerante e tematico, durante il quale i team si sfideranno in una challenge specifica che consentirà al progetto più meritevole di vincere un percorso di incubazione erogato tramite il Politecnico di Milano.

Energizer invece è l’acceleratore vero e proprio che supporta concretamente lo sviluppo di imprese sostenibili, promuovendo programmi di incubazione e accelerazione per startup e piccole e medie imprese, fornendo un supporto metodologico, logistico e finanziario.

Zero, arriva la seconda edizione

Giunto alla sua seconda edizione, l’acceleratore ha selezionato 9 startup tra le oltre 150 candidature ricevute. Ai team sono stati forniti gli strumenti necessari per definire la propria soluzione in chiave sostenibile, evidenziando gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile sui quali concentrarsi.

Le startup lavoreranno allo sviluppo dei loro prodotti e di un modello di business fortemente orientato al mercato. Durante il programma avranno l’opportunità di testare le loro soluzioni attraverso collaborazioni industriali con i corporate partner.

Nove idee per salvare l’ambiente

I progetti selezionati per essere accelerati da Zero toccano diverse aeree e diversi aspetti della transizione ecologica. Ad esempio Beaware propone una soluzione che integra open data e sensori distribuiti sul territorio per ottimizzare la logistica e aumentare la trasparenza del sistema di raccolta e gestione dei rifiuti.

Circular Technologies invece è una compagnia specializzata nella gestione circolare dei prodotti legati ai sistemi integrati di telecomunicazione, favorendo il riciclo delle materie prime e il riuso di prodotti ricondizionati. Al contrario la piattaforma Ecosostenibile.eu aiuta le aziende nella definizione dei processi ESG, permettendo loro di internalizzarli grazie all’automatizzazione della raccolta di informazioni.

Se poi Gevi Wind è pronta a immettere sul mercato turbine eoliche che si adattano autonomamente alle diverse condizioni del vento, consentendo la produzione di energia anche in condizioni di vento debole, Microx sta costruendo un dispositivo che consente la misurazione della presenza di metalli pesanti e della qualità dell’acqua in maniera veloce e affidabile. Sulla falsa riga della pittura in grado di depurare fino all’88.8% dell’inquinamento.

Nel frattempo Preinvel ha brevettato una tecnologia di filtraggio fluidodinamica in grado di rimuovere le micro-polveri e agenti inquinanti dalle emissioni industriali. Un’attenzione al riciclo condivisa con Proteinitaly, startup che trasforma gli scarti alimentari in mangimi per animali a seguito di un trattamento con larve di insetto, da cui estrarre proteine e grassi.

Chiudono l’elenco ReLearn, che sta mettendo a punto un sistema di monitoraggio dei rifiuti che trasforma semplici contenitori in dispositivi intelligenti in grado di analizzare la tipologia di rifiuti e la produzione, e Smart Island, il software cloud di intelligenza artificiale per l’agricoltura, capace di rilevare e registrare enormi quantità di dati garantendo la tracciabilità di ogni prodotto.

Zero, il bilancio della prima edizione

“Siamo soddisfatti del percorso fatto insieme alle startup e riconosciamo il grande valore che l’acceleratore Zero ha iniziato ad avere per Eni – ha dichiarato Mattia Voltaggio da Eni Joule al termine della prima edizione del programma –. È stato per noi interessante conoscere e approfondire soluzioni tecnologiche a supporto della decarbonizzazione e siamo contenti di accompagnare alcune di queste startup grazie a sperimentazioni che avvieremo con le nostre linee di business. Siamo fiduciosi che anche la nuova call ci consentirà di intercettare altrettanti progetti innovativi attraverso cui supportare Eni nella sua trasformazione”.

“Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto a supporto del percorso di crescita di startup con soluzioni hardware o tecniche molto complesse, che possono oggi confrontarsi con il mercato – ha aggiunto Giulio Montoli da LVenture Group –. Questi risultati sono frutto del grande lavoro svolto assieme a tutti i partner dell’acceleratore. Gli investimenti nel campo della transizione energetica, della decarbonizzazione e dell’economia circolare sono essenziali oggi per cambiare il futuro della nostra società e siamo convinti che le startup accelerate da Zero possano offrire un contributo importante”.