In un mondo sempre più fragile, minacciato da conflitti armati, inflazione galoppante e disastri ambientali di intensità crescente, Fridays For Future Italia rilancia con forza il proprio messaggio. Venerdì 11 ottobre le piazze italiane si riempiranno dei colori della speranza e della determinazione in occasione di un nuovo sciopero globale per il clima.
La situazione è grave, come sottolinea l’attivista di Fridays For Future Italia, Antonio Iodice: “Le guerre, il caro vita e l’emergenza climatica costituiscono un cocktail esplosivo che rischia di farci perdere di vista l’obiettivo fondamentale: proteggere il futuro del pianeta.” Nonostante l’allarme lanciato da scienziati e attivisti in tutto il mondo, Iodice ribadisce che “non dobbiamo rassegnarci”. È ancora possibile contenere l’aumento della temperatura media globale a 1.5°C, come stabilito dall’Accordo di Parigi, ma per riuscirci è necessaria una forte volontà politica, capace di tradurre gli impegni presi in azioni concrete e durature.
Difendere il clima significa, in fondo, difendere la vita delle persone. Per questo motivo, Fridays For Future Italia ha invitato tutti a partecipare alla mobilitazione, una chiamata rivolta a studenti, lavoratori e cittadini di ogni età. Unendo le forze, si possono chiedere ai governi politiche coraggiose e ambiziose, in grado di garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.
Le richieste del movimento sono chiare e ineludibili: una transizione energetica rapida e giusta, massicci investimenti nelle energie rinnovabili, l’abbandono delle fonti fossili, la tutela della biodiversità e l’implementazione di politiche che promuovano la giustizia climatica. Fridays For Future non sta solo chiedendo un cambiamento: sta delineando la via da seguire per proteggere il pianeta e le sue risorse.
Indice
Fridays For Future, la difesa del clima come lotta per la vita e la giustizia
Secondo la comunità scientifica globale, i cambiamenti climatici attuali sono direttamente causati dalle attività umane, con una velocità di trasformazione mai vista prima nella storia. La principale responsabile di questa crisi è l’economia globale, che si fonda su un modello distruttivo per l’ambiente. Fridays For Future sottolinea che difendere il clima significa difendere la vita stessa delle persone. Per questo motivo, il movimento è sceso in piazza l’11 ottobre 2024, con manifestazioni che hanno interessato tutte le principali città italiane.
Il movimento si distingue anche per la sua forte opposizione alla politica coloniale sostenuta da Stati Uniti e Unione Europea in Palestina, denunciando quello che descrive come un genocidio contro il popolo palestinese e un ecocidio delle risorse naturali del loro territorio. “Fridays For Future si schiera al fianco della resistenza palestinese e chiede la liberazione della Palestina dall’entità sionista, che sfrutta le loro risorse naturali con progetti come il Piano Mattei“, ha dichiarato Anna Postorino, attivista del movimento.
In Italia, Fridays For Future si oppone con fermezza a recenti provvedimenti governativi, tra cui la proposta di autonomia differenziata, che rischierebbe di ampliare ulteriormente le disuguaglianze ambientali e sociali nel Paese. Critica duramente anche il Ddl Sicurezza (Ddl 1660), descritto come una delle leggi più repressive della storia repubblicana. Il movimento denuncia la criminalizzazione delle proteste per la giustizia climatica e sociale, segno della mancanza di risposte concrete da parte delle istituzioni di fronte ai gravi problemi che affliggono il presente. “Il governo, incapace di convincere con la propaganda, tenta di farlo con la forza”, sostengono gli attivisti.
Fridays For Future Italia sottolinea che solo una mobilitazione di massa può costruire comunità forti e coese attorno a rivendicazioni collettive, e può essere lo strumento decisivo per ottenere un miglioramento delle condizioni di vita. “Non è troppo tardi per ottenere il cambiamento di cui abbiamo bisogno. La storia dimostra che le mobilitazioni di massa hanno portato a risultati concreti, e possono farlo di nuovo”, ha concluso Marzio Chirico, uno degli attivisti di Fridays For Future.
Il messaggio del movimento è chiaro: l’azione collettiva è la chiave per affrontare le crisi globali, sia climatiche che sociali, e la lotta per il clima è inseparabile da quella per i diritti umani e la giustizia sociale.
Greta Thunberg a Milano, una voce per la giustizia climatica e la Palestina
Oggi, la manifestazione dei Fridays for Future a Milano è partita da largo Cairoli, con alla guida del corteo la fondatrice del movimento, Greta Thunberg. L’attivista svedese per la giustizia climatica è tornata nella città lombarda, dove già tre anni fa aveva partecipato alla conferenza Youth4Climate, per unirsi ancora una volta agli studenti e chiedere a gran voce giustizia climatica e la fine del conflitto in Palestina.
Thunberg, riconoscibile con indosso una kefiah, ha guidato circa duemila giovani dietro allo striscione con lo slogan “Stop Genocide, Stop Ecocide“. Pur chiarendo di essere presente solo come partecipante, il suo messaggio ha avuto un’eco potente. Durante il suo intervento alla platea, ha evidenziato come viviamo in un’epoca di sfruttamento globale, violenza e oppressioni sistemiche. “Il mondo oggi è segnato da guerre, genocidi, carestie, colonialismo e una crisi climatica in costante peggioramento,” ha affermato. “Questi problemi non sono isolati, ma interconnessi tra loro, si alimentano reciprocamente, causando sofferenze inimmaginabili.”
Thunberg ha poi proseguito ponendo l’accento sulla situazione in Palestina, una delle questioni centrali per il movimento. “Ogni giorno, vediamo il mondo abbandonare la Palestina. Mentre si susseguono le crisi umanitarie in Africa e nel Medio Oriente, la temperatura della Terra continua a salire, infrangendo i record di surriscaldamento.” L’emergenza climatica, ha sottolineato, richiede un cambiamento sistemico che metta le persone prima dei profitti, ponendo fine al ciclo di distruzione ambientale e sociale.
I volantini distribuiti durante la manifestazione riportavano un messaggio chiaro: “La lotta per la giustizia climatica è una lotta contro le oppressioni e le violenze perpetuate da un sistema economico ingiusto. Oggi più che mai, questo significa schierarsi al fianco del popolo palestinese, soggetto al colonialismo del regime israeliano e vittima di un genocidio e dell’ecocidio delle sue risorse naturali.”
La presenza di Greta Thunberg ha ulteriormente amplificato il richiamo alla necessità di agire ora, non solo per il clima, ma per un mondo più giusto e libero da ogni forma di sfruttamento e ingiustizia. Il suo ritorno a Milano, con migliaia di giovani al suo fianco, rappresenta un grido globale contro i sistemi di oppressione, in nome della giustizia climatica e della solidarietà internazionale.
Greta Thunberg, dalla lotta climatica alla difesa dei diritti umani
Negli ultimi mesi, Greta Thunberg ha intensificato il suo impegno per la causa palestinese, partecipando a manifestazioni e scendendo in piazza contro le ingiustizie. La sua determinazione l’ha portata a essere fermata e arrestata più volte, come avvenuto in Germania, dove la polizia tedesca l’ha trattenuta, suscitando una serie di polemiche e critiche da parte di molti politici che l’hanno etichettata come “antisemita”.
Anche in Italia, Thunberg non è stata immune alle critiche. Il quotidiano Il Foglio ha pubblicato un articolo dal titolo “La triste evoluzione di Greta, in marcia con gli islamisti”, riflettendo una visione polemica verso il suo impegno per la Palestina. Molti detrattori sostengono che sia Greta che il movimento Fridays For Future dovrebbero concentrarsi esclusivamente sulla crisi climatica, ritenendo che l’attivista stia deviando dall’obiettivo principale del movimento. Tuttavia, tale affermazione dimostra una comprensione limitata sia di Greta Thunberg che dei Fridays For Future. Fin dall’inizio, il movimento ha legato la lotta per la giustizia climatica a una battaglia più ampia per la giustizia sociale e politica.
Giustizia ambientale e giustizia sociale sono infatti due facce della stessa medaglia. Thunberg ha sempre sostenuto che la distruzione ambientale causata da grandi aziende come Chevron – che ha apertamente invitato a boicottare tramite il suo profilo Instagram – è parallela alla distruzione umana provocata dai bombardamenti israeliani. Entrambe le forme di devastazione, definite rispettivamente come ecocidio e genocidio dal movimento, hanno radici comuni: un sistema oppressivo che sfrutta risorse e persone, senza tener conto delle conseguenze per la vita sul pianeta.
Secondo Greta e i Fridays For Future, il movimento climatico non può essere apolitico. Deve invece essere una lotta politica per la libertà dei popoli e contro ogni forma di oppressione, esattamente come lo è la battaglia contro la crisi climatica e le sue conseguenze devastanti. La lotta è globale e abbraccia tutte le forme di ingiustizia, dalla distruzione ambientale al colonialismo, dal genocidio all’oppressione dei diritti umani.
L’impegno di Greta Thunberg è una battaglia contro la violenza in tutte le sue manifestazioni. Che si tratti di crisi climatica, guerre o sfruttamento delle risorse naturali e umane, l’obiettivo rimane lo stesso: costruire un mondo più giusto, in cui le persone e l’ambiente siano al centro di ogni decisione, non il profitto o il potere.
Una giornata di protesta contro governo, crisi climatica e ingiustizie sociali
I giovani di Fridays For Future Italia sono scesi in diverse piazze italiane, tra queste:
- Roma: circa 1500 studenti, tra cui universitari e liceali appartenenti a collettivi come Osa e Cambiare Rotta, hanno iniziato il corteo da piazzale Ugo La Malfa, dirigendosi verso il ministero dell’Università e della Ricerca. In testa al corteo, lo striscione recitava: “Lotta per un clima libero dalla repressione. Palestina libera”, a sottolineare la stretta connessione tra le lotte per la giustizia ambientale e quelle per i diritti umani. La mobilitazione, ribattezzata “No Meloni Day”, ha visto gli studenti esprimere il loro dissenso contro il governo italiano, come evidenziato anche dallo striscione che dichiarava: “Ogni giorno è No Meloni Day”.Gli studenti hanno anche criticato l’aumento del costo della vita, tra cui l’impennata degli affitti e dei prezzi nelle mense universitarie, e denunciato la complicità dei loro atenei con le aziende inquinanti e con i regimi oppressivi, come quello israeliano, che continuano a sfruttare risorse naturali e a perpetrare violenze contro i popoli.
- Torino: un migliaio di manifestanti, tra cui studenti, collettivi universitari e sindacati, si sono radunati in piazza Statuto per sfilare nel centro della città. Al fianco degli studenti c’era anche il comitato ‘Giù le mani dal Meisino’, che da mesi si oppone alla costruzione di un Centro per l’Educazione Sportiva e Ambientale nel parco alla periferia nord di Torino, considerato un progetto insostenibile. Gli studenti hanno tenuto in mano cartelli come “Stiamo saltando le lezioni per darne una a voi”, a dimostrazione della loro determinazione nel sensibilizzare il pubblico su questioni ambientali e sociali.La protesta ha visto anche la partecipazione di ‘Nonni insieme per il clima’, che hanno sfilato al fianco dei loro nipoti per sostenere la lotta per un futuro migliore. Gli anziani hanno denunciato come, negli ultimi anni, le problematiche ambientali siano aumentate senza una risposta adeguata da parte delle autorità, e hanno sottolineato la gravità di fenomeni climatici estremi come il tornado in Florida.
- Firenze: alcuni decine di giovani si sono radunati in piazza Santissima Annunziata per protestare con striscioni come “La nostra rabbia è energia rinnovabile” e “Il profitto uccide la salute”. I manifestanti hanno anche organizzato un flashmob per mostrare immagini di disastri climatici come incendi, alluvioni e siccità, sottolineando l’urgenza di agire. Zoe Tartaro, portavoce dei Fridays for Future Firenze, ha richiesto alla Regione Toscana una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, capace di rispondere efficacemente ai disastri che stanno diventando sempre più frequenti, come l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna.
- Aosta: un centinaio di manifestanti ha marciato nel centro storico della città, partendo dall’Arco d’Augusto e arrivando fino a piazza Deffeyes, sotto il palazzo regionale. I partecipanti hanno criticato le iniziative che minacciano l’ambiente, come la proposta di raddoppiare il traforo del Monte Bianco e costruire nuove funivie in aree protette. Gli attivisti hanno chiesto trasporti pubblici efficienti e la riattivazione della linea ferroviaria tra Pont-Saint-Martin e Pré-Saint-Didier, per ridurre la dipendenza dalle autostrade, considerate “funivie per turisti ricchi”. Gli slogan scanditi dai manifestanti, come “Salviamo la Terra dall’effetto serra!” e “Non guadagnerete niente su un pianeta morto”, hanno evidenziato la necessità di politiche ambientali più incisive.
Una lotta collettiva per il futuro
Le proteste in tutta Italia hanno sottolineato come la crisi climatica, la giustizia sociale e le questioni politiche siano profondamente intrecciate. Le richieste dei manifestanti sono chiare: azioni concrete contro il cambiamento climatico, una maggiore equità sociale, e il rifiuto di politiche che favoriscono lo sfruttamento e la distruzione ambientale. Dai giovani studenti ai nonni, la mobilitazione di massa continua a essere vista come l’unico mezzo per costruire un futuro sostenibile e giusto per le generazioni presenti e future.