Ddl Sicurezza, via libera della Camera: dalla castrazione chimica alla norma “anti Ghandi”

Con l'ok della Camera, il ddl sicurezza arriva al Senato. Introduce novità su detenute madri, occupazioni abusive e proteste, suscitando aspri contrasti

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 19 Settembre 2024 09:00

Con l’approvazione della Camera, il disegno di legge sulla sicurezza avanza verso il Senato, pronto a essere valutato per l’ok definitivo. La Lega, tramite Matteo Salvini, ha già messo sul tavolo la richiesta di una corsia preferenziale, puntando a una rapida conclusione del percorso legislativo. Il testo, nato dal governo e poi arricchito con vari emendamenti durante il passaggio in commissione, porta con sé una serie di interventi che ridisegnano il panorama normativo in diversi settori.

Nuove sanzioni e aggravanti: cambia il codice penale

Le modifiche introdotte dal ddl sono tutt’altro che di poco conto. Tra le novità, spicca l’estensione del carcere per le detenute madri, una misura che smantella l’obbligo di rinvio della pena, affidando al giudice la valutazione caso per caso.

La stretta colpisce anche la cosiddetta cannabis light, ora equiparata alla droga tradizionale se il livello di Thc supera lo 0,2%. Si tratta di un provvedimento che, inevitabilmente, farà chiudere i negozi specializzati che negli ultimi anni avevano trovato ampio mercato.

In parallelo, il ddl introduce un reato che colpisce chi occupa abusivamente immobili destinati a domicilio altrui, con pene che possono arrivare fino a sette anni di reclusione. La misura è stata ribattezzata “norma anti-Salis,” in riferimento alla parlamentare europea di Avs che aveva portato alla ribalta il tema delle occupazioni.

Stretta su proteste e sit-in: una mano pesante sulle manifestazioni

Il testo non si limita a tutelare la proprietà privata, ma guarda anche al controllo dell’ordine pubblico. Chi organizza proteste contro infrastrutture strategiche, come la Tav o il Ponte sullo Stretto, si troverà a fare i conti con aggravanti specifiche, se la violenza o le minacce vengono usate per impedire la realizzazione di tali opere. La norma, in questo caso, mira chiaramente a porre un freno alle manifestazioni che hanno bloccato i lavori in varie regioni del Paese.

Non meno incisiva è la trasformazione dei sit-in su binari e strade da infrazioni amministrative a reati penali (cosiddetta norma “anti Ghandi”). Chi partecipa a tali blocchi rischia il carcere, con conseguenze ancora più gravi se l’azione è organizzata da più persone riunite. Si tratta di un giro di vite che avrà un impatto non indifferente sulle modalità di protesta adottate da movimenti legati a cause sociali e ambientali.

Detenute madri, migranti e body cam: le altre misure

Sul fronte delle politiche carcerarie, il ddl interviene in maniera decisa anche sulle detenute madri. Non sarà più automatico il rinvio della pena per le donne in gravidanza o con figli piccoli, lasciando spazio a una valutazione discrezionale da parte del magistrato.

Sul versante della sicurezza, si prevede una stretta anche per quanto riguarda i cittadini extra Ue: senza un permesso di soggiorno, non potranno più acquistare schede sim per i cellulari, in un tentativo di contrastare fenomeni di criminalità legati a una difficile tracciabilità.

Infine, il disegno di legge apre alla possibilità di dotare le forze di polizia di body cam, strumenti utili a monitorare le attività operative. Sebbene non vi sia un obbligo formale di adozione, l’opzione si inserisce in un più ampio quadro di controllo tecnologico delle forze dell’ordine.

Castrazione chimica e scontro politico

Un altro elemento di forte discussione è la proposta, avanzata dalla Lega e approvata dal governo, di avviare uno studio sulla castrazione chimica volontaria per i condannati per reati sessuali. L’opposizione ha attaccato duramente questa iniziativa, definendola una deriva pericolosa, mentre la maggioranza ha mantenuto la sua compattezza, anche se con qualche tensione interna durante le fasi iniziali dell’iter.

La battaglia al Senato: le opposizioni in allarme

Il disegno di legge ha visto la luce alla Camera, ma la sua strada non è ancora del tutto in discesa. Al Senato, le opposizioni promettono battaglia, definendo il testo “una minaccia per le libertà civili” e “una pericolosa deriva ideologica”.

La partita, dunque, si sposta ora a Palazzo Madama, dove la velocità con cui sarà approvato questo controverso pacchetto di misure resta tutta da vedere.