Come fare la riqualificazione energetica di un edificio

Cos'è la riqualificazione energetica, come si effettua sugli edifici e a chi toccano le detrazioni

Foto di Maurizio Perriello

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Pubblicato: 18 Novembre 2021 10:48Aggiornato: 12 Maggio 2024 18:30

Il lancio e la parabola (disastrata) del Superbonus ha attirato l’attenzione di molti sugli interventi di riqualificazione globale. Ci riferiamo a tutti quegli interventi di riqualificazione energetica degli edifici che puntano al risparmio e a una ottimizzazione dei consumi, e che vengono effettuati su fabbricati che appartengono a qualsiasi categoria, quindi sia ad uso abitativo che strumentale, come quelli destinati ad una attività di impresa.

Professionisti del settore edile ed energetico, assieme agli utenti privati che vorrebbero approfittare delle agevolazioni fiscali per apportare sensibili migliorie alla propria abitazione, hanno allora iniziato ad interessarsi dei requisiti specifici, della normativa dedicata e di tutti i relativi vantaggi. Andiamo quindi a fare chiarezza, capendo insieme cos’è di fatto la riqualificazione energetica, quali sono i possibili interventi di miglioria e quali i soggetti che possono richiedere la detrazione.

Riqualificazione energetica: cos’è e come funziona

Con il termine riqualificazione energetica di un edificio, detta anche retrofit energetico, si vanno ad indicare tutti quegli interventi e quelle opere di tipo tecnologico e gestionale destinati a migliorarne l’efficienza. Ciò significa che sono utili al fine di ridurre i consumi e le emissioni di fattori inquinanti, incrementando allo stesso tempo le sue prestazioni in fatto di risorse energetiche. Di fatto, si tratta di un’operazione ben precisa, e altrettanto ben pianificata, che per definizione aiuta a razionalizzare i flussi energetici tra l’edificio in oggetto e l’ambiente esterno.

Quando vogliamo riqualificare energeticamente un edificio, dobbiamo di conseguenza apportare determinate modifiche, che si traducono in buona sostanza in interventi di tipo strutturale o edilizio e in interventi di tipo impiantistico. Prima di avviare la procedura, è necessario prima di tutto effettuare una diagnosi energetica: questa è utile a valutare attentamente e sistematicamente le effettive condizioni dell’edificio, per poter poi individuare gli interventi necessari a garantirci una riqualificazione energetica globale fatta con tutti i crismi del caso. Solo così il retrofit può dimostrarsi vantaggioso, migliorando le prestazioni e permettendo il passaggio ad una classe energetica superiore. Solitamente, si punta ad utilizzare materiali e tecniche di costruzione sostenibili e a impatto contenuto sull’ambiente, e a sfruttare impianti che funzionano con fonti di energia rinnovabile.

Interventi di riqualificazione energetica e vantaggi

Tutti coloro che sostengono spese per portare avanti opere di riqualificazione energetica hanno allora diritto a recuperare parte dei costi sostenuti grazie ad una detrazione dall’IRPEF, nel caso di persone fisiche, o dall’IRES, in caso di società di capitali, che si traduce in una riduzione delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Gli interventi in essere possono essere diversi, e di riflesso permettono di fruire di detrazioni specifiche. In particolare, abbiamo:

  • Il miglioramento delle prestazioni dell’involucro edilizio  – il cosiddetto cappotto termico, per intenderci.
  • La sostituzione dei serramenti.
  • L’installazione di sistemi di schermatura solare.
  • La sostituzione di impianti di climatizzazione invernale ormai obsoleti.
  • La sostituzione di impianti di illuminazione obsoleti
  • L’installazione di impianti che sfruttano energie pulite e rinnovabili, come i pannelli solari e quelli fotovoltaici.
  • La gestione della ventilazione naturale e del raffrescamento passivo per limitare i consumi degli impianti di condizionamento estivo.
  • L’introduzione di sistemi di contabilizzazione individuale dell’energia.

I vantaggi, nel caso di un intervento di retrofit energetico, sono innumerevoli. Al netto delle già citate detrazioni fiscali promosse a livello nazionale ed internazionale, che analizzeremo nel dettaglio nel prossimo paragrafo, la riqualificazione permette prima di tutto di incrementare il comfort generale degli ambienti interni, di contenere i consumi e di ridurre le emissioni degli agenti inquinanti. Non solo, viene ridotto anche l’impatto ambientale dell’edificio, ottimizzandone la stessa gestione e l’efficienza energetica. Di conseguenza, all’atto pratico, l’intero edificio viene rivalutato grazie al passaggio a classi energetiche superiori, e allo stesso tempo vengono abbattuti i costi in bolletta.

Bonus riqualificazione energetica

Per ottenere i benefici previsti in caso di riqualificazione energetica, è sufficiente essere in regola con i permessi tecnici e amministrativi per l’esecuzione dei lavori, e provvedere a due adempimenti specifici. Il primo prevede di pagare a mezzo bonifico tutti i fornitori, fornendo contestualmente la causale del versamento accompagnata dalla dicitura “detrazione ai sensi della Legge 296/2006, art. 1, co. 344-349”, il proprio codice fiscale e il codice fiscale o la partita IVA di chi ha effettuato i lavori. In secondo luogo, bisogna inviare all’ENEA – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, una copia della nuova certificazione energetica e la scheda informativa degli interventi realizzati, solitamente effettuata da un professionista tecnico. Il tutto entro e non oltre 90 giorni dalla fine dei lavori.

Aliquote ordinarie e variazioni dell’Ecobonus

L’Ecobonus è uno strumento cruciale per promuovere gli interventi mirati al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Tuttavia, per comprendere appieno il suo impatto e le modalità di accesso, è essenziale esaminare le aliquote e le condizioni che regolano questo incentivo.

Le aliquote ordinarie dell’Ecobonus per il 2o24 sono confermate al 50% per interventi su infissi, biomassa e schermature solari e al 65% per altre tipologie di spese, queste aliquote forniscono un incentivo tangibile per l’adozione di soluzioni energetiche più efficienti. Tuttavia, è importante notare che le aliquote possono variare a seconda delle circostanze. Per interventi sulle parti comuni condominiali, l’importo della detrazione IRPEF può aumentare dal 70% al 75%, offrendo un ulteriore incentivo per l’efficienza energetica a livello comunitario.

Edifici agevolati e accesso all’incentivo

L’accesso all’Ecobonus è esteso agli edifici esistenti, purché registrati in catasto o con richiesta di accatastamento e pagamento dell’IMU, se applicabile. Questo ampio spettro di eleggibilità include edifici di qualsiasi categoria catastale e destinazione d’uso, con l’eccezione di quelli non riscaldati.

Questo accesso all’incentivo contribuisce a promuovere l’adozione diffusa di soluzioni energetiche sostenibili, indipendentemente dal tipo di immobile o utilizzo.

Beneficiari e utilizzo dell’Ecobonus

La detrazione prevista in caso di riqualificazione energetica di un edificio non spetta necessariamente al proprietario dell’immobile, ma a chi ha materialmente sostenuto le spese per i lavori. La riduzione di imposta, è pertanto erogata a tutti i titolari di un diritto reale sull’immobile che è stato oggetto delle operazioni di ristrutturazione, che si traduce nei proprietari, negli inquilini, nei comodatari, nei familiari conviventi, nei titolari di redditi di impresa, nelle società, negli enti e nelle associazioni.

Non solo, è anche opportuno ricordare che i bonus non spettano solo alle persone fisiche, ma sono indirizzati anche a soggetti titolari di redditi di impresa. Restano comunque escluse le imprese di costruzioni per gli immobili-merce, ovvero quelli destinati alla vendita.

Documentazione e procedure: garanzie di trasparenza e conformità

La documentazione e le procedure necessarie per accedere all’Ecobonus garantiscono un rigoroso monitoraggio e una corretta implementazione degli interventi. Dall’asseverazione tecnica alla comunicazione all’ENEA, queste misure assicurano la conformità agli standard e la trasparenza del processo.

L’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito offre una flessibilità finanziaria aggiuntiva per i beneficiari dell’Ecobonus. Queste opzioni consentono una gestione più efficiente dei costi e una maggiore accessibilità agli incentivi, promuovendo una più ampia adozione di interventi di efficienza energetica. La corretta descrizione delle fatture e l’indicazione chiara dell’Ecobonus assicurano una tracciabilità accurata dei pagamenti e una corretta applicazione degli incentivi. Questa trasparenza è essenziale per evitare contestazioni e garantire una corretta gestione dei finanziamenti pubblici.

Gli immobili oggetto della detrazione

La normativa vigente prevede che la detrazione spetti, per tutti gli interventi indicati in precedenza, per qualsiasi fabbricato esistente, dunque senza limitazioni date dalla categoria catastale. Ciò significa che va a toccare tanto gli edifici residenziali e le loro pertinenze, come ad esempio possono essere box e tettoie, quanto quelli di tipo strumentale, destinati ad uso industriale o commerciale. Per farla più semplice, oggetto dell’agevolazione sono tutti gli edifici che sono iscritti in catasto, e per i quali vengono quindi pagate le tradizionali imposte comunali, ICI e IMU. Dal bonus sono invece esclusi tutti i fabbricati di nuova costruzione, considerato che sono già obbligati per legge a soddisfare tutti i requisiti tecnici per il risparmio energetico.