Quarto Rapporto sul cicloturismo in Italia, impatto economico per oltre 5,5 miliardi

Questo è quanto emerge dal documento "Viaggiare con la bici 2024", redatto da ISNART e Legambiente e presentato oggi alla Fiera del Cicloturismo di Bologna

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il cicloturismo si conferma una delle tendenze più vivaci del panorama turistico italiano. Lo evidenzia la 4a edizione del Rapporto “Viaggiare con la bici 2024”, presentata oggi al Forum del Cicloturismo all’interno della Fiera del Cicloturismo di Bologna, in corso fino al 7 aprile presso lo spazio DumBO.

Il rapporto, realizzato da ISNART e Legambiente in collaborazione con Bikenomist, fotografa un settore in forte crescita, capace di intercettare la domanda di un turismo sempre più orientato verso esperienze immersive e a contatto con la natura.

Il cicloturismo si afferma nel panorama turistico italiano

Nel panorama turistico attuale, sempre più orientato verso esperienze emotivamente ricche, il cicloturismo si distingue per la sua rapida crescita come segmento chiave del turismo attivo e all’aperto. Le edizioni precedenti del Rapporto hanno già evidenziato questa tendenza in ascesa, nonostante le naturali fluttuazioni di un settore in fase di maturazione. L’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio ha rilevato quasi 57 milioni di presenze cicloturistiche nel 2023, pari al 6,7% del totale delle presenze in Italia.

Significativamente, queste presenze cicloturistiche non solo hanno recuperato i livelli pre-pandemia, ma hanno anche registrato una crescita del 4% rispetto al 2019, anno che ha segnato il picco del turismo italiano nell’ultimo decennio con 54 milioni di presenze. Sul fronte economico, il cicloturismo ha un ruolo di rilievo nel fatturato turistico nazionale, con una spesa diretta stimata in oltre 5,5 miliardi di euro nel 2023, in aumento del 35% rispetto al 2022 e del 19,1% rispetto al 2019, quando si attestava a 4,6 miliardi di euro.

Il valore economico del cicloturismo

Parlando di valore e di spesa turistica, è interessante notare che il cicloturista in Italia, durante l’estate 2023, ha speso in media 95 euro al giorno per beni e servizi, con una spesa leggermente più alta per i cicloturisti stranieri, che raggiungono i 104,5 euro. Questo dato è particolarmente rilevante se confrontato con la spesa media giornaliera di tutti i turisti in visita in Italia, che si attesta sui 59,6 euro. Ciò indica che il cicloturismo è un tipo di turismo altamente redditizio per qualsiasi territorio o destinazione turistica.

La voce di spesa più consistente per i cicloturisti intervistati è quella relativa al viaggio, con una spesa media di 159,6 euro. Questo valore è influenzato dai cicloturisti stranieri, che sostengono costi più elevati per il trasporto e le attrezzature sportive, raggiungendo i 267,7 euro. Tuttavia, il cicloturista tipico dimostra di avere buone possibilità economiche e un’elevata propensione alla spesa per servizi e prodotti di qualità.

Il cicloturista emerge come un target sensibile all’offerta del territorio e con esigenze strumentali e logistiche speciali per ottimizzare la propria esperienza di vacanza. Questo profilo di utenza dimostra una forte propensione alla spesa pro-capite per prodotti e servizi sportivi, coerentemente con un approccio tecnico e appassionato al cicloturismo.

La spesa del cicloturista tra benessere e sostenibilità

Un aspetto interessante della spesa del cicloturista è la voce legata al wellness, che arricchisce le opportunità di domanda-offerta nel settore. L’8% degli intervistati spende in media 32,2 euro in servizi benessere, come sauna e bagno turco. Questo invita a riflettere sul concetto di wellbeing, ovvero l’equilibrio psico-fisico alla base dell’attività sportiva, e apre le porte a interessanti integrazioni nell’offerta di servizi e introiti.

Dall’analisi della spesa del cicloturista rispetto al turista generalista, emerge una minore spesa per l’alloggio e la ristorazione, mentre si registra una maggiore propensione alla spesa per prodotti agroalimentari e enogastronomici locali e per attività ricreative.

Inoltre, rispetto al periodo pre-pandemia, si osserva un aumento della spesa del cicloturista per prodotti culturali, come biglietti per musei e monumenti, attività ricreative e card turistiche. Questi dati sottolineano il vantaggio che le destinazioni multiprodotto possono ottenere offrendo servizi integrati per questo segmento di utenza.

Il cicloturista rappresenta un nuovo segmento di mercato, stabile e in crescita, che rispecchia le tendenze attuali verso una maggiore sostenibilità ambientale e sociale nella fruizione turistica. La relazione più diretta e meno impattante tra visitatori e comunità locali è un aspetto chiave di questo tipo di turismo, che offre interessanti opportunità di sviluppo per le destinazioni attente alla sostenibilità.

Il profilo del cicloturista in Italia: giovane, istruito, connesso e alla ricerca di esperienze autentiche

I dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio delineano chiaramente il profilo della domanda di cicloturismo in Italia durante l’estate del 2023. Questi turisti sono prevalentemente di sesso maschile e giovani, con il 47% appartenente alla generazione Millennial, registrando una crescita del 10% rispetto all’anno precedente, mentre l’11,2% è della generazione Centennial. Questo segmento giovane è più marcato rispetto al totale dei turisti in Italia (+4,1%), evidenziando una tendenza verso una vacanza attiva e sportiva.

Con un livello di istruzione medio-alto e una professione per l’86% dei cicloturisti, questi viaggiatori dichiarano un reddito medio-alto per il 24%, rendendoli un target economicamente interessante. Anche tra i turisti stranieri, c’è una prevalenza di Millennials (52%) e Centennials (14%), con una percentuale più alta di laureati (37,2%) e una situazione economica medio-alta (25,4%) o alta (14%).

I cicloturisti in Italia viaggiano spesso in compagnia del proprio partner, della famiglia o degli amici, ma c’è anche un significativo 12,4% che viaggia da solo. La bicicletta non è solo un mezzo per rimanere in forma, ma rappresenta il concetto di slow tourism, permettendo ai cicloturisti di esplorare il territorio e vivere esperienze uniche lungo percorsi suggestivi, sia in compagnia che da soli.

Questi turisti sono interessati al patrimonio artistico-monumentale e naturalistico, spesso combinati in percorsi ciclabili strategici, mentre l’enogastronomia locale funge da collante tra le esperienze turistiche. Il cicloturismo si dimostra associabile anche all’aspetto religioso del patrimonio culturale, creando un connubio tra benessere fisico e spirituale.

Cicloturismo, esperienze attive e diversificate per un turista esigente

Le attività ricreative una volta giunti a destinazione includono principalmente escursioni e gite in bicicletta, preferite dall’83% dei turisti, un incremento del 23,2% rispetto alla media. Il 22% sceglie di pedalare lungo le piste ciclabili costiere, spesso combinando il ciclismo con altre attività sportive come il trekking, scelto dal 66% dei visitatori. Questa tendenza è ancora più evidente tra i turisti internazionali, con una percentuale del 69,2%.

Le visite ai centri storici attraggono il 36% dei visitatori, mentre il 24% si dedica alla degustazione di prodotti tipici del luogo. Le esperienze enogastronomiche, che richiedono un coinvolgimento più attivo, tendono a generare risposte più positive. Questo suggerisce la necessità di rafforzare l’offerta turistica con esperienze più coinvolgenti, che vanno oltre la semplice visita a monumenti e musei, proponendo una varietà di tour ed attività che stimolino una partecipazione attiva.

La richiesta di servizi legati al cicloturismo è strettamente legata all’evoluzione del turismo culturale contemporaneo, che si distacca dai luoghi tradizionalmente noti. Il cicloturismo si adatta anche a vacanze più frammentate e sporadiche, con un occhio di riguardo ai costi, fungendo da catalizzatore per arricchire l’esperienza turistica.

Il 16% dei turisti che praticano sport una volta arrivati a destinazione indica un potenziale non ancora completamente esplorato per il cicloturismo, che potrebbe estendersi ben oltre gli appassionati di bicicletta. La percentuale di nuovi cicloturisti potrebbe crescere se si riuscisse a intercettare l’interesse dei vacanzieri verso il turismo balneare, che rappresenta il 36,3%, sfruttando in modo strategico le piste ciclabili lungo la costa.

La digitalizzazione nel cicloturismo: scelta e pianificazione online

Internet gioca un ruolo fondamentale nella scelta del soggiorno per i cicloturisti, con quasi il 60% di loro che utilizza il web per raccogliere informazioni, un dato significativamente più alto rispetto alla media di tutti i turisti (56,4%). Guardando ai dettagli, i turisti stranieri mostrano una maggiore propensione all’uso di Internet (61%). Questo dipinge il profilo di un turista attivo e consapevole, che sa cosa vuole e come trovarlo, pianificando la propria vacanza in Italia con anticipo.

Il 32% dei cicloturisti, invece, si affida ai suggerimenti di amici e conoscenti. La crescente digitalizzazione di questo segmento di turisti può essere attribuita alla predominanza delle generazioni più giovani e alla natura tecnicamente più complessa della vacanza in bici, che spesso richiede una pianificazione dettagliata delle attrezzature, dei trasporti e degli alloggi prima della partenza.

Il cicloturista di oggi è un utente digitale, attivo e informato, che sfrutta il web per pianificare la propria vacanza ideale, massimizzando l’esperienza e minimizzando gli imprevisti. Questo aspetto è importante per le destinazioni turistiche e le aziende del settore, che devono garantire una presenza online efficace e fornire informazioni aggiornate e di facile accesso.

Fidelizzazione e condivisione, la forza del cicloturismo

Non sorprende che il 25% dei cicloturisti italiani siano repeater, ovvero coloro che tornano più facilmente grazie alla vicinanza geografica. Ma è interessante notare che anche il 22% dei cicloturisti stranieri siano repeater, disposti a tornare in Italia dopo un’esperienza piacevole, dimostrando una propensione alla fidelizzazione su cui vale la pena investire.

A differenza dei turisti in generale, i cicloturisti tendono ad essere più propensi a lasciare recensioni online della loro vacanza: il 60% dichiara di averlo fatto o di essere propenso a farlo al ritorno a casa. I social media sono il canale più utilizzato per condividere le proprie esperienze, con TripAdvisor in testa (42%), seguito da Facebook (33,2%) e Instagram (22%).

Il cicloturismo crea una connessione profonda con i viaggiatori, che sono più inclini a condividere le loro esperienze e a lasciare recensioni. Questa tendenza alla fidelizzazione e alla condivisione è una forza significativa per le destinazioni turistiche, che possono beneficiare di un passaparola positivo e di una comunità di viaggiatori entusiasti.

I fattori che influenzano la scelta delle ciclovie

Un’analisi più approfondita dei dati dell’Osservatorio rivela alcuni elementi interessanti. Il 33% dei cicloturisti afferma di aver scelto una specifica ciclovia perché ben manutentata, sottolineando l’importanza di una corretta programmazione e gestione della manutenzione. Il 26,2% opta per percorsi immersi in contesti ambientali suggestivi, combinando l’interesse per la natura e la cultura, facilmente accessibili in bicicletta grazie a percorsi cicloturistici strategicamente progettati.

Inoltre, il 22,4% dichiara di aver scelto la destinazione attratto da una nuova ciclovia, indicando un’utenza appassionata e informata, che sa apprezzare gli investimenti e le novità nell’offerta infrastrutturale dedicata. Questi dati evidenziano l’importanza di una manutenzione adeguata, di percorsi immersi nella natura e di continui investimenti nello sviluppo di nuove ciclovie per soddisfare le esigenze di un pubblico appassionato e attento.

Cicloturismo, la scelta della bicicletta e i servizi necessari

Per quanto riguarda la scelta della bici, quasi la metà degli intervistati (49%) preferisce la MTB/gravel, mentre il 24% opta per la bici da corsa, il 15,4% per la trekking/city bike e il 12% per l’e-bike. Quest’ultima sta diventando un’opzione sempre più popolare, attirando anche coloro che non sono necessariamente ciclisti esperti.

La maggior parte dei cicloturisti, più dell’80%, ha valutato positivamente i servizi offerti nei luoghi visitati, ritenendoli da adeguati a eccellenti. Tuttavia, non mancano le osservazioni critiche: il 13% ha notato una mancanza di servizi informativi e tecnici, il 20% ha sottolineato l’insufficienza di punti di rifornimento acqua lungo i tragitti, e il 37% ha suggerito di incrementare le aree di ristoro e riposo. Inoltre, il 16% ha espresso la necessità di un aumento e un miglioramento delle piste ciclabili, e il 9% ha espresso il desiderio di ottenere informazioni più dettagliate durante il percorso, fornite da personale qualificato.

Risulta evidente che la richiesta cicloturistica comporta bisogni specifici che richiedono una progettazione e programmazione mirata dei servizi territoriali, oltre che investimenti adeguati, sia da un punto di vista infrastrutturale sia di offerta. Questo implica l’importanza di coinvolgere professionisti con competenze specializzate, capaci di rispondere alle esigenze di questo segmento di mercato distinto.

La rivoluzione “gentile” del cicloturismo

Sebastiano Venneri, responsabile nazionale di Legambiente Turismo, ha definito il fenomeno del cicloturismo come una “rivoluzione gentile ma disordinata” nel Rapporto presentato oggi. Con l’aggettivo “gentile”, si fa riferimento alla natura lenta e sostenibile di questa pratica, che si distanzia dalle abitudini turistiche più frenetiche e superficiali, tipiche del “mordi e fuggi” in città, coste, borghi e aree interne del Paese. Tuttavia, la qualifica di “disordinata” indica che vi è ancora molto da fare per sviluppare una solida “cultura del turismo slow”, iniziando con il Codice della Strada. Secondo Venneri, la revisione attualmente in discussione in Parlamento non procede nella direzione di offrire una maggiore protezione ai ciclisti, che sono considerati utenti deboli della strada.

Bikenomist e Legambiente, un’alleanza per il futuro del cicloturismo

“Siamo molto felici di rinnovare la nostra collaborazione con ISNART e Legambiente – ha dichiarato Pinar Pinzuti, Direttrice della Fiera del Cicloturismo e membro del consiglio di Eurovelo – Abbiamo contribuito alla redazione di una parte del Rapporto ‘Viaggiare con la Bici 2024’ e siamo lieti di ospitare, per il secondo anno consecutivo, la sua presentazione alla Fiera del Cicloturismo di Bologna.”

“La crescita del cicloturismo in Italia è sicuramente incoraggiante – continua Pinzuti – come Bikenomist, siamo impegnati a formare e mettere in rete gli operatori del settore. Il nostro obiettivo è offrire prodotti turistici sempre più accattivanti, che valorizzino anche le zone più remote del nostro Paese”.

La collaborazione tra queste organizzazioni sottolinea l’importanza di unire le forze per promuovere il cicloturismo in Italia e garantire che la crescita di questo settore sia sostenibile e vantaggiosa per tutte le parti coinvolte.