Il clima e la sostenibilità sono al centro dell’agenda politica attuale, con particolare attenzione alla crescita delle energie rinnovabili, all’implementazione di edifici green, all’adozione di auto elettriche e alla promozione di una mobilità sostenibile. Questi temi rappresentano solo alcuni degli aspetti cruciali discussi all’interno del pacchetto delle otto proposte strategiche del Green Deal, recentemente approvato dal Consiglio Nazionale della Green Economy. Questo organismo è composto da 66 organizzazioni di imprese che mirano a promuovere pratiche sostenibili e responsabili.
Le proposte si concentrano anche sullo sviluppo di un mercato per i materiali secondari, che favorisce il riciclo e la riduzione dei rifiuti, nonché sull’importanza dell’agricoltura biologica per garantire un cibo sano e sostenibile. È fondamentale il coinvolgimento delle imprese per il sostegno al New Deal, il quale richiede maggiori risorse per la transizione ecologica, con l’adozione di nuovi strumenti come il debito comune europeo.
Questi argomenti sono stati degli Stati generali della green economy, a Rimini il 5 e 6 novembre, all’interno dell’importante manifestazione Ecomondo. Durante questo summit “verde”, giunto alla sua 13a edizione, si discute di come le politiche ambientali possano influenzare l’economia futura, infatti, questo appuntamento è diventato un punto di riferimento per migliaia di imprese del settore.
Le proposte formulate durante l’evento vengono poi inviate ai gruppi parlamentari europei, alla nuova Commissione europea, al Governo italiano e ai gruppi parlamentari italiani per promuovere un’azione coordinata verso un futuro più sostenibile.
Indice
Stati Generali della Green Economy 2024: verso un futuro sostenibile
La manifestazione è incentrata su “L’economia di domani: il Green Deal all’avvio della nuova legislatura europea”. L’appuntamento è un’opportunità unica per avviare un confronto approfondito riguardo al pacchetto di iniziative strategiche che l’Unione Europea ha implementato per orientarsi verso la transizione ecologica.
L’evento si propone di esaminare come la transizione verso la neutralità climatica possa generare opportunità significative in diversi ambiti. Tra le aspettative più promettenti, la creazione di nuovi modelli imprenditoriali, l’emergere di mercati innovativi, la creazione di nuovi posti di lavoro e lo sviluppo di tecnologie avanzate. Queste opportunità, non solo possono contribuire alla crescita economica, ma anche favoriscono un ambiente più sostenibile e resiliente.
Il dibattito tra i vari esperti, rappresentanti del governo e imprenditori permetterà di condividere esperienze, strategie e best practices, essenziali per affrontare le sfide della sostenibilità. Questo confronto si inserisce in un contesto più ampio, dove l’Ue sta cercando di rafforzare il proprio impegno per la sostenibilità e l’ambiente, sostenendo politiche che incoraggiano l’uso responsabile delle risorse e la riduzione delle emissioni di carbonio.
Gli Stati Generali della Green Economy 2024 rappresentano un momento cruciale per riflettere sulle direzioni future dell’economia europea, puntando su un modello che unisca sviluppo economico e responsabilità ambientale.
Un evento di riferimento per la sostenibilità
L’obiettivo principale di questo appuntamento è creare un forum di discussione e confronto sulle politiche e le strategie necessarie per promuovere una transizione ecologica efficace.
Ma l’evento rappresenta anche un’importante occasione per rafforzare le collaborazioni tra il settore pubblico e privato, promuovendo sinergie che possano portare a risultati concreti e misurabili. La partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti è fondamentale per garantire che le politiche ambientali siano efficaci e rispondano alle esigenze del mercato e della società.
Green Deal europeo, una risposta alle sfide del futuro
Il Green Deal europeo rappresenta un’iniziativa cruciale, come sottolineato da Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, la quale svolge un’importante funzione di segreteria tecnica di supporto per il Consiglio Nazionale della Green Economy. Questo programma ha promosso cambiamenti di vasta portata per affrontare due sfide epocali: da un lato, la sfida climatica, che richiede una decarbonizzazione rapida e incisiva, e dall’altro, la questione della scarsità di risorse naturali, che esige una maggiore circolarità dell’economia e una salvaguardia attiva del capitale naturale.
La necessità di affrontare la crisi climatica ha spinto l’Unione europea a implementare politiche volte a ridurre le emissioni di gas serra, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo percorso richiede un cambiamento radicale nei modelli di produzione e consumo, incentivando l’uso di fonti di energia rinnovabile, l’innovazione tecnologica e pratiche più sostenibili in tutti i settori.
D’altra parte, la scarsità delle risorse naturali impone un ripensamento dei processi economici, favorendo l’adozione di un modello economico circolare. Questo approccio mira a ridurre al minimo gli sprechi e a prolungare la vita dei materiali, promuovendo il riciclo e il riutilizzo. La circolarità non solo contribuisce alla preservazione dell’ambiente, ma rappresenta anche un’opportunità economica per le imprese che possono sviluppare nuovi prodotti e servizi più sostenibili.
Tuttavia, come accade con ogni cambiamento significativo, il Green Deal ha toccato interessi e punti di vista consolidati. Sono emerse resistenze e difficoltà, dovute in parte alla necessità di riorganizzare settori economici e all’adeguamento delle politiche pubbliche. Inoltre, il contesto economico globale è stato reso particolarmente difficile dalla pandemia di Covid-19 e dalle tensioni geopolitiche, come la guerra ai confini europei. Nonostante queste sfide, il Green Deal ha registrato risultati positivi, evidenziando progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra e nel miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse.
In conclusione, il Green Deal europeo si presenta non solo come una risposta alle sfide climatiche e alle limitazioni delle risorse, ma anche come un’opportunità per trasformare l’economia europea in un sistema più sostenibile e resiliente. La strada da percorrere è complessa e richiede un impegno collettivo da parte di tutti gli attori coinvolti, ma i risultati ottenuti finora dimostrano che il cambiamento è possibile e necessario.
8 proposte per un’Europa più verde: accelerare la transizione ecologica
Il Consiglio Nazionale della Green Economy ha presentato un dettagliato piano d’azione per accelerare la transizione verso un’Europa più sostenibile. Le otto proposte, frutto di un’attenta analisi delle sfide e delle opportunità attuali, offrono una roadmap chiara per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo:
- Impegno europeo per il clima: riconoscere e affrontare con determinazione la crisi climatica è cruciale per evitare conseguenze catastrofiche sull’economia e sulla società europea. Negare o minimizzare gli impatti climatici comprometterebbe il futuro sviluppo dell’economia europea. L’Ue ha già ridotto le proprie emissioni di gas serra del 29% dal 1990 al 2023. Con il trend attuale, che ha visto una riduzione del 5% solo nel 2023, si prevede di raggiungere l’obiettivo di una riduzione del 55% entro il 2030. Questo percorso verso la decarbonizzazione avviene senza costi eccessivi e offre al contempo opportunità di crescita tecnologica e occupazionale.
- Risparmio ed efficienza energetica: l’adozione di misure di risparmio energetico e efficienza è fondamentale per contenere le emissioni di gas serra e ridurre i costi delle bollette energetiche. La Direttiva Ue per il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici mira a raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. Tuttavia, Paesi con economie fragili, come l’Italia, necessitano di garanzie europee per agevolare l’accesso a finanziamenti a basso tasso e di supporti finanziari per le famiglie a basso reddito. Una campagna di informazione può inoltre sensibilizzare i cittadini sui vantaggi della riduzione dei consumi energetici.
- Crescita delle fonti rinnovabili: l’espansione delle energie rinnovabili è essenziale non solo per contrastare il cambiamento climatico, ma anche per garantire la sicurezza energetica e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Le fonti di energia rinnovabile come eolico e solare presentano impatti ambientali minori rispetto alle centrali a combustibili fossili. Per accelerare la transizione, è necessario potenziare tutte le fonti rinnovabili, inclusa la produzione di biogas e biometano attraverso la gestione dei rifiuti organici e delle biomasse agricole.
- Mobilità sostenibile e intelligente: l’adozione di una strategia di mobilità sostenibile è vitale per migliorare la qualità dell’aria, ridurre la congestione e promuovere una migliore vivibilità urbana. Tale strategia comprende l’ampliamento del trasporto pubblico, la promozione della mobilità ciclo-pedonale, e il sostegno alla transizione verso veicoli a zero emissioni. Incentivare l’adozione di veicoli elettrici è necessario per evitare di perdere competitività rispetto a mercati come Cina e Stati Uniti, che stanno investendo massicciamente in questa direzione.
- Transizione verso un’economia circolare: la circolarità dell’economia europea è un obiettivo centrale per ridurre i rifiuti e ottimizzare l’uso delle risorse. Il piano d’azione per l’economia circolare, lanciato dalla Commissione Europea nel 2020, punta a sostenere l’industria del riciclo e a creare una domanda per materiali secondari. È prevista l’introduzione di una legge sull’economia circolare che, assieme a una strategia per la bioeconomia, contribuirà a consolidare un sistema economico rigenerativo, più resiliente e meno dipendente dalle risorse naturali.
- Tutela del capitale naturale: il ripristino del capitale naturale richiede un impegno rinnovato e sostanziale. La Strategia Farm to Fork, nonostante le critiche ricevute, rappresenta un passo fondamentale verso un’agricoltura sostenibile che promuova pratiche come lo stoccaggio del carbonio e la produzione biologica. Tali pratiche aiutano non solo l’ambiente, ma anche le economie rurali, migliorando la qualità della vita nelle comunità agricole e creando nuove opportunità di lavoro.
- Coinvolgimento delle imprese: il coinvolgimento delle imprese è cruciale per garantire il successo del Green Deal. L’introduzione di un Clean Industrial Deal mira a sostenere le piccole e medie imprese europee che adottano pratiche ecologiche e circolari. Assicurare alle imprese l’accesso a strumenti finanziari adeguati è essenziale per facilitare la transizione e rendere il settore industriale più sostenibile e competitivo a livello globale.
- Mobilitazione di risorse europee: per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del Green Deal, è indispensabile mobilitare risorse finanziarie europee. Attraverso NextGenerationEU, sono stati stanziati 723 miliardi di euro per la ripresa post-pandemia, e con il Piano REPowerEU circa 300 miliardi per ridurre la dipendenza dal gas importato. Per sostenere il Green Deal, l’Europa dovrà promuovere investimenti privati, coinvolgere il partenariato pubblico-privato e sviluppare nuovi strumenti di debito comune europeo, come proposto nei rapporti Draghi e Letta.