La Energy Performance of Building Directive dell’Unione Europea (EPBD), meglio conosciuta in Italia come direttiva “Case Green”, è prossima ad entrare in vigore. Sarà approvata nel suo testo definitivo dal Parlamento Europeo durante una sessione plenaria programmata tra l’11 e il 14 marzo e successivamente, dopo un ultimo passaggio in Consiglio, sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Tale direttiva mira a ridurre le emissioni nocive dell’Unione Europea e a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica. Questa iniziativa fa parte del pacchetto di riforme Fit for 55. Il testo è stato ratificato i14 marzo 2023 dal Parlamento europeo. Con il passare dei mesi, questa direttiva è stata modificata diverse volte, per renderla più accettabile ai paesi europei.
Cosa prevede il nuovo accordo
In breve, la direttiva stabilisce quanto segue:
- Entro il 2030, gli immobili residenziali più inquinanti dovranno ridurre i consumi energetici medi del 16%. Questa percentuale salirà al 20-22% entro il 2035.
- Per gli edifici non residenziali, entro il 2033 la riduzione dei consumi energetici dovrà essere del 16% entro il 2030 e del 26%.
- Dal 1° gennaio 2030, tutti i nuovi immobili residenziali dovranno essere a zero emissioni da combustibili fossili, mentre per gli edifici non residenziali l’obbligo scatterà dal 1° gennaio 2028.
La riduzione del 55% dei consumi energetici dovrà essere ottenuta attraverso la riqualificazione degli immobili con le prestazioni energetiche più basse. Entro il 2030, le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili non residenziali e, entro il 2033, il 26% degli edifici di classe energetica più bassa. La nuova disciplina assegna maggiore autonomia ai Paesi membri, che potranno scegliere gli edifici da riqualificare, stabilire le misure da adottare e decidere eventuali esenzioni.
Nella prima fase della Direttiva, si discuteva della possibilità di introdurre una nuova classificazione unificata delle classi energetiche a livello europeo, che avrebbe previsto parametri meno rigidi rispetto alla classificazione energetica italiana attuale.
Tuttavia, con l’ultimo aggiornamento del 7 dicembre, sono stati eliminati gli obblighi legati alle classi energetiche. Secondo il nuovo testo, l’efficienza energetica degli edifici non sarà più valutata tramite la certificazione energetica, bensì attraverso obiettivi medi che varieranno a seconda del Paese. Questi obiettivi medi saranno definiti in base al patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione adottate da ciascun Paese.
Gli edifici esclusi
La Direttiva europea sulle Case Green prevede alcune eccezioni per gli edifici che non saranno obbligati ad effettuare interventi di efficientamento energetico. Qui di seguito sono elencati:
- Luoghi di culto.
- Seconde case, cioè edifici residenziali utilizzati meno di quattro mesi all’anno o con un consumo energetico inferiore al 25% rispetto a quello che si avrebbe con un utilizzo durante tutto l’anno.
- Edifici sottoposti a tutela per particolare pregio storico e/o architettonico.
- Edifici temporanei, come stabilimenti balneari, uffici di cantiere, ecc.
- Edifici situati in zone vincolate e protette.
- Immobili autonomi con superficie inferiore a 50 metri quadrati.
- Edifici di edilizia residenziale pubblica.
Inoltre, è prevista un’ulteriore eccezione per motivi di fattibilità tecnica ed economica, ma questa potrà applicarsi al massimo al 22% degli edifici di ciascun Paese europeo e dovrà essere richiesta esplicitamente dal Paese interessato alla Commissione europea.
Addio graduale alle caldaie a combustibili fossili
La normativa in questione propone una strategia graduale per eliminare l’impiego delle caldaie alimentate da combustibili fossili. Questa misura è concepita per incentivare l’adozione di fonti energetiche più pulite e sostenibili, riducendo così l’utilizzo dei combustibili fossili, riconosciuti per la loro associazione con l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra.
Gli Stati membri sono chiamati a formulare misure specifiche per facilitare questa transizione nel settore del riscaldamento e del raffreddamento. A partire dal 1° gennaio 2025, verranno interrotti i sussidi per l’installazione di caldaie autonome che funzionano con combustibili fossili. Di conseguenza, gli Stati membri avranno l’incarico di elaborare piani dettagliati per l’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo finale di eliminare completamente le caldaie alimentate da tali combustibili entro il 2040.
Questa transizione richiederà un impegno concreto e coordinato per promuovere alternative sostenibili e garantire un futuro più eco-compatibile per il settore energetico e ambientale.
Le tappe per l’installazione degli impianti solari
Gli Stati membri saranno tenuti ad installare impianti solari secondo il seguente calendario:
- Entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 m².
- Entro il 31 dicembre 2027, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 2000 m².
- Entro il 31 dicembre 2028, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 750 m².
- Entro il 31 dicembre 2030, su tutti gli edifici pubblici esistenti con una superficie utile superiore a 250 m².
- Entro il 2027, su tutti gli edifici non residenziali esistenti con una superficie utile superiore a 500 m² in cui l’edificio subisce un intervento che richiede un permesso amministrativo rilevante.
- Entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali e su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti fisicamente agli edifici.
I nuovi edifici a emissioni zero
La normativa prevede che i nuovi edifici occupati o di proprietà delle pubbliche amministrazioni debbano essere a emissioni zero a partire dal 2028. Successivamente, a partire dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno rispettare questo requisito di emissioni zero.
Inoltre, dal 1° gennaio 2030, anche tutte le altre nuove costruzioni dovranno adeguarsi a questo standard, anche se è possibile richiedere specifiche deroghe in determinati casi.
Al fine di facilitare questo processo di adeguamento e promuovere la sostenibilità nel settore edilizio, sarà istituito uno sportello unico dedicato alle ristrutturazioni. Questo sportello offrirà consulenza indipendente e gratuita sulle ristrutturazioni degli edifici. Gli Stati membri saranno tenuti a implementare misure di supporto per garantire il raggiungimento degli obiettivi di prestazione energetica degli edifici, fornendo assistenza finanziaria, tecnica e regimi di finanziamento integrati. Queste misure sono essenziali per garantire una transizione efficace verso un futuro più sostenibile ed eco-compatibile nel settore edilizio.
Le sanzioni per chi non rispetta le nuove regole
Al momento non sono specificate sanzioni particolari per coloro che non adeguano i loro immobili ai nuovi standard entro i tempi stabiliti. Attualmente, non sono previste limitazioni alla vendita o all’affitto delle abitazioni per coloro che non possiedono il “bollino verde” dell’Unione Europea. Tuttavia, spetta ai singoli governi nazionali decidere quali sanzioni applicare, oltre alla perdita automatica di valore degli immobili non conformi alle normative.
In ogni caso, ogni Paese potrebbe prevedere l’imposizione di multe come sanzione per il mancato adeguamento degli immobili. Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti e dettagli specifici relativi a questo aspetto.