Case green, arriva il primo sì nella commissione al Parlamento Ue

La Commissione Industria, Ricerca ed Energia ha confermato l'accordo raggiunto con il Consiglio Ue lo scorso 7 dicembre sulla revisione della direttiva EPBD

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Con 38 voti favorevoli, 20 contrari e 6 astenuti, la commissione Industria di Strasburgo ha dato il suo via libera all’accordo stipulato tra il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea riguardante la direttiva per gli edifici ecologici. Tale accordo era stato precedentemente raggiunto nel dicembre scorso e prevedeva una revisione della direttiva relativa alle prestazioni energetiche degli edifici. Ora la questione passerà all’attenzione della plenaria del Parlamento europeo, la quale probabilmente si esprimerà durante la sessione plenaria di marzo.

Ue: edifici a zero emissioni entro il 2050

Nel dicembre 2021, la Commissione dell’Unione Europea ha presentato una proposta di revisione come parte del pacchetto per la transizione energetica. Gli edifici, responsabili del 40% del consumo energetico europeo e del 36% delle emissioni di CO2, sono stati al centro di questa iniziativa. Tuttavia, alzare gli standard energetici si è rivelato un compito arduo.

L’obiettivo di Bruxelles è ambizioso: dal 2030, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti per essere a emissioni zero, con una precedenza per quelli pubblici a partire dal 2028. Entro il 2050, si mira a rendere a emissioni zero l’intero patrimonio edilizio esistente. I paesi membri sono chiamati a definire piani per ridurre i consumi nei loro patrimoni edilizi residenziali. Il 2020 è considerato l'”anno zero”, e il 2050 è fissato come il termine per raggiungere un patrimonio edilizio completamente a emissioni zero, segnando la conclusione di questo ambizioso percorso.

Ue: obiettivi più ambiziosi per il settore edilizio

Gli Stati Membri fissano obiettivi intermedi ambiziosi per la riduzione dei consumi nel loro parco edilizio: il 16% entro il 2030 e il 20-22% entro il 2035. Un’altra significativa evoluzione riguarda l’abbandono dei combustibili fossili, iniziando dalle caldaie a gas metano nelle abitazioni. Il bando completo di tali impianti è stato spostato al 2040, differenziandosi dal termine precedente del 2035. Inoltre, con la cancellazione degli incentivi fiscali per questi apparecchi dal 2025, si stabilisce esplicitamente la possibilità di offrire incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore.

M5S: direttiva UE sull’efficientamento energetico, un passo avanti per l’ambiente

Il Movimento Cinque Stelle accoglie con favore il voto positivo della commissione Industria del Parlamento europeo sull’accordo raggiunto in trilogo riguardante la direttiva sull’efficientamento energetico. Nonostante alcuni compromessi al ribasso, questo provvedimento stabilisce obiettivi comuni cruciali per l’ammodernamento degli edifici, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni inquinanti. Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo, sottolinea la significativa direzione intrapresa dall’Europa, mentre critica la decisione del governo Meloni di smantellare il Superbonus.

Lega: direttiva UE sull’efficientamento energetico, un passo avanti ma con criticità

Paolo Borchia, coordinatore Id in commissione Itre, e Isabella Tovaglieri, componente commissione Itre e relatrice ombra del provvedimento, della Lega esprimono la loro visione critica in merito all’accordo sull’efficientamento energetico. Nella loro nota, evidenziano con favore l’eliminazione dell’obbligo per i cittadini di adeguarsi alle classi energetiche imposte dall’Europa, preferendo che questa responsabilità rientri nei singoli Stati membri con tempi più ragionevoli per i piani di rinnovamento.

Tuttavia, sottolineano le criticità presenti nell’iniziativa, etichettandola come “figlia dell’ideologia del green deal”. In particolare, pongono l’attenzione sugli oneri di ristrutturazione, ritenendo che in un Paese con un contesto immobiliare principalmente di proprietà, come l’Italia, tali oneri possano essere gravosi e ricadere su una già problematica situazione di debito pubblico. Pur esprimendo soddisfazione per il pericolo scampato, manifestano la volontà di mantenere alta la guardia, dichiarando inequivocabilmente: “le case degli italiani non si toccano”.

Direttiva case green: l’Ue punta sull’efficienza energetica degli edifici

La direttiva case green è un insieme di norme approvate dall’Unione europea nel dicembre 2023, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra degli edifici, che rappresentano circa il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni di CO2 in Europa. La direttiva prevede una serie di misure per promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici a emissioni zero, con benefici sia per l’ambiente che per i cittadini.

A chi si applica la direttiva case green?

La direttiva case green si rivolge agli Stati membri dell’Ue, che dovranno recepire le norme entro il 2025 e adottare piani nazionali per raggiungere gli obiettivi intermedi e finali fissati dalla direttiva. Gli Stati membri dovranno garantire che gli edifici residenziali più inquinanti riducano il consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, mentre gli edifici non residenziali dovranno ridurlo del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori.

La direttiva case green coinvolge anche i proprietari e gli inquilini degli edifici, che potranno beneficiare di incentivi finanziari, fiscali e normativi per effettuare interventi di riqualificazione energetica, come l’isolamento termico, l’installazione di pannelli solari, il ricorso a fonti rinnovabili e l’utilizzo di sistemi intelligenti di gestione dell’energia. La direttiva prevede inoltre che tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero entro il 2030, mentre per gli edifici pubblici l’obbligo scatterà già dal 2028.

Esclusioni dagli obblighi di efficientamento energetico

Come detto, gli obblighi di efficientamento energetico, introdotti dalla direttiva europea “Case green”, riguardano tutti gli edifici, sia residenziali che non residenziali. Tuttavia, alcuni edifici sono esclusi da questi obblighi. In particolare, sono esclusi:

  • Gli immobili vincolati: edifici che sono soggetti a tutela per motivi culturali, storici o artistici
  • Gli edifici religiosi: si tratta di edifici destinati al culto religioso
  • Gli edifici temporanei: edifici che sono destinati a un uso temporaneo, come ad esempio le baracche o le strutture fieristiche
  • I siti industriali: si tratta di edifici che ospitano attività industriali
  • Gli immobili destinati all’agricoltura: si tratta di edifici che sono destinati a attività agricole, come ad esempio le stalle o i magazzini
  • Le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno: case che vengono utilizzate per un periodo di tempo limitato, come ad esempio le case al mare o in montagna
  • Gli edifici autonomi con superficie inferiore ai 50 metri quadri: edifici che hanno una superficie inferiore a 50 metri quadri
  • Gli edifici delle forze armate e con scopi di difesa: edifici che sono utilizzati dalle forze armate o per scopi di difesa

Quali sono i vantaggi per l’ambiente?

La direttiva case green si inserisce nel quadro del Green Deal europeo, il piano strategico dell’UE per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La direttiva contribuirà a questi obiettivi, favorendo la transizione verso un’edilizia più sostenibile e resiliente, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e di mitigarne gli effetti.

La direttiva case green avrà anche un impatto positivo sulla qualità dell’aria, sulla salute e sul benessere dei cittadini, che potranno vivere e lavorare in edifici più confortevoli, sicuri e salubri. La direttiva stimolerà inoltre l’innovazione e la competitività del settore edile, creando opportunità di occupazione e di crescita economica.

Coinvolgimento delle Comunità Locali

La Direttiva non si limita alle costruzioni private, ma coinvolge attivamente le comunità locali. Attraverso incentivi e supporto, si promuove la partecipazione delle persone nella trasformazione delle loro abitazioni in spazi più sostenibili. Questo approccio inclusivo è fondamentale per il successo a lungo termine della direttiva.

Sfide da Affrontare

Nonostante i numerosi vantaggi, la Direttiva Case Verdi presenta anche sfide. Il costo iniziale di adozione di tecnologie e materiali sostenibili potrebbe rappresentare un ostacolo per alcuni. Tuttavia, è cruciale considerare questi investimenti come un contributo a lungo termine per la salute del pianeta e la riduzione dei costi operativi nel tempo.

Bonus IVA 50% case green: una delusione per gli acquirenti

Il 2024 segna la fine del Bonus IVA 50% case green, un’agevolazione fiscale che in Italia permetteva di usufruire di uno sconto del 50% sull’IVA per l’acquisto di immobili in classe energetica A o B, non è stato confermato per il 2024.

Questa decisione rappresenta una delusione per gli acquirenti di case green, che da quest’anno dovranno rinunciare a un importante incentivo economico. Il Bonus IVA, infatti, rappresentava un incentivo significativo per promuovere la riduzione di emissioni di gas serra e pratiche di vita sostenibili.

La mancata conferma del Bonus potrebbe avere un impatto negativo sulle decisioni di chi stava considerando l’acquisto di una casa green. In particolare, potrebbe indurre gli acquirenti a riconsiderare le proprie scelte, orientandosi verso immobili in classi energetiche inferiori, meno efficienti dal punto di vista energetico e più costosi da mantenere.

La decisione di non confermare il Bonus IVA 50% case green è stata criticata da diversi esponenti del mondo della sostenibilità, che hanno sottolineato come la misura fosse un importante strumento per promuovere la diffusione di edifici più efficienti dal punto di vista energetico e meno impattanti sull’ambiente.

Come rendere la casa più green nel 2024

Ecco alcuni consigli per rendere la propria abitazione più green, non solo per risparmiare, ma anche per tutelare l’ambiente.

  • Impianto di riscaldamento: nel caso in cui si renda necessaria la sostituzione della caldaia o dell’impianto di riscaldamento, vi consiglio di considerare soluzioni performanti e sostenibili, che facciano uso delle energie rinnovabili per il loro funzionamento. Le pompe di calore, ad esempio, rappresentano un’ottima scelta per riscaldare e raffreddare la residenza in modo efficiente ed ecologico
  • Isolare meglio: nel caso in cui gli infissi risultino datati e causino spifferi, potrebbe essere giunto il momento di procedere alla loro sostituzione. In alternativa, potreste valutare l’installazione di paraspifferi, guarnizioni coibentate, pellicole termiche o tende termiche al fine di migliorare l’isolamento termico dell’abitazione
  • Riuso, upcycling e acquisti sostenibili: prima di procedere all’acquisto di un nuovo mobile o accessorio, vi suggerisco di valutare la possibilità di crearlo personalmente o di riutilizzare oggetti già esistenti. Il riuso e l’upcycling costituiscono un ottimo modo per ridurre i rifiuti e conferire nuova vita agli oggetti
  • Non sprecare acqua: l’invito è chiudere l’erogazione dell’acqua durante l’igiene dentale o la rasatura, installare sistemi rompigetto sui rubinetti e preferire docce brevi rispetto alle vasche da bagno. Inoltre, qualora fosse di buona classe energetica, la lavastoviglie potrebbe rappresentare un’alternativa più sostenibile al lavaggio manuale dei piatti
  • Domotica: l’implementazione di sistemi domotici può facilitarvi nel monitorare i consumi e gestire luci ed elettrodomestici in maniera più efficiente. Attraverso comandi vocali o applicazioni, avrete la possibilità di accendere o spegnere le luci, programmare l’accensione dei termosifoni o della lavatrice, e altro ancora
  • Luci a basso consumo: le lampadine a led a basso consumo rappresentano una scelta eccellente per risparmiare energia e ridurre i costi a lungo termine. Inoltre, la loro durata superiore rispetto alle lampadine tradizionali le rende un investimento vantaggioso nel tempo
  • Un tocco di verde in casa: le piante, oltre a purificare l’aria e generare ossigeno, possono contribuire a diminuire lo stress e migliorare il benessere. Vi suggerisco di selezionare piante adatte al vostro ambiente domestico e al vostro stile di vita per godere dei loro benefici