La CO2 non cala, l’Ue punta a raddoppiare l’eolico

La Commissione Europea ha presentato il "Piano Europeo per l'Energia Eolica", per accelerare la transizione alle rinnovabili mentre la Cina sfida l'industria eolica europea.

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Alessandro Mariani

Giornalista green

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Mentre il mondo si sforza di raggiungere gli obiettivi ambiziosi stabiliti nell’Accordo di Parigi, il rapporto globale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) lancia un forte campanello d’allarme sul persistente uso dei combustibili fossili, ma offre una speranza nell’orizzonte verde dell’energia eolica.

Il piano europeo per l’eolico

La Commissione Europea ha presentato il suo Piano Europeo per l’Energia Eolica”, un tentativo di accelerare la transizione verso fonti di energia rinnovabile. La Presidente Ursula von der Leyen aveva precedentemente delineato gli obiettivi della Commissione, affermando che raggiungere una quota di almeno il 42,5% di rinnovabili entro il 2030, con l’ambizione di arrivare al 45%, richiederebbe un aumento significativo della capacità eolica. Da 204 gigawatt nel 2022, si prevede che la capacità eolica raggiungerà oltre 500 gigawatt entro il 2030.

Nonostante una crescita di 16 gigawatt (+47%) di nuovi impianti eolici nel 2022, l’Unione Europea è ancora lontana dall’obiettivo annuale di 37 gigawatt necessario per centrare gli obiettivi ambientali. Il “Piano Europeo per l’Energia Eolica” si presenta come una risposta a questa sfida e mira a superare alcune delle sfide che rallentano la diffusione dell’energia eolica in Europa.

Eolico, tra ostacoli e ottimismo

Il rapporto dell’IEA offre comunque uno spiraglio di ottimismo. Secondo il documento, la domanda globale di combustibili fossili raggiungerà il suo picco nel 2030, aprendo la strada a un’accelerazione nell’adozione di fonti di energia pulita. La Cina, in particolare, sta facendo progressi significativi nella conversione a un’energia più sostenibile. Il direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol, ha affermato che la transizione verso l’energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile. Non è una questione di se, ma solo di quanto in fretta.

La Commissione Europea evidenzia anche alcuni ostacoli che devono essere superati per raggiungere gli obiettivi ambiziosi nel settore dell’energia eolica. Questi ostacoli includono una domanda incerta, procedure di autorizzazione lente, carenza di accesso ai materiali grezzi e problemi legati ai prezzi delle materie prime. La Commissione sostiene che è necessaria un’azione immediata per affrontare queste sfide e garantire una catena di approvvigionamento energetico sana e competitiva.

I punti del Piano Europeo per l’Energia Eolica

Il piano prevede l’accelerazione della diffusione dell’energia eolica attraverso procedure di autorizzazione più rapide, oltre alla digitalizzazione del processo. Inoltre, si presterà maggiore attenzione alla qualità dei progetti e al rispetto dei tempi nelle gare d’appalto. Per finanziare questa transizione verso l’energia eolica, la Commissione intende utilizzare il fondo per l’innovazione, che dispone di 40 miliardi di euro, e coinvolgere la Banca Europea per gli Investimenti (BEI). La Commissione europea si guarda anche oltre i confini europei, in particolare alla Cina, con l’obiettivo di garantire parità di condizioni per i produttori di energia eolica europei sul mercato globale.

Infine, la Commissione sostiene con forza i progetti per la formazione dei lavoratori nel settore dell’energia eolica, mirando a formare 100.000 addetti nei prossimi tre anni. L’Europa sta facendo progressi significativi verso una maggiore sostenibilità energetica, ma il cammino è ancora lungo. La presentazione del “Piano Europeo per l’Energia Eolica” segna un passo importante verso il raggiungimento degli obiettivi ambientali e il superamento delle sfide che la transizione richiede.

Produzione di energia eolica in Europa nel 2022

Il rapporto annuale “Energia Eolica in Europa: Statistiche 2022 e Prospettive per il 2023-2027” di Wind Europe rivela una crescita significativa dell’energia eolica in Europa nel 2022. L’Europa ha aumentato la sua capacità installata di 19,2 GW, di cui 16 GW nell’Unione Europea, rappresentando un aumento del 4% rispetto al 2021. La Germania è il leader con 2,74 GW di nuovi impianti eolici, seguita da Svezia, Finlandia, Francia e Regno Unito. In Italia, tuttavia, sono stati installati solo 526 MW di nuova capacità eolica.

L’eolico onshore, cioè nell’entroterra, ha dominato con l’87% dei progetti presentato, mentre l’eolico offshore, quello al largo delle coste, ha registrato un modesto aumento di 2,5 GW. Per raggiungere gli obiettivi del 2030, l’Europa dovrebbe installare in media 31 GW all’anno. Ciò richiederà semplificazioni nelle procedure di autorizzazione e investimenti in tutta la catena del valore dell’energia eolica.

Prospettive future dell’eolico in Europa

Attualmente, l’Europa ha una capacità eolica di 255 GW, coprendo il 17% del consumo elettrico. Questo è ancora lontano dall’obiettivo dell’UE del 43% entro il 2030. Le previsioni per il 2023-2027 indicano che l’Europa installerà 129 GW di nuovi impianti eolici, ma l’UE-27 coprirà solo 98 GW, una media di 20 GW all’anno, di cui il 75% sarà onshore. Tuttavia, questi numeri non saranno sufficienti per raggiungere gli obiettivi UE, che richiedono almeno 30 GW all’anno fino al 2030.

Per accelerare l’energia eolica in Europa, è necessario semplificare le norme, fornire segnali chiari agli investitori e investire in tutta la catena del valore, come si propone di fare il Piano Europeo per l’Energia Eolica. Le difficoltà nelle autorizzazioni, l’incertezza sul mercato e la mancanza di politiche di sostegno continuano a ostacolare la crescita.

Cina in ascesa nel mercato eolico: una sfida per l’Europa

La competizione nel settore delle turbine eoliche è sempre più intensa a livello globale, con l’ascesa delle aziende cinesi. Nonostante il primo posto tra i produttori di turbine sia ancora detenuto da un’azienda europea, le società cinesi stanno guadagnando terreno rapidamente, mettendo in difficoltà l’industria eolica Europea. Goldwind, un’azienda cinese, ha persino superato Siemens Gamesa, la joint venture tedesco-spagnola. Nel 2018, le aziende europee detenevano il 55% del mercato eolico globale, ma nel 2022 questa quota è scesa al 42%, mentre le aziende cinesi sono cresciute dal 37% al 56% nello stesso periodo.

Ciò che rende le turbine cinesi competitive è il loro costo, che è circa la metà di quello delle controparti occidentali. Inoltre, offrono condizioni di pagamento posticipato molto vantaggiose per gli sviluppatori di progetti rinnovabili, riducendo i tempi di attesa prima che gli impianti diventino operativi. Tuttavia, l’Unione Europea non ha ancora completamente ceduto al dominio cinese nel settore eolico. Ci sono preoccupazioni sul futuro, dato il controllo di Pechino su vari segmenti della catena di produzione eolica. La Cina detiene una significativa percentuale della produzione globale di componenti chiave, tra cui pale, navicelle e torri per le turbine eoliche. Questo controllo è ancora più evidente nel settore eolico offshore, con la Cina che domina la produzione di pale, navicelle e torri. Infine, la Cina ha una posizione di quasi monopolio nella raffinazione delle terre rare, che sono essenziali per la produzione dei magneti utilizzati nelle turbine eoliche.