Perché l’industria eolica europea è in seria difficoltà

Sono diverse le sfide per l'industria eolica europea: aumento dell'inflazione, ritardi nei processi autorizzativi e la forte concorrenza proveniente dalla Cina

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’industria eolica europea è in seria difficoltà, come testimoniano i dati degli ultimi anni. Nel 2022, la produzione di energia eolica in Europa è diminuita del 12% rispetto al 2021, e la quota di mercato dell’eolico nel mix energetico europeo è scesa al 19%.

Ci sono diversi fattori che hanno contribuito a questa situazione, tra cui:

  • La guerra in Ucraina ha portato a un aumento dei prezzi dell’energia, rendendo l’eolico meno competitivo. L’energia eolica è un’energia rinnovabile e sostenibile, ma è anche una fonte di energia intermittente. Quando i prezzi dell’energia fossile sono alti, l’eolico diventa meno competitivo, perché i produttori di energia elettrica devono pagare dei costi maggiori per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento.
  • La Cina ha aumentato la sua produzione di turbine eoliche, a prezzi molto competitivi. La Cina è il principale produttore mondiale di turbine eoliche, e negli ultimi anni ha aumentato la sua produzione a un ritmo molto sostenuto. Questo ha portato a un aumento della concorrenza per le aziende europee, che hanno visto i loro margini di profitto diminuire.
  • L’Europa ha rallentato gli investimenti nell’eolico. L’Unione Europea ha fissato l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e l’eolico è una delle fonti di energia rinnovabili che dovrebbero contribuire a questo obiettivo. Tuttavia, l’Europa ha rallentato gli investimenti nell’eolico negli ultimi anni, a causa di una serie di fattori, tra cui la guerra in Ucraina e l’incertezza normativa.

Questi fattori hanno portato a una situazione di crisi per l’industria eolica europea. Alcune aziende hanno annunciato licenziamenti e chiusure di stabilimenti, e il settore è a rischio di perdere competitività rispetto ai concorrenti cinesi.

Cina in ascesa nel mercato eolico globale

La concorrenza cinese nel settore delle turbine eoliche sta diventando sempre più agguerrita. Nonostante il primo posto nella classifica mondiale dei produttori di turbine sia occupato da un’azienda europea, le società cinesi stanno avanzando rapidamente. Goldwind, un’azienda cinese, ha superato persino Siemens Gamesa, la joint venture tedesco-spagnola. Nel 2018, le aziende europee detenevano il 55% del mercato eolico globale, ma nel 2022 questa quota è scesa al 42%, mentre le aziende cinesi sono cresciute dal 37% al 56% nello stesso periodo.

Le turbine cinesi hanno un costo che è la metà di quelle occidentali e offrono condizioni di pagamento posticipato molto vantaggiose per gli sviluppatori di progetti rinnovabili, che spesso devono aspettare anni prima che gli impianti diventino operativi.

Tuttavia, il mercato eolico dell’Unione Europea finora non ha ceduto completamente alla Cina, ma ci sono preoccupazioni sul futuro, considerando il dominio di Pechino su diversi segmenti della catena di produzione eolica. La Cina detiene, ad esempio, il 60% della produzione mondiale delle pale eoliche a terra, il 61% delle navicelle e il 54% delle torri utilizzate nelle turbine. Nell’ambito dell’eolico in mare, le percentuali sono ancora più alte, con un controllo dell’84% nella produzione delle pale, del 72% delle navicelle e del 53% delle torri. Inoltre, la Cina rappresenta l’85% della raffinazione globale delle terre rare, un gruppo di metalli essenziali per i magneti utilizzati nelle turbine. La sfida tra l’Europa e la Cina nel settore eolico si preannuncia dunque sempre più intensa.

Ue: pacchetto eolico per sostenere l’industria europea

Durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha riconosciuto l’industria eolica come “un esempio di successo europeo”, ma ha sottolineato che attualmente sta affrontando una serie di sfide insolite. Ha anticipato l’introduzione di un “Pacchetto Europeo per l’Energia Eolica“, il quale prevede una serie di misure per sostenere questo settore chiave.

Tra le misure annunciate, vi sarà un’accelerazione delle procedure autorizzative per gli impianti eolici, al fine di ridurre i ritardi nell’installazione delle turbine. Inoltre, si prevede un miglioramento dei sistemi di asta e un aumento dell’accesso ai finanziamenti per promuovere ulteriormente lo sviluppo eolico. Un altro punto chiave sarà la creazione di “catene di approvvigionamento stabili” per garantire una fornitura continua e affidabile di componenti cruciali per le turbine.

Tuttavia, i dettagli esatti di queste misure non sono ancora chiari e richiederanno ulteriori sviluppi. Resta da vedere come queste iniziative contribuiranno a sostenere e rafforzare l’industria eolica europea di fronte alle sfide attuali.

Sfida industriale con Cina e Stati Uniti

Mentre l’attenzione è concentrata sulla competizione con la Cina nel settore delle tecnologie pulite, l’Unione Europea deve anche prestare attenzione agli Stati Uniti. Attraverso l’Inflation Reduction Act, una legge da 369 miliardi di dollari mirata a stimolare la produzione di tecnologie pulite, gli Stati Uniti stanno cercando di diventare un polo industriale di riferimento per tutti i dispositivi necessari alla transizione ecologica. Questi dispositivi includono turbine eoliche, pannelli solari, batterie, veicoli elettrici, elettrolizzatori per l’idrogeno e molto altro.

Per evitare di diventare dipendenti dalle importazioni e non perdere questa sfida industriale, è fondamentale che la Commissione europea affronti le principali sfide dell’industria. L’obiettivo è evitare di ripetere il fallimento che si è verificato nel settore solare, l’unico settore delle tecnologie pulite in cui l’Europa attualmente gode di un certo vantaggio comparativo.