Clima, dagli anni ’80 l’Europa si sta riscaldando al doppio della media globale

Lo dice il rapporto 2022 dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization - WMO) sullo Stato Europeo del Clima prodotto con Copernicus

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 27 Giugno 2023 15:58

Il cambiamento climatico sta causando un notevole impatto a livello umano, economico ed ambientale in Europa, il continente che si sta riscaldando più velocemente rispetto a tutti gli altri. Durante l’anno 2022, si sono verificate condizioni di caldo estremo, siccità ed incendi. Le temperature superficiali del mare in tutta Europa hanno raggiunto nuovi record, accompagnate da ondate di calore marino. Inoltre, lo scioglimento dei ghiacciai è stato senza precedenti.

Questi sono solo alcuni dei dati principali inclusi nel rapporto sullo Stato Europeo del Clima del 2022. Questo rapporto, il secondo di una serie annuale, è stato prodotto in collaborazione tra l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization – WMO) e il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S).

Il rapporto sullo Stato Europeo del Clima 2022

Il documento mostra come l’Europa si stia riscaldando a un ritmo doppio rispetto alla media globale, con impatti significativi sul tessuto socioeconomico e sugli ecosistemi della regione. Nel 2022, l’Europa si trovava circa 2,3 °C al di sopra della media pre-industriale, definita come il periodo compreso tra il 1850 e il 1900, che è il punto di riferimento nell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Ma c’è un segnale di speranza per il futuro: per la prima volta, nell’anno scorso, le energie rinnovabili hanno generato più elettricità rispetto ai gas fossili inquinanti. Nel 2022, l’energia eolica e solare ha contribuito al 22,3% dell’elettricità prodotta nell’Unione Europea (UE), superando l’uso dei gas fossili (20%).

La spinta delle rinnovabili

Il Segretario Generale dell’OMM, Prof. Petteri Taalas, ha dichiarato che nell’UE, per la prima volta, è stata prodotta più elettricità da energia eolica e solare rispetto ai gas fossili. L’aumento dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili a basso contenuto di carbonio è essenziale per diminuire la dipendenza dai combustibili fossili. Inoltre, il professore ha sottolineato l’importante ruolo svolto dai servizi climatici nella promozione della resilienza dei sistemi energetici di fronte agli impatti climatici, nella pianificazione delle operazioni e nell’informare le misure volte a migliorare l’efficienza energetica.

Implicazioni crescenti dei fenomeni meteorologici estremi

Il rapporto sottolinea come i fenomeni meteorologici estremi, come il caldo intenso, le precipitazioni abbondanti e la siccità, stiano avendo un impatto significativo sull’offerta, la domanda e le infrastrutture del sistema energetico europeo. Questa è stata la principale tematica affrontata durante la 6° Conferenza Europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici tenutasi a Dublino, in Irlanda. Il documento, pubblicato in occasione dell’evento, è accompagnato da una Story Map interattiva che fornisce ulteriori approfondimenti sull’argomento.

Aumento dei decessi legati al caldo estremo in Europa

Il dottor Carlo Buontempo, Direttore del Copernicus Climate Change Service, ha evidenziato come lo stress da calore senza precedenti sperimentato dagli europei nel 2022 abbia contribuito in modo significativo all’aumento dei decessi legati alle condizioni climatiche in Europa. Tuttavia, questa non è da considerarsi un evento isolato, ma piuttosto parte di un modello in cui gli stress termici estremi diventeranno più frequenti e intensi in tutta la regione. Questa preoccupante tendenza è stata sottolineata dal dottor Buontempo alla luce della nostra attuale comprensione del sistema climatico e della sua evoluzione.

Secondo i dati dell’Emergency Events Database (EM-DAT), l’anno 2022 ha registrato gravi danni e un alto numero di vittime a causa dei pericoli meteorologici, idrologici e climatici in Europa. I disastri hanno causato la perdita di 16.365 vite umane e hanno colpito direttamente 156.000 persone. Il 67% degli eventi è stato attribuito ad inondazioni e tempeste, responsabili della maggior parte dei danni economici totali, pari a circa 2 miliardi di dollari. Tuttavia, le ondate di calore sono state molto più letali, con oltre 16.000 morti in eccesso causati da condizioni di caldo estremo.

Record di temperature, siccità e perdita di ghiacciai nel 2022

L’Europa ha affrontato l’estate più calda mai registrata, con diversi paesi che hanno sperimentato l’anno più caldo mai documentato. Le temperature medie annuali sono state tra le seconde e le quarte più alte, con un’anomalia di circa 0,79 °C rispetto alla media del periodo 1991-2020. Le precipitazioni sono state inferiori alla media, con una siccità prolungata in diverse regioni, come la Penisola Iberica e le Alpi. Gli effetti del caldo estremo si sono estesi all’agricoltura e alla produzione di energia. I ghiacciai europei hanno subito una notevole perdita di massa, in particolare nelle Alpi. La calotta glaciale della Groenlandia ha continuato a perdere massa, contribuendo all’innalzamento del livello del mare. Le temperature del mare nell’Atlantico settentrionale sono state le più calde mai registrate, con conseguenze come ondate di calore marine, migrazioni di specie e alterazioni degli ecosistemi. Inoltre, le temperature della superficie degli oceani in alcune regioni sono state molto superiori alla media globale, con impatti significativi sulla biodiversità e sugli ecosistemi marini.

Impatti climatici e prospettive per il futuro

La variabilità climatica e i cambiamenti climatici a lungo termine hanno un impatto sul settore energetico, influenzando la domanda, l’offerta e l’infrastruttura. L’UE si è impegnata ad aumentare la produzione di energia rinnovabile fino al 42,5% del consumo totale entro il 2030. Nel 2022, l’energia eolica e solare hanno superato per la prima volta l’energia derivante dai gas fossili e dal carbone nell’UE. La radiazione solare superficiale, nel 2022, è stata la più alta registrata dal 1983, evidenziando l’importanza delle variabili meteorologiche per le fonti di energia rinnovabile. Le regioni meridionali dell’Europa hanno maggiori quantità di radiazione solare superficiale, mentre il potenziale eolico è maggiore nelle aree oceaniche e l’energia idroelettrica è influenzata dalla topografia. I fattori meteorologici che influenzano il potenziale di energia rinnovabile mostrano una notevole variabilità stagionale, con variazioni significative nella velocità del vento, precipitazioni e radiazione solare superficiale. La radiazione solare e la forza del vento si completano durante l’anno, con maggiore radiazione solare estiva e intensità del vento invernale. Nel periodo tra il 1991 e il 2020, la radiazione solare superficiale è aumentata, mentre la velocità del vento e le precipitazioni non hanno mostrato una tendenza specifica.

Aumento delle interruzioni della produzione nucleare

Negli ultimi tre decenni, sono aumentate globalmente le interruzioni dell’energia nucleare a causa delle condizioni climatiche avverse, ma rappresentano ancora una piccola percentuale delle interruzioni totali. Nel 2021, le perdite di produzione nucleare dovute alle condizioni meteorologiche erano dello 0,33% della produzione globale. L’Europa meridionale potrebbe affrontare un significativo aumento delle temperature estreme e delle siccità prolungate, evidenziando la necessità di misure di adattamento e revisioni delle procedure di sicurezza per gli impianti nucleari nella regione.