Città sostenibili, le città europee che saranno climaticamente neutrali entro il 2030

L'impegno delle città europee nel ridurre le emissioni di carbonio e raggiungere la neutralità climatica entro il 2030

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Pubblicato: 24 Febbraio 2024 14:00

Nel panorama delle politiche ambientali, l’impegno per ridurre l’inquinamento e le emissioni nocive è diventato un imperativo categorico. Questa sfida è stata accolta con urgenza da numerose municipalità europee, che si sono proposte di conseguire l’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2030, un termine ben più stringente rispetto ai più ampi accordi internazionali che puntano al 2050 come termine ultimo.

La trasformazione verso emissioni zero: l’obiettivo dell’Unione europea

L’aspirazione dell’Unione Europea è di trasformare almeno 100 delle sue città in aree a emissioni zero entro il prossimo decennio, un proposito ambizioso che coinvolge capitali come Parigi, Madrid e Amsterdam. In aggiunta a queste, Berlino, sebbene non inserita inizialmente in questa lista, ha espresso il desiderio di anticipare i suoi obiettivi al 2030, come indicato da un referendum tenutosi l’anno scorso. Tuttavia, nonostante un voto a favore dei piani, l’approvazione legislativa è stata impedita da una partecipazione elettorale insufficiente.

L’atteggiamento delle città che mirano alla neutralità carbonica entro il 2030 richiede una revisione radicale degli stili di vita dei cittadini stessi. Questo impegno implica modifiche senza precedenti nei modelli di trasporto, nelle abitudini abitative, alimentari e persino nel sonno. Sebbene settori come trasporti e costruzioni abbiano a disposizione le tecnologie per tale trasformazione, il percorso da seguire risulta decisamente meno definito per quanto riguarda industria e agricoltura. Sostenitori e studiosi hanno unanimemente sottolineato che il passaggio a un regime di emissioni nette zero entro il 2030 avrebbe effetti benefici immediati, migliorando la qualità dell’aria e rendendo gli ambienti urbani più sicuri e confortevoli. Le emissioni di anidride carbonica non solo generano problemi ambientali, ma restringono anche il nostro spazio vitale

Neutralità carbonica entro il 2030: sfide e impegni nell’affrontare il cambiamento climatico

Ma perché le città dovrebbero perseguire l’obiettivo di neutralità carbonica entro il 2030? Questa mossa è necessaria per evitare un ulteriore aumento delle temperature globali al di là del limite critico di 1,5 gradi Celsius, un traguardo cruciale che i leader mondiali si sono impegnati a rispettare per contenere il riscaldamento del pianeta. Secondo il Intergovernmental Panel On Climate Change (IPCC) – Gruppo Intergovernativo di Esperti sul Cambiamento Climatico, ridurre le emissioni di carbonio a zero netto entro la metà del secolo è fondamentale. Tuttavia, l’attuale disponibilità di tecnologie per la rimozione dell’anidride carbonica è limitata, e c’è incertezza sulla loro efficacia.

Questa consapevolezza ha spinto oltre 100 Paesi a fissare obiettivi di emissioni zero nette per il 2050, con una crescente pressione sui Paesi più industrializzati, specialmente quelli in Europa e Nord America, affinché agiscano con maggiore celerità.

Le città e la sfida della neutralità climatica entro il 2030: risorse, impegno e incertezze

Le città, con la loro concentrazione di attività industriali e la densità di popolazione, rappresentano dei punti focali ideali per l’implementazione di azioni più rapide ed efficaci. Uno studio condotto nel 2022 ha rivelato che solo 10 aree urbane in Europa sono responsabili del 7,5% delle emissioni totali di anidride carbonica del continente, mentre le 100 città più inquinate contribuiscono al 20% del totale.

Le città europee, in particolare, dispongono delle risorse finanziarie e della tecnologia necessaria per affrontare rapidamente questa sfida. Ogni sforzo supplementare è benvenuto e necessario poiché ci avvicina ai nostri obiettivi climatici. Ma quanto è realistico raggiungere lo zero netto entro il 2030? Pur riconoscendo la complessità dell’impresa, l’impegno delle città per raggiungere questo obiettivo richiede un’immediata e profonda mobilitazione. Programmi come NetZero Cities dell’UE supportano le città nel loro percorso verso l’obiettivo, affrontando le barriere strutturali, istituzionali e culturali che possono ostacolare il progresso. Tuttavia, dato che molte città sono ancora alle prime fasi di questo processo, rimane incerto il grado di successo che potranno ottenere. Si tratta di un processo di apprendimento costante, alimentato dall’innovazione e dalla collaborazione.

Sfide e prospettive nella transizione verso la neutralità climatica

Alcuni settori, come l’industria pesante, continuano a presentare sfide significative. Le tecnologie per catturare e immagazzinare il carbonio non sono ancora abbastanza efficienti per risolvere completamente il problema delle emissioni industriali. Anche città portuali come Rotterdam e Amburgo si trovano di fronte a complessità aggiuntive, che richiedono un supporto più ampio a livello nazionale ed europeo.

Tuttavia, secondo l’Università Tecnica di Berlino il fattore critico non è tanto la data di scadenza degli obiettivi, ma piuttosto il momento in cui viene avviata l’azione per raggiungerli. Copenaghen, ad esempio, ha iniziato ad affrontare la sua transizione verso la neutralità climatica già nel 2012, dimostrando che un’immediata azione può portare a risultati significativi nel breve termine. Sebbene il percorso verso la neutralità carbonica entro il 2030 sia impervio e costellato di sfide, l’urgente necessità di agire in maniera determinata e coordinata è ormai una priorità indiscutibile per tutte le città che ambiscono a un futuro sostenibile.

Verso la neutralità carbonica: sfide e prospettive nelle città sostenibile europee

In campo ambientale, la necessità di ridurre l’inquinamento e le emissioni nocive è diventata un imperativo imprescindibile. Un numero crescente di città europee si è impegnato a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030, sfidando così gli accordi internazionali che fissano il 2050 come termine finale. Questa decisione implica una rivoluzione negli stili di vita dei cittadini, con modifiche radicali nei settori del trasporto, dell’edilizia e dell’alimentazione. L’Unione europea ha espresso l’intento di trasformare almeno 100 delle sue città in zone a emissioni zero entro il prossimo decennio, coinvolgendo capitali di rilievo come Parigi, Madrid e Amsterdam. Anche Berlino, sebbene inizialmente non inserita nell’elenco, ha manifestato l’aspirazione di anticipare i suoi obiettivi al 2030, come evidenziato da un recente referendum. Tuttavia, il mancato raggiungimento dell’affluenza necessaria ha ostacolato l’approvazione legislativa.

Questo impegno non solo rappresenta una risposta alle sfide ambientali attuali, ma è essenziale per evitare un ulteriore aumento delle temperature globali oltre il limite critico di 1,5 gradi. Secondo il Gruppo Intergovernativo di Esperti sul Cambiamento Climatico, ridurre le emissioni di carbonio a zero netto entro il 2030 è fondamentale per la salvaguardia del pianeta. Tuttavia, la disponibilità limitata di tecnologie per la rimozione dell’anidride carbonica e l’incertezza sulla loro efficacia rappresentano ostacoli significativi. L’azione delle città è fondamentale in questo contesto, dato il loro ruolo centrale nelle emissioni totali di anidride carbonica. Le risorse finanziarie e tecnologiche a disposizione delle città europee le rendono ben posizionate per affrontare questa sfida. Anche se i settori come l’industria pesante presentano sfide significative e le città portuali richiedono un supporto più ampio a livello nazionale ed europeo, è essenziale avviare un’immediata e profonda mobilitazione per raggiungere gli obiettivi prefissati.