Prepariamoci a un’estate rovente, torna El Niño

Rilevati i primi segnali del fenomeno climatico che si verifica ogni tre-sette anni e che causa il riscaldamento delle acque del Pacifico, ondate di calore e siccità

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Stiamo ormai per assistere al ritorno del temuto El Niño, che causerà ondate di caldo record. Le prime segnalazioni del fenomeno climatico provengono dalle acque oceaniche, monitorate tramite il satellite Sentinel-6 Michael Freilich. Gli esperti della Nasa hanno notato la presenza delle cosiddette onde di Kelvin, precursori del fenomeno, che stanno muovendosi attraverso il Pacifico equatoriale in direzione della costa del Sud America.

El Niño: un fenomeno climatico periodico con impatto globale

El Niño è un fenomeno climatico periodico che si verifica ogni tre-sette anni e che può influenzare i modelli meteorologici in tutto il mondo e comporta un riscaldamento della superficie del Pacifico. Associato all’indebolimento degli alisei (i venti che soffiano da est a ovest), El Niño è caratterizzato da livelli del mare più alti e temperature degli oceani più calde della media.

Secondo gli esperti, una serie di onde di Kelvin che si formano all’Equatore e trasportano acqua calda, particolarmente evidenti durante la stagione primaverile, sono un precursore dell’arrivo di un El Niño. La Nasa sottolinea che l’acqua si espande man mano che si riscalda, portando a livelli del mare più elevati nelle zone con acqua più calda.

In questo contesto, il fenomeno El Niño assume un ruolo significativo nel determinare i modelli climatici globali e le condizioni meteorologiche a livello planetario. Le sue ripercussioni possono essere avvertite in varie parti del mondo, influenzando la distribuzione delle precipitazioni, le temperature e la formazione di eventi estremi come siccità o inondazioni.

È essenziale comprendere e monitorare accuratamente El Niño al fine di prevenire e mitigare i suoi effetti. Ciò permette ai governi e agli operatori del settore di adottare misure tempestive per proteggere le popolazioni interessate e le infrastrutture vulnerabili. La ricerca e la cooperazione internazionale sono fondamentali per una migliore comprensione di questo fenomeno complesso e per affrontare i suoi impatti a livello globale.

Segnali dal satellite Sentinel 6 confermano i precursori di El Niño

I segnali visti dal satellite Sentinel 6 confermano i precursori di El Niño nel Pacifico equatoriale nel periodo compreso fra l’inizio di marzo e la fine di aprile 2023. I segnali in questione sono le onde di Kelvin, particolari tipi di onde che si formano nel Pacifico equatoriale e si propagano, trasportando calore. Secondo gli esperti del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, che ha fornito tre strumenti del satellite europeo, la presenza di queste onde in primavera è considerata un chiaro precursore di El Niño.

El Niño è un fenomeno climatico noto per l’indebolimento degli alisei, i venti che soffiano da Est a Ovest nella regione equatoriale. L’indebolimento degli alisei può portare a condizioni più fresche e umide nel Sud-Ovest degli Stati Uniti e a siccità nei Paesi che si affacciano sul Pacifico occidentale, come Indonesia e Australia. I segnali rilevati dal satellite Sentinel 6 forniscono importanti informazioni sulla presenza di queste onde di Kelvin, che contribuiscono a comprendere meglio l’evoluzione dei fenomeni meteorologici associati a El Niño.

L’utilizzo di strumenti avanzati come quelli forniti dalla Nasa aiuta gli esperti a monitorare e comprendere meglio questi fenomeni, consentendo una migliore previsione e gestione degli effetti del cambiamento climatico.

Punta di temperature record a maggio e previsioni di El Niño imminente

Un primo assaggio di caldo sta interessando tutto il Mediterraneo Occidentale in questi giorni, confermando l’allarme precedentemente annunciato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Le tendenze globali per il mese in corso indicano che potremmo affrontare una fase finale di maggio con punte di caldo record. Le pianure del Nord, le Isole maggiori e il Sud potrebbero registrare temperature ben oltre i 30°C. Il Centro Europeo (Ecmwf) ha tracciato questa tendenza, mostrando temperature previste superiori alle medie climatiche di riferimento, in particolare al Nord e sulle regioni tirreniche.

Inoltre, il modello Europeo evidenzia che il fenomeno di El Niño si svilupperà durante il periodo di giugno-luglio. Secondo gli esperti di 3bmeteo, l’Indian Ocean Dipole positivo rappresenterebbe un ulteriore supporto all’incremento delle temperature, mentre nel corso dell’estate la Pacific Decadal Oscillation continuerà a rimanere nella sua fase negativa.

L’arrivo di temperature elevate a maggio e le previsioni di El Niño imminente sollevano preoccupazioni riguardo agli effetti del cambiamento climatico. Le anomalie termiche rilevate in diverse regioni del Mediterraneo Occidentale richiamano l’attenzione sull’importanza di monitorare e affrontare il riscaldamento globale. È essenziale adottare misure adeguate per mitigare gli impatti del clima in evoluzione e sviluppare strategie di adattamento per proteggere l’ambiente e la società.

Il rischio di un El Niño strong e prolungato

Il cambiamento climatico è una realtà inarrestabile, come dimostrato dai dati rilevati negli ultimi anni dai climatologi. Un possibile risultato di questa situazione è l’insorgenza di un El Niño strong durante i mesi autunnali, con la conseguenza di un prolungamento delle condizioni di caldo estivo anche nel corso dell’autunno. Nonostante si possa considerare una visione a lungo termine, l’ultimo rapporto sul clima pubblicato su Copernicus conferma questa tendenza preoccupante.