La Direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) è una normativa europea che stabilisce un quadro giuridico per la gestione delle crisi bancarie. È stata introdotta nel 2014 come parte della risposta dell’Unione europea alla crisi finanziaria del 2008 e mira a garantire la stabilità del sistema finanziario, proteggendo i depositanti e riducendo il rischio di impatto negativo sull’economia reale.
Direttiva BRRD, i punti chiave
La Direttiva BRRD si applica alle banche e agli enti creditizi autorizzati nell’Unione europea. Di seguito sono elencati i principali punti chiave della direttiva:
- la risoluzione delle crisi bancarie. La Direttiva BRRD introduce un regime di risoluzione per le banche in difficoltà finanziarie, con una serie di strumenti e procedure per la gestione ordinata delle crisi. Il fine è quello di evitare il ricorso al salvataggio con fondi pubblici. Tra gli strumenti di risoluzione previsti vi sono la vendita degli asset, la separazione delle attività sane da quelle tossiche e la creazione di una “bad bank” per gestire gli asset non performanti;
- la prevenzione delle crisi bancarie. La Direttiva BRRD richiede alle banche di adottare misure preventive per evitare le crisi finanziarie. Le banche devono sviluppare piani di risoluzione dettagliati, noti come piani di risoluzione, che descrivono come sarebbero gestite eventuali situazioni di crisi. Inoltre, le banche devono mantenere un adeguato livello di capitale e liquidità per far fronte a potenziali perdite;
- la protezione dei depositanti. La Direttiva BRRD prevede che i depositi fino a 100mila euro siano garantiti dal sistema dei depositi garantiti nazionali. Ciò significa che se una banca fallisce, i depositanti possono recuperare i loro soldi fino a tale importo. Questa misura mira a rassicurare i depositanti e a prevenire panico e fuga dei capitali durante una crisi bancaria;
- la cooperazione tra le autorità nazionali competenti per gestire le crisi bancarie transfrontaliere in modo efficace. Le autorità competenti devono lavorare insieme per garantire una gestione coordinata delle crisi che coinvolgono banche con filiali o sedi in più paesi dell’UE.