Governo impone “sterilizzazione” dei redditi più alti: cosa significa

Il governo di Giorgia Meloni procede all'azzeramento dei vantaggi previsti dal taglio delle aliquote, almeno per i redditi elevati

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La riforma dell’Irpef comporta svariate novità di cui tener conto. Tra queste, spazio a una nuova franchigia da 260 euro sulle spese detraibili. Un sistema che, con riferimento ai titolari di redditi superiori alla soglia dei 50mila euro, mira ad azzerare del tutto i vantaggi previsti dal taglio delle aliquote. Vediamo nel dettaglio come tutto andrà ad applicarsi nel corso del prossimo anno e quali sono le eccezioni.

Riforma IRPEF: novità per redditi alti

Occorre precisare, fin da subito, come la nuova franchigia da 260 euro non andrà a comprendere le spese sanitarie. Tutto ciò si traduce, in soldoni, in ridotte detrazioni fiscali per chiunque vanti entrate superiori a 50mila euro annui.

Ciò per evitare di garantire anche a chi venga ritenuto “non in necessità” di avvantaggiarsi dell’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF nel corso del 2024. Di seguito riportiamo uno schema utile a capire in che modo la franchigia andrà applicandosi:

  • a tutte le spese detraibili al 19%;
  • a tutte le erogazioni liberali in favore di ONLUS, iniziative religiose, laiche e/o umanitarie;
  • alle erogazioni prodotte a sostegno di partiti politici;
  • ai premi di assicurazione per rischi legati a eventi calamitosi;
  • alle erogazioni liberali in favore di enti del terzo settore.

Le eccezioni previste dal sistema sviluppato dal governo di Giorgia Meloni comprendono tanto le spese sanitarie quanto quelle rientranti nel novero del bonus casa. In fase di calcolo del reddito, al fine di stabilire il superamento o meno della soglia dei 50mila euro, si dovrà operare al netto del reddito dell’unità immobiliare che è registrata come abitazione principale e delle pertinenze.

Taglio delle detrazioni: per chi scatta

L’obiettivo di questa fetta di riforma fiscale operata dall’esecutivo al governo prevede la limitazione dei benefici introdotti ai redditi più bassi. Chi rientra nel terzo scaglione indicato, dunque, dovrà pagare la nuova franchigia.

I contribuenti che vanteranno un reddito lordo superiore a 50mila euro, vedranno dunque azzerate le detrazioni nel 2024, qualora quelle spettanti, almeno in teoria, non arrivino alla soglia della franchigia. Nel caso in cui questa venisse superata, si dovranno comunque sottrarre 260 euro.

Nessuna intenzione, però, di colpire duramente i redditi medio-alti. Per tale ragione si è deciso di escludere dal calcolo della soglia il valore della prima casa. Stando alle prime stime, in attesa dei testi ufficiali del provvedimento per confermare il tutto al 100%, sarebbero interessati da quest’azione fiscale circa 2 milioni di contribuenti, tra quelli che dichiarano più di 50mila euro annui e richiedono le detrazioni IRPEF.

L’indirizzo seguito dal governo è chiaro: proseguire verso un’aliquota unica, seguendo l’idea della flat tax paventata in campagna elettorale. Nessun addio, però, al principio di progressività. Lo prevede la Costituzione e Meloni intende rispettarlo attraverso le detrazioni applicate, che saranno al centro di una riforma. Quest’ultima, però, richiederà del tempo, come precisato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo: “Occorrono attenzione e cautela. Lavoro che va fatto non in tempi brevissimi”.

Questo provvedimento va a innalzare la “no tax area” nel mondo del lavoro dipendente, che raggiunte quota 8500 euro. In questo modo si va equiparando il tutto alla situazione dei pensionati.