Cambiano le regole per l’emissione della fattura semplificata, almeno per i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario. L’Italia ha recepito la nuova normativa Ue in materia Iva, così come è stata modificata dalla direttiva 202/285.
Cosa cambia, in estrema sintesi, per i diretti interessati? Volendo sintetizzare al massimo, le regole previste dall’articolo 21-bis del Dpr b. 633/1972 verranno applicate senza limite di importo. Sarà, quindi possibile emettere la fattura semplificata anche per importi superiori a 400 euro. Ma attenzione, non tutti lo potranno fare.
Ma cerchiamo di comprendere nel dettaglio cosa cambia per i contribuenti che hanno optato per il regime forfettario. E, soprattutto, come debbano muoversi nel momento in cui emettono un documento contabile.
Indice
Regime forfettario, la fattura semplificata senza limiti
Il 9 ottobre 2024 dovrebbe concludersi l’esame dello schema di decreto legislativo per attuare la direttiva europea 2020/285, che introduce delle importanti novità per le piccole imprese e alcune regole sulla disciplina Iva.
Lo scorso 7 agosto 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un testo che, sostanzialmente, allinea le regole alle nuove disposizioni comunitarie. Le novità hanno un importante impatto sugli adempimenti fiscali in capo alle cosiddette partite Iva minori. Tra i quali rientrano quanti hanno optato per il regime forfettario.
La normativa Ue ha un obiettivo molto importante: la semplificazione. Soprattutto delle operazioni in capo alle piccole imprese. Per centrare l’obiettivo finale si parte dalle operazioni connesse con l’Iva. L’intento, sostanzialmente, è quello di ridurre gli oneri amministrativi e mettere le basi per favorire la crescita.
Da quando partono le novità
Dal 1° gennaio 2025, i titolari di partita Iva che beneficiano della flat tax avranno la possibilità di emettere la fattura in modalità semplificata. Anche quando sono relative a delle operazioni di valore superiore a 400 euro.
I diretti interessati non dovranno più prendere in considerazione la soglia massima che è stata prevista dall’articolo 21-bis del DPR n. 633/1972. Sostanzialmente queste sono le novità contenute all’interno dello schema del decreto legislativo di recepimento, che è stato approvato direttamente dal Governo. Allo stato attuale si attende unicamente l’approvazione delle Commissioni competenti di Senato e Camera. Dopo questo passaggio dovrebbe arrivare il via libera definitivo.
Fattura semplificata, in cosa consiste
La fattura semplificata ha debuttato ufficialmente il 1° gennaio 2013. L’importo massimo è stato innalzato il 10 maggio 2019 a seguito dell’emanazione di un decreto da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Anche in quell’occasione la modifica della soglia di applicazione era stata determinata da una nuova normativa sull’Iva comunitaria.
Al momento è possibile utilizzare la fattura semplificata per le operazioni di valore inferiore a 400 euro. L’importo deve essere considerato come comprensivo di imponibile Iva dai soggetti che ne sono passivi. La fattura semplificata è caratterizzata da un numero inferiore di informazioni e importi. È uno strumento particolarmente utile per i soggetti che operano in specifici settori, come ad esempio la ristorazione. Per quanti dovessero esercitare questa attività risulta particolarmente vantaggioso utilizzarli, sia perché è possibile emettere i documenti in tempistiche leggermente più veloci, sia perché le procedure di emissione risultano particolarmente semplificate.
Cosa inserire nella fattura semplificata
L’articolo 21 del Decreto Iva prevede esplicitamente che i dati da inserire all’interno della fattura semplificata sono i seguenti:
- numero progressivo e data di emissione. Servono per identificare in maniera univoca la fattura semplificata, senza incorrere in errori;
- denominazione o ragione sociale – o nome e cognome – residenza fiscale del soggetto cedente o che presta il servizio;
- numero di partita Iva del prestatore o cedente;
- ragione sociale, ditta, nome e cognome, residenza o domicilio del cessionario o committente;
- le indicazioni dei servizi che sono stati offerti o dei beni ceduti;
- l’ammontare complessivo del documento e della relativa imposta;
- quando viene emessa una nota di credito, deve essere indicata l’eventuale fattura rettificata con indicazioni e sulle specifiche degli elementi soggetti a modifica.
Quelle che abbiamo appena visto sono le regole generali per emettere una fattura semplificata. I contribuenti che hanno optato per il regime forfettario potranno emettere dei documenti il cui importo supera i 400 euro. Per gli altri, invece, la suddetta soglia non deve essere superata.
Come funziona il regime forfettario
Ricordiamo che il regime forfettario permette di accedere ad un’aliquota agevolata del 15% (o al 5% per i primi cinque anni di attività) e ad una serie di semplificazioni fiscali molto interessanti per i contribuenti.
Introdotto dalla Legge n. 190/2014 – ossia la Finanziaria a 2015 – il regime forfettario ha determinato l’abrogazione di tutti i regimi agevolati che esistevano fino a quel momento:
- il regime contabile agevolato per gli ex minimi;
- il regime delle nuove iniziative produttive;
- il regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, detto regime dei nuovi minimi.
I requisiti per poter accedere rimanere nel regime forfettario sono decisi dalle varie leggi di bilancio: per il 2024 il limite dei ricavi e compensi è fissato a 85.000 euro.
Come accedere al regime forfettario
Il primo requisito per poter accedere al regime forfettario è avere un ricavi o compensi inferiori a 85.000 euro all’anno. Nel caso in cui nel corso dell’anno questa soglia viene superata, è necessario aderire al regime ordinario (di genere il passaggio avviene l’anno successivo rispetto allo sforamento). Il secondo requisito riguarda le spese sostenute per il personale dipendente o per il lavoro accessorio, che non deve superare il limite di 20.000 euro.
Per decidere se aderire o meno al regime forfettario, il contribuente deve valutare le spese che sostiene nel corso dell’anno per il personale dipendente e valutare quanti ricavi o compensi percepisce nel corso dell’anno. Nel caso in cui dovesse non sforare gli importi può rimane nel regime forfettario.
In sintesi
Con la fattura semplificata senza limiti, solo e soltanto per i contribuenti che hanno optato per il regime forfettario è possibile emettere delle fatture semplificate per un importo superiore a 400 euro.
Nulla cambia, invece, per gli altri contribuenti, per i quali rimangono sempre le stesse regole.