Blogger: quando è necessario aprire la partita Iva

Un blogger deve aprire necessariamente la partita IVA? Scopriamo quando è obbligato a farlo.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Nel momento in cui si effettua un’attività come blogger è indispensabile aprire una partita Iva? Come devono essere gestiti i proventi di questo lavoro? Quando diventa indispensabile fare la dichiarazione dei redditi? Sono diverse le preoccupazioni che accomunano i giovani blogger, soprattutto nel momento in cui devono affrontare gli aspetti fiscali della loro attività. La burocrazia in Italia, come molti ben sapranno, non è una buona compagna di viaggio, indipendentemente dal lavoro che si è deciso di intraprendere.

In questa sede abbiamo intenzione di fornire le informazioni necessarie ai blogger, che hanno appena avviato la loro attività e si sono accorti che, attraverso il loro blog, possono guadagnare qualcosa. Cercheremo di comprendere quando è necessario aprire una partita Iva, ma soprattutto cercheremo di capire quali sono gli adempimenti fiscali, amministrativi e contributivi che è necessario assolvere per essere completamente in regola.

Come fa a guadagnare un blogger

La maggior parte dei blogger, quando scrivono i primi articoli da pubblicare online, lo fanno per soddisfare un proprio bisogno, una necessità o magari perché ritengono di poter essere utili agli altri grazie alle informazioni che forniscono. Spesso ci si accorge, con il passare del tempo, che il blog inizia a riscuotere un certo successo: intorno alla pubblicazione inizia a crearsi una community e può capitare che arrivino delle offerte di sponsorizzazione. Queste richieste possono arrivare sotto forma di articoli o di banner pubblicitari. Una delle possibilità di monetizzare attraverso un blog sono i vari programmi di affiliazioni, che vengono offerti dai diversi giganti dell’e-commerce.

Questo, per ogni blogger, è il momento di fermarsi un attimo e chiarirsi le idee dal punto di vista fiscale. In questa fase è necessario iniziare a gestire correttamente i guadagni che arrivano dal blog, indipendentemente dalle cifre che si ricevono.

Premettiamo un fatto: riuscire ad ottenere dei guadagni da un blog non è semplice. È necessario avere molta costanza ed impegno. A volte per riuscire ad ottenere anche un piccolo guadagno ci vuole molto tempo, oltre che un briciolo di fortuna.

I guadagni indiretti

Un blogger ha la possibilità di ottenere dei guadagni indiretti dalla gestione del proprio blog, sottoscrivendo degli accordi con delle società pubblicitarie. Questi, in estrema sintesi, costituiscono dei guadagni che permettono al blog di ricevere una remunerazione in percentuale, rispetto al guadagno che è ottenuto da queste società che gestiscono la raccolta pubblicitaria. La remunerazione indiretta di un blogger può essere schematizzata in questo modo:

  • banner pubblicitari: sono guadagni che derivano da accordi con società che si occupano della raccolta pubblicitaria e che permettono di ottenere un guadagno per ogni visualizzazione o per ogni click che il visitatore del blog fa sul banner pubblicitario. Sicuramente, uno dei più famosi e conosciuti network pubblicitari è costituito da Google Adsense. Per riuscire ad ottenere dei guadagni notevoli, però, è necessario raggiungere un numero elevato di pagine;
  • affiliazioni commerciali: sono accordi che permettono al blogger di ospitare dei banner di aziende, che hanno intenzione di offrire dei prodotti al pubblico, come è ad esempio Amazon. Per ogni vendita effettuata tramite il link presente sul sito, il blogger ottiene una percentuale;
  • post sponsorizzati: questi guadagni arrivano attraverso un post, con il quale il blogger dovrà andare a veicolare i gusti e le abitudini dei suoi follower. Questo è uno degli aspetti che le aziende sfruttano per riuscire a portare a casa un’ottima strategia di marketing.

Difficile dire quale sia la modalità di remunerazione che rende di più o quale sia la migliore. Non esiste una risposta valida per tutti: dipende dal tipo di blog e dal suo pubblico.

I guadagni diretti di un blog

Nel momento in cui il blogger offre dei servizi, siamo davanti a dei guadagni diretti. Ma forse è bene spiegarsi meglio: nel momento in cui il blogger dovesse decidere di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per essere d’aiuto ai propri follower. Un caso tipico può essere quello del travel blogger, che si propone di organizzare e gestire un viaggio per i visitatori che ne facciano richiesta. O della fashion blogger che si proponga per aiutare i propri follower nel fare gli acquisti. Ovviamente queste attività vengono svolte dietro il pagamento di un compenso.

Questi guadagni arrivano attraverso quello che comunemente viene definito come inbound marketing: una strategia di marketing con la quale viene messa al centro la persona e la capacità di attirare verso sé i suoi follower. Lo scopo finale è quello di indurre le persone ad acquistare i servizi, che vengono proposti dalla sua piattaforma online.

È necessario aprire una partita Iva?

Nel momento in cui arrivano i primi guadagni, il blogger deve necessariamente fare i conti con gli eventuali adempimenti fiscali. Uno dei primi aspetti da chiarire è se sia necessario aprire una partita Iva per pagare le tasse sui guadagni effettuati online.

L’amministrazione finanziaria, in Italia, prevede che venga aperta una partita Iva nel momento in cui viene soddisfatta una determinata caratteristica: l’abitualità della prestazione. Quindi la domanda di fondo che è necessario porsi è un’altra: l’attività che svolgiamo è abituale – e quindi risulta essere continuativa nel tempo – o è occasionale. Nel caso in cui sia abituale, è obbligatorio aprire una partita Iva, altrimenti è possibile ricorrere alle prestazioni di lavoro autonomo occasionale.

L’errore che commettono molti blogger è quello di preoccuparsi degli aspetti fiscali solo e soltanto quando siano riusciti a raggiungere un reddito stabile. Quello non è il momento corretto in cui iniziano gli obblighi fiscali, ma lo è quando l’attività di monetizzazione diventa abituale.

Gli adempimenti fiscali di un blogger

Quali sono gli adempimenti fiscali di un blogger, che ha deciso di svolgere abitualmente questa attività. Li riassumiamo brevemente:

  • apertura della partita Iva: questo è il primo adempimento che è necessario effettuare. Questa operazione non ha alcun costo: è sufficiente presentare l’apposito modello presso l’Agenzia delle Entrate, scegliendo il regime fiscale più adatto alle proprie caratteristiche. Con l’apertura della partita Iva sarà necessario anche inserire il Codice Ateco, il quale può essere: 73.11.02Conduzione campagne marketing e altri servizi pubblicitari” o 70.21.00Pubbliche Relazioni e Comunicazione”;
  • iscrizione alla Camera di Commercio: è un’operazione obbligatoria, perché ai fini fiscali la conduzione di campagne pubblicitarie è un’attività commerciale. L’iscrizione comporta il sostenimento dei diritti annuali, per circa 80 euro in caso di esercizio dell’attività in forma individuale;
  • iscrizione alla Gestione Commercianti dell’Inps: dato che il blogger effettua un’attività commerciale deve iscriversi a questa particolare gestione, che prevede il versamento di contributi fissi ogni anno per circa 4.000 euro all’anno a prescindere dal reddito, che coprono un reddito generato fino a 15.000 euro.

Cosa succede se il blogger si occupa di altro

Un singolo contribuente può avere, al massimo, una sola partita Iva. Nel caso in cui il blogger sia anche un copywriter, un traduttore o qualsiasi altra attività che non richieda l’iscrizione ad un albo professionale, è possibile fatturare utilizzando la stessa partita Iva.

Quello a cui è necessario prestare attenzione, però, sono gli aspetti previdenziali, perché potrebbe risultare obbligatorio iscriversi ad una seconda previdenza obbligatoria dell’Inps.