Affitti brevi, tasse più alte per milioni di italiani: sale la cedolare

Nella legge di Bilancio 2024 varata dal Governo è prevista una norma che dovrebbe intervenire sulla cedolare secca di b&b e case vacanze, alzandola di 5 punti

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Nuova stretta del Governo su b&b e case vacanze. Con una norma inserita nella legge di Bilancio 2024 l’esecutivo sarebbe intenzionato ad aumentare di 5 punti la cedolare secca sugli affitti brevi dall’attuale 21% al 26%. Una decisione che andrebbe a incidere su milioni di proprietari che nelle grandi città d’arte e nelle località turistiche hanno destinato i propri immobili alla locazione per soggiorni di breve periodo, e che starebbe già suscitando malumori nella maggioranza.

La stretta sugli affitti brevi

Al momento non ci sono certezze sull’esatta portata della misura, che secondo indiscrezioni raccolte da ‘Repubblica’ tra i corridoi del Mef e del ministero del Turismo aumenterebbe di un quarto il prelievo fiscale sugli affitti brevi. Ma sulla presenza nel testo nella Legge di Bilancio varato in Cdm non ci sarebbero dubbi, come si legge all’articolo 19 che recita: “Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili”.

Un intervento che va nella direzione di un giro di vite sui b&b e sulle case vacanze, a tutela del settore alberghiero, che sarebbe penalizzato da una tassazione più gravosa rispetto alle attività ricettive che lavorano nel breve periodo.

Concorrenza ritenuta sleale dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, che da settimane è al lavoro su un decreto legge per riformare gli affitti brevi e che, come avevamo riportato qui, proponeva l’obbligo di un pernottamento minimo di due notti per i proprietari di abitazioni destinati ai soggiorni brevi.

“Il contratto di locazione per finalità turistiche – si legge nell’ultima bozza del decreto legge – avente ad oggetto uno o più immobili ad uso abitativo, nei comuni capoluoghi delle città metropolitane, non può avere una durata inferiore a due notti consecutive, fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare con almeno tre figli”.

Le contestazioni

Il provvedimento era finito sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma era stato sospeso da parte della forze di maggioranza come la Lega: “Non possiamo limitare la libertà dei cittadini” aveva dichiarato il segretario del Carroccio Matteo Salvini frenando il decreto  (qui avevamo riportato le ultime norme sugli affitti brevi del Ddl turismo e le conseguenze per Airbnb).

Lo stesso partito del vicepremier, insieme anche ad esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, avrebbero frenato adesso anche la possibilità di un aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, nonostante l’intervento sulla fiscalità del settore non alberghiero sia ormai presente nella legge di Bilancio (qui la guida alla tassa di soggiorno di QuiFinanza).

“Si tratterebbe di un grave errore del governo. Ci aspettiamo una smentita“, ha dichiarato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in difesa dei proprietari di immobili.

Proteste arrivate anche l’Associazione italiana gestori affitti brevi: “Si tratta di una misura che, se confermata, andrebbe a colpire proprio quella classe media che il governo dice di voler supportare nella capacità di spesa mettendo le mani nelle tasche dei proprietari italiani – si legge in una nota Forse non è ancora chiaro a chi immagina queste norme che per, lo Stato, gli affitti brevi valgono circa 11 miliardi di euro in termini di prenotazioni dirette, circa altri 44 miliardi di indotto per un totale di circa 57 miliardi di Pil, calcolando anche quanto attivato da ristrutturazioni, arredi e manutenzioni”.