Niente tasse a Regioni e Comune, l’86% va allo Stato centrale

Solo il 14% del gettito resta a Regioni e Comuni, il resto va allo Stato, ma il 44% della spesa pubblica è a carico degli enti locali

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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L’86% del gettito tributario finisce nelle casse dello Stato centrale e appena il 14% viene destinato a Regioni, Province e Comuni. Secondo gli ultimi dati, gli italiani hanno versato 613,1 miliardi di euro di tasse, ma solo una minima parte resta sul territorio. Si tratta di un divario enorme che si riflette sulle capacità dei governi locali di programmare e garantire i servizi ai cittadini.

Parlando di spesa, le Regioni e gli enti locali si sobbarcano il 44% della spesa pubblica, dalla sanità al trasporto locale fino all’edilizia abitativa. Il resto dipende dai trasferimenti da Roma, proprio perché lo Stato centrale incassa la grande maggioranza delle tasse. Il meccanismo, secondo il centro studi CGIA, accentua la dipendenza delle Regioni e rende le autonomie locali sempre più fragili.

Tasse e spese delle Regioni nel 2023

Il centro studi CGIA ha riportato i dati del gettito tributario complessivo e di come questo viene redistribuito tra Stato centrale e Regioni. Quello che emerge è che, dei 613 miliardi totali, appena il 14% resta a Regioni, Province, Comuni e altri enti. In termini assoluti si tratta di 83,7 miliardi di euro, mentre i restanti 529,4 miliardi (l’86%) sono incassati dallo Stato centrale.

Il problema è la spesa: nello stesso anno dell’analisi (2023) la spesa pubblica, al netto delle pensioni e degli interessi sul debito, ha sfiorato i 644 miliardi di euro. Di questi, 362 miliardi sono stati spesi dallo Stato (56%) e 281 miliardi da Regioni e Comuni (44%).

Incassi Regioni e Comuni
Centro Studi CGIA
Tasse e spese Regioni, Comuni e Stato.

Traducendo i numeri, i territori spendono quasi la metà, ma raccolgono poco più di un decimo delle entrate.

Le Regioni dipendono dallo Stato centrale

Il problema è che gli enti locali hanno entrate proprie limitate. Regioni e Province si finanziano soprattutto con l’Irap, le addizionali Irpef e il bollo auto. I Comuni invece contano sull’Imu, sull’addizionale comunale Irpef e sulle concessioni edilizie. Ma sono numeri che impallidiscono di fronte a Irpef, Iva e Ires, cioè le grandi imposte gestite dallo Stato centrale.

Ne consegue che i governi locali devono ricorrere a trasferimenti dallo Stato centrale, basati sulla spesa storica: quanto è stato erogato e utilizzato negli anni precedenti. Questo criterio spesso non tiene conto dei bisogni nuovi. Se non esistono fondi straordinari legati a decisioni politiche o ad altri negoziati, il rischio è di non riuscire a garantire i servizi alla comunità.

Chi dà e chi riceve?

Nel report emergono anche i dati sulla differenza tra quanto una Regione versa allo Stato e quanto riceve in spesa pubblica. Secondo i dati più recenti:

  • il Nord ha un saldo negativo, cioè versa più di quanto riceve;
  • il Sud e le Isole hanno un saldo positivo, cioè ricevono più di quanto versano.

Non si tratta di un’anomalia. I redditi al Sud sono più bassi e quindi le entrate fiscali ridotte, mentre i trasferimenti aumentano per garantire livelli minimi di servizi. Le Regioni con un saldo positivo maggiore sono la Calabria (+3.085 euro pro capite), la Sicilia (+2.989) e la Puglia (+2.440).

Al contrario, il Nord sostiene maggiormente il bilancio nazionale. Le più penalizzate sono Veneto e Lombardia, che nel tempo hanno organizzato diversi referendum per richiedere una maggiore autonomia fiscale e amministrativa, con l’obiettivo di trattenere più risorse sul territorio.

Il dibattito sull’autonomia differenziata resta aperto: per alcuni è la strada giusta per riequilibrare le finanze e responsabilizzare le Regioni; per altri rischia di ampliare ulteriormente i divari territoriali, sottraendo fondi a un Sud storicamente svantaggiato da politiche di investimento più attente al settentrione.