Superbonus verso tassazione più morbida sulle plusvalenze, emendamento per chi vende casa

Per stimolare il mercato immobiliare, la maggioranza punta a dimezzare i tempi utili per tassare le plusvalenze derivate dalla vendita di un immobile ristrutturato con il Superbonus

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 10 Novembre 2024 17:58

Il Fisco potrebbe presto tendere la mano a chi ha ristrutturato casa con il Superbonus e poi ha avuto intenzione di vendere: un emendamento firmato dalla senatrice Lavinia Mennuni (FdI) al decreto fiscale collegato alla Manovra prevede tasse più leggere sulle plusvalenze per chi abbia effettuato la ristrutturazione di un immobile e poi lo abbia venduto. Il testo è ora in esame presso il Senato.

Due le motivazioni alla base del provvedimento: stimolare il mercato immobiliare, che rischia di rallentare dopo la stretta al Superbonus, e contribuire a creare un Fisco più amico dei cittadini.

Cosa cambia

Entro le 16:00 di lunedì 11 novembre scade la presentazione degli emendamenti al disegno di legge di Bilancio presso l’omonima commissione della Camera. Se il testo di Mennuni venisse approvato, scenderebbero da 10 a 5 gli anni dell’imponibilità della plusvalenza.

Si prevede poi di escludere gli immobili in vendita con il contratto preliminare registrato, o trascritto, entro l’1 gennaio 2024.

E in caso di lavori di riqualificazione sulle parti comuni (ma non sul singolo immobile), la tassazione sulla plusvalenza non dovrebbe superare l’ammontare del beneficio fiscale goduto.

Viene poi proposto, per chi ha optato per la cessione del credito, di poter dedurre gli oneri finanziari sopportati e che la tassazione della plusvalenza sia collegata all’effettiva fruizione del Superbonus in dichiarazione dei redditi. Su quest’ultimo punto si rimanda la questione a un successivo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per il governo Meloni si tratta di una parziale marcia indietro, dal momento che la tassazione sulla plusvalenza era stata introdotta con l’ultima legge di Bilancio. L’esecutivo ha però accolto il pressing di una serie di operatori del settore, e in particolare della Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari), che hanno evidenziato le attuali criticità sofferte dal mercato immobiliare.

Il commento della Fimaa

Maurizio Pezzetta, vicepresidente vicario della Fimaa, commenta dicendo che “l’attuale disciplina sulla tassazione sta determinando una contrazione nelle compravendite, rischiando così di rallentare il mercato immobiliare, e quindi l’intero comparto che rappresenta il volano dell’economia, e oltre il 20% del Pil nazionale. La Fimaa attenziona da tempo tale disposizione e si è attivata da diversi mesi per evidenziare le criticità della norma, sin dall’inizio”.

“Ringraziamo i vari rappresentanti politici attenti alla questione, e le Associazioni con le quali Fimaa ha sollevato l’attenzione sul tema e che hanno collaborato con noi alla stesura di alcune proposte-chiave per modificare la disciplina. Un particolare ringraziamento va alla Senatrice Mennuni, che sta dimostrando una grande attenzione e sensibilità verso tale questione. Auspichiamo che la proposta emendativa, che punta a garantire maggiore equità e a ristabilire il pieno rispetto del principio del legittimo affidamento tra contribuente e Amministrazione, possa trovare un consenso trasversale nel panorama parlamentare ed essere approvata”, conclude Pezzetta.

Bonus ristrutturazioni in Manovra

Sempre sul tema casa, la Manovra del governo Meloni prevede la conferma del Bonus ristrutturazioni al 50%, da spalmare su 10 anni, ma unicamente per la prima casa ed entro un tetto di spesa che non superi i 96.000 euro. Sulla seconda casa e le successive, il bonus cala al 36%.