Saldo dell’Imu 2025, scadenza il 16 dicembre: chi non deve pagare e perché

Entro il 16 dicembre è necessario passare alla cassa per versare il saldo Imu 2025. Chi deve pagare l'imposta e le esenzioni previste

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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Si avvicina il secondo appuntamento dell’anno con l’Imu: entro il 16 dicembre 2025 è necessario passare alla cassa e versare il saldo. Il conguaglio deve essere calcolato tenendo conto delle aliquote aggiornate deliberate dai singoli Comuni.

In linea di principio sono tenuti al versamento del saldo Imu tutti i contribuenti proprietari di un immobile o di un terreno, con la sola esclusione delle abitazioni principali non classificate come immobili di lusso.

L’Imu, inoltre, deve essere versata per le aree fabbricabili e per i terreni agricoli.

Chi deve pagare il saldo Imu

Per comprendere chi sia tenuto al pagamento della rata Imu di dicembre è necessario dare uno sguardo alla Legge di Bilancio 2020, all’interno della quale è stato delineato con precisione chi siano i soggetti tenuti a effettuare il versamento.

L’obbligo di passare alla cassa scatta nel momento in cui il contribuente è proprietario:

  • di un fabbricato, con la sola esclusione dell’abitazione principale (a meno che non sia accatastata come abitazione di tipo signorile, villa, castello o palazzo con importanti pregi artistici o storici);
  • aree fabbricabili;
  • terreni agricoli.

Il 16 dicembre 2025 devono effettuare il versamento dell’Imu:

  • i proprietari degli immobili;
  • chi è titolare di un diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sull’immoible;
  • i genitori, nel caso in cui dovessero essere assegnatari della casa familiare per una disposizione di un giudice;
  • i locatari degli immobili, anche quelli ancora da costruire o in corso di costruzione, nel caso in cui dovessero essere stati concessi in locazione finanziaria.

All’interno del proprio portale istituzionale il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha spiegato esplicitamente che l’Imu è dovuta dai soggetti elencati al punto precedente e non dalla persona che occupa l’immobile.

Quando non bisogna versare il saldo Imu

L’elenco dei soggetti obbligati a versare l’Imu, indirettamente, ci fa comprendere chi non è sottoposto a questo obbligo.

Non devono mettere mano al portafoglio il 16 dicembre (e non lo devono aver fatto lo scorso 16 giugno) le seguenti persone:

  • in caso di affitto dell’immobile: l’inquilino;
  • quando ci dovesse essere l’usufrutto, il nudo proprietario;
  • la società di leasing concedente, perché l’onere è in carico all’utilizzatore;
  • il comodatario – deve pagare il comodante perché è il titolare dell’immobile;
  • l’affittuario dell’azienda nel caso in cui l’azienda dovesse essere proprietaria di un immobile.

La regola dell’importo minimo

Prima di effettuare il pagamento dell’Imu è necessario tenere a mente anche la regola dell’importo minimo, che permette di evitare il pagamento dell’imposta anche ai soggetti che, almeno sulla carta, lo dovrebbero fare.

Il versamento può essere evitata nel caso in cui l’importo dovuto, tra acconto e saldo, sia inferiore a 12 euro e della cifra indicata da singolo Comune.

Se il totale supera il limite ma la prima rata è pari (solo per fare un esempio) a 11 euro, il pagamento dovrà essere effettuato, ma potrà essere effettuato in un’unica rata con il saldo in scadenza il 16 dicembre 2025.

Come funziona l’esenzione prima casa

Il legislatore ha previsto una serie di agevolazioni Imu ed esenzioni.

L’esenzione più importante, indubbiamente, è quella legata all’abitazione principale. In realtà siamo davanti a quella che potrebbe essere definita come un’eccezione, che è stata prevista direttamente dalla normativa di riferimento e che viene applicata a un solo immobile per contribuente.

Ma quando si parla di abitazione principale, generalmente, a cosa ci si riferisce? A fornire un’indicazione dettagliata e precisa in questo senso ci ha pensato la Legge di Bilancio 2020, che all’articolo 1, comma 741, lettera b) spiega che:

Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale o in comuni diversi, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile scelto dai componenti del nucleo familiare.

Un supporto interpretativo dei casi nei quali l’esenzione per l’abitazione principale può essere applicata arriva dalla sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022 della Corte Costituzionale, con cui è stato garantito il diritto alla doppia esenzione ai coniugi con residenze in abitazioni differenti, indipendentemente dal fatto che siano ubicate nello stesso Comune o in Comuni differenti.

Viene superato, in altre parole, il duplice requisito della residenza anagrafica e della dimora abituale per l’intero nucleo familiare e non solo per il proprietario dell’immobile.

Niente esenzione per gli immobili di lusso: quali sono

Anche quando sono adibiti ad abitazione principale, l’Imu è sempre dovuta per gli immobili di lusso.

Rientrano in questa categoria quelli presenti nella tabella:

Categoria catastale Tipologia di immobile
A/1 Abitazioni di tipo signorile
A/8 Abitazioni in ville
A/9 Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici

Gli immobili classificabili come abitazione principale sono quelli, come ha specificato il Ministero dell’Economia e delle Finanze che sono classificati:

Nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna di tali categorie, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo.

A partire dal 2020 il trattamento di favore non viene più applicato ai contribuenti pensionati che vivono all’estero e che sono iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), che possono beneficiare di una riduzione al 50%.

Le altre eccezioni al pagamento dell’Imu

L’ultima Legge di Bilancio ha previsto l’esenzione dal pagamento dell’Imu per gli immobili distrutti o oggetto di ordinanze di sgombero in quanto inagibili in quanto situati nei territori del Centro Italia, che sono stati colpiti dal sisma del 2016.