C’è chi ha presentato la dichiarazione dei redditi in tempo e adesso aspetta il rimborso Irpef. Che purtroppo non sta arrivando. A questo punto il dubbio diventa lecito: è successo qualcosa che impedisce la sua erogazione? Deve essere dato per perso completamente?
Nella gestione dei crediti che spettano ai contribuenti un ruolo importante lo hanno i debiti fiscali: quando superano la soglia dei 500 euro, l’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di bloccare le erogazioni.
In questo più ampio contesto è importante sapere se i rimborsi Irpef si sono arenati da qualche parte o se, all’orizzonte, c’è la possibilità di riuscirli a percepire in tempi brevi.
Indice
Chi ha diritto a ricevere il rimborso Irpef
È bene ricordare brevemente in cosa consistono i rimborsi Irpef: vengono erogati nel momento in cui lo Stato restituisce delle imposte sui redditi pagate in eccesso dai contribuenti.
Il diritto a ricevere questi crediti spetta trasversalmente a tutti, non importa che siano dei dipendenti, dei pensionati o degli autonomi, una volta che è stata presentata la dichiarazione dei redditi.
Ogni volta in cui l’Agenzia delle Entrate si accorge che un determinato soggetto ha versato un importo superiore di imposte rispetto a quelle che realmente avrebbe dovuto versare.
Generalmente il rimborso Irpef spetta quando:
- il contribuente ha diritto a delle detrazioni fiscali per le spese mediche, per un mutuo, per un figlio a carico o per gli altri casi previsti dalla normativa;
- il contribuente ha diritto a delle deduzioni sul reddito imponibile, come possono essere quelle sui contributi previdenziali;
- sono state effettuate delle ritenute Irpef in busta paga o sulla pensione troppo alte;
- gli acconti versati sono troppo alti rispetto al saldo dovuto.
In quali casi i crediti vengono bloccati o ritardati
In alcuni casi l’Agenzia delle Entrate si può riservare il diritto di trattenere il rimborso Irpef per effettuare dei controlli preventivi sulla dichiarazione dei redditi che il contribuente ha presentato.
Sono due le tipologie di controlli che possono essere effettuati: quelli automatizzati e quelli formali.
Controlli automatizzati
I controlli automatizzati sono regolamentati dall’articolo 36-ter del Dpr n. 1600/1974. Vengono effettuati nel momento in cui si riscontrano:
- delle incoerenze tra i dati che il contribuente ha dichiarato e quelli che sono in possesso dell’Agenzia delle Entrate;
- il rimborso dovesse risultare superiore a 4.000 euro quando nella dichiarazione dei redditi vengono indicati dei familiari a carico o altri crediti indicati.
Un esempio del primo caso può essere costituito dal soggetto che dichiara un reddito da lavoro dipendente differente da quello che risulta dalla certificazione unica.
A far bloccare la pratica nel secondo caso è l’importo del credito richiesto, non tanto la sua correttezza o meno.
Controlli formali
I controlli formali vengono effettuati nel momento in cui la dichiarazione dei redditi presenta degli errori o non sono stati allegati gli opportuni documenti giustificativi.
A questo punto l’Agenzia delle Entrate chiede tutta la documentazione necessaria. Il rimborso rimane bloccato fino a quando non vengono espletati i controlli del caso.
Quando dovessero esserci dei controlli il contribuente, generalmente, riceve una Pec, una raccomandata A/R o una comunicazione tramite l’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate.
La nuova compensazione automatica
Nel 2025 è entrata in vigore un’altra novità molto importante: nel caso in cui i contribuenti dovessero avere dei debiti fiscali, i contribuenti non ricevono in automatico il rimborso Irpef.
Ad introdurre questo cambiamento è stato il Decreto Legislativo n. 110/2024, approvato in attuazione della riforma fiscale, con il quale è stato previsto che:
Se un contribuente ha debiti fiscali superiori a 500 euro, l’Agenzia delle Entrate può sospendere il rimborso Irpef e utilizzarlo in compensazione fino a concorrenza del debito.
In altre parole, nel caso in cui il contribuente dovesse avere dei debiti iscritti a ruolo (come degli avvisi di accertamento esecutivi o delle cartelle esattoriali ancora non pagati), il rimborso Irpef viene congelato.
È bene sottolineare che questo stop arriva per qualsivoglia tipo di debito, dunque l’Iva, l’Imu, la Tari e le multe per le infrazioni stradali.
Ma come funziona nel dettaglio il meccanismo della compensazione automatica?
L’Agenzia delle Entrate, nel momento in cui dovesse accorgersi della presenza di un debito superiore a 500 euro, prima di erogare il rimborso formula una proposta di compensazione al contribuente, che ha tempo 60 giorni per decidere di:
- aderire alla proposta.
- rifiutare la compensazione.
Se aderisce, il credito Irpef viene utilizzato per estinguere i debiti pregressi. Verrà accreditato solo il residuo.
Se rifiuta, il rimborso viene sospeso fino al 31 dicembre dell’anno successivo. Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate Riscossione avvia le pratiche per recuperare coattivamente i crediti.
Come controllare a che punto è il rimborso Irpef
Per accertarsi a quale punto sia il rimborso Irpef è necessario accedere all’area riservata dell’Agenzia delle Entrate – per farlo è necessario utilizzare le credenziali digitali Spid, Cie o Cns.
Qui si devono verificare:
- il cassetto fiscale, nella sezione Rimborsi;
- il Modello 730, nella sezione Stato della liquidazione.
Si dovrà poi accedere all’area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni e accertarsi se siano presenti dei debiti superiori a 500 euro.
Cosa fare se non arriva niente
Il contribuente dovrebbe iniziare a preoccuparsi del blocco del rimborso Irpef solo dopo 6 mesi dalla presentazione della dichiarazione dei redditi e se nel frattempo non riceve alcuna comunicazione dagli uffici tributari.
In questo caso una verifica debitoria potrebbe aver bloccato l’erogazione del credito da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Nel caso in cui, almeno formalmente, non ci sia niente che stia bloccando la pratica, potrebbe essere necessario muoversi come segue:
- presentare un’istanza di sollecito all’Agenzia delle Entrate attraverso Pec, contact center o sportello;
- presentare un ricorso giurisprudenziale per farsi accreditare il rimborso (in caso di silenzio prolungato).