Partite Iva, si cambia: tasse a rate, addio saldi e acconti

Nel prossimo futuro sarà eliminato il sistema di saldo e acconto due volte l’anno e al suo posto arriveranno pagamenti a rate mese per mese.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Da decenni in Italia si parla della necessità, se non di una vera e propria rivoluzione fiscale, di una riforma organica che provveda allo snellimento burocratico, oltre che allo sperabile calo della pressione fiscale. Ora qualcosa si muove quanto meno sul fronte delle Partite Iva. Per le quali il sistema dei pagamenti “acconto” e “saldo” porta i contribuenti a dover anticipare parte delle tasse che dovrebbe pagare l’anno successivo, mentre in futuro potrebbe prevedere pagamenti a rate mese per mese.

Se n’era parlato un anno fa

L’idea non è nuova. Già un anno fa ne avevano accennato direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, la vice ministra dell’Economia Laura Castelli e l’allora titolare del dicastero Roberto Gualtieri, nella logica di superare il meccanismo degli acconti e dei saldi per andare verso un sistema basato sulla certezza di tempi e adempimenti e una diluizione nel corso dell’anno degli importi da versare, calcolato in base a quanto effettivamente incassato da parte delle partite Iva.

La svolta

Ora l’argomento torna in cima all’agenda, e il progetto potrebbe essere portato a termine indipendentemente dalla riforma fiscale generale. Sul tema, riportato in Parlamento dalla Lega, c’è la convergenza anche di Iv e M5S (che ne chiede un’implementazione opzionale).

Cosa cambia

Nello specifico, si propone di automatizzare – e modernizzare, sotto molteplici punti di vista – il sistema fiscale delle partite IVA e delle imprese, ribaltando il paradigma su cui oggi si basa il sistema fiscale italiano. Attualmente, i titolari di una partita IVA, coadiuvati dai loro consulenti fiscali, devono calcolare le imposte non solo per l’anno in corso, ma anche per l’anno successivo, pagando il saldo delle tasse per l’anno in corso e l’acconto per quello successivo. Un sistema che, giocoforza, genera crediti o debiti da saldare nel corso dell’anno successivo.

La proposta ritiene che debba essere l’Agenzia delle Entrate – Riscossione a calcolare l’ammontare delle tasse da pagare su base mensile (o trimestrale, al massimo), e comunicare l’ammontare al contribuente. Quest’ultimo non dovrà far altro che accettare l’addebito sul conto corrente, verificando che tutti i conteggi dell’Agenzia siano corretti. In questo modo si ridurrebbero anche gli appuntamenti del calendario fiscale.

Conviene anche allo Stato

L’obiettivo è quello di liberare oltre 4 milioni di contribuenti (tra autonomi, professionisti e partite Iva) da un calendario di scadenze fiscali sempre in movimento. Il sistema della liquidazione periodica mensile (o trimestrale) potrebbe consentire all’erario di registrare un flusso costante di entrate, e non più soggetto a picchi come adesso, e ai contribuenti interessati di pagare le tasse sugli incassi e le spese effettive e quindi di poter contare su una maggiore liquidità per effetto di una riduzione dello stock di credito d’imposta.

Uscita da flat tax

Quella della rateazione del pagamento potrebbe non essere l’unica novità in arrivo per gli autonomi: in vista della prossima legge delega, una delle ipotesi allo studio di Parlamento e governo è infatti anche quella di “un’uscita graduale” dalla flat tax al 15% per le partite Iva con fatturato oltre i 65mila euro, in modo da permetterne la crescita senza eccessive penalizzazioni.