Partita Iva, bonus e agevolazioni da richiedere nel 2023

Anche nel corso del 2023 i titolari di partita Iva hanno la possibilità di accedere ad alcuni bonus. Ecco quali sono.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 24 Maggio 2023 09:15

Le agevolazioni fiscali e contributive riservate ai liberi professionisti, ai lavoratori autonomi ed alle imprese individuali vengono comunemente conosciute come bonus Partita Iva. Nel corso del 2023 i contribuenti hanno ancora la possibilità di richiederli senza particolari problemi.

I bonus Partita Iva vengono suddivisi in due categorie: da una parte ci sono le misure riservate ai soggetti in difficoltà finanziarie, i quali possono accedere ad una serie di misure a sostegno del reddito. Dall’altra parte ci sono dei contributi a fondo perduto, che possono essere richiesti per avviare o dare supporto all’attività d’impresa. Cerchiamo di capire quali siano i bonus del 2023 a sostegno dei titolari di partita Iva.

Bonus Partita Iva: le misure a sostegno del reddito

Tra i bonus partita Iva destinati a sostenere il reddito dei lavoratori autonomi e i liberi professionisti sicuramente spicca l’Iscro: l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa ed il reddito di cittadinanza. Vediamo come funzionano le due iniziative.

Come funziona l’Iscro

L’Iscro, in un certo senso, costituisce una sorta di indennità di disoccupazione, che è riservata ai lavoratori con partita Iva. Ad istituirla in via sperimentale è stata la Legge di Bilancio 2021 e può essere richiesta ancora per il 2023. Salvo, ovviamente, proroghe dell’ultimo momento.

Possono accedere alla Iscro i titolari di partita Iva ed i collaboratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, che abbiano registrato una perdita del fatturato pari al 50% rispetto alla media degli ultimi tre anni. In ogni caso il fatturato non deve superare gli 8.972,04 euro. Per potervi accedere è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • essere in possesso della Partita Iva almeno da quattro anni;
  • essere in regola con i versamenti obbligatori dei contributi;
  • non percepire Naspi, Dis-Coll o il reddito di cittadinanza;
  • avere dichiarato un reddito inferiore a 8,972 euro l’anno precedente rispetto alla presentazione della domanda.

L’Iscro prevede l’erogazione di un’indennità straordinaria per sei mesi, che viene riconosciuta dal primo giorno del mese successivo rispetto alla data di presentazione della domanda. Quello che abbiamo davanti è un contributo mensile pari al 25% dell’ultimo reddito da lavoro autonomo dichiarato. L’Inps ha previsto, comunque vada, una soglia minima ed una massima: l’assegno non può essere inferiore a 254,75 euro e non può superare gli 815,20 euro al mese.

La domanda per ottenere questo particolare deve essere presentata direttamente all’Inps entro e non oltre il 31 ottobre 2023.

Come funziona il reddito di cittadinanza

Anche i titolari di partita Iva hanno la possibilità di accedere al reddito di cittadinanza. Questa misura, è bene ricordarlo, costituisce a tutti gli effetti un’integrazione al reddito familiare. Risulta essere compatibile in tutto e per tutto con il lavoro svolto in maniera autonoma. È possibile richiederlo, nel momento in cui si sta attraversando un momento economicamente difficile, purché siano rispettati i seguenti requisiti:

  • il diretto interessato deve essere in possesso della cittadinanza italiana, europea o di un permesso di soggiorno di lungo periodo in Europa;
  • essere residente in Italia da almeno dieci anni;
  • l’Isee deve essere inferiore a 9,360 euro;
  • le proprietà immobiliari non devono essere superiori a 30.000 euro, con esclusione della prima casa;
  • i beni mobili non devono avere un valore superiore a 6.000 euro;
  • il reddito familiare non deve essere superiore a 6.000 euro annui, che possono salire a 9.360 euro annui per chi vive in affitto;
  • l’intero nucleo familiare deve possedere dei veicoli al di sotto dei 1.600 cc di cilindrata.

I contribuenti titolari di una partita Iva hanno l’obbligo di dimostrare che, benché stiano svolgendo un’attività di lavoro autonomo, il loro reddito risulti essere inferiore a 6.000 euro e l’Isee risulti essere inferiore a 9.360 euro.

Contributi a fondo perduto per i titolari di partita Iva

Per sostenere ed incentivare l’attività dei titolari di partita Iva, il Governo ha previsto una serie di contributi a favore delle microimprese e delle piccole imprese. Attraverso questi particolari sostegni, l’esecutivo ha intenzione di sostenere la liquidità iniziale per avviare o migliorare l’attività. Particolare attenzione è stata data alle regioni del sud Italia. Vediamo quali sono le iniziative a cui è ancora possibile accedere.

ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero

Questo è un incentivo messo a disposizione da Invitalia ed è destinato alle micro e piccole imprese. Il target è ben definito, ma soprattutto è circoscritto: giovani tra i 18 ed i 35 anni e le donne, indipendentemente dalla loro età.

La misura prevede un vero e proprio mix tra finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto, che possono essere richiesti per investimenti fino a tre milioni di euro.

Cultura Crea 2.0

Anche questa iniziativa è stata promossa da Invitalia. Come si può intuire direttamente dal nome, mette al centro la cultura. Questo particolare bonus ha lo scopo di andare ad incentivare la nascita e la crescita delle iniziative nel settore dell’industria culturale ricreativa e turistica. L’iniziativa, però, opera esclusivamente in alcune regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Anche in questo caso è previsto un finanziamento agevolato ed un contributo a fondo perduto. Cultura Crea 2.0 prevede, inoltre, delle premialità aggiuntive per le imprese che sono costituite da donne e giovani e che presentino un alto rating di legalità

Resto al sud

Come si può perfettamente comprendere dal nome, questa misura è rivolta alle aziende che operano nel sud tIalia e principalmente nelle seguenti regioni:

  • Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
  • aree del cratere sismico del Centro Italia, quali Lazio, Marche e Umbria;
  • isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.

La misura si rivolge ad una platea particolarmente ampia: possono richiederlo quanti hanno un’età compresa tra i 18 ed i 55 anni e stiano operando nei seguenti settori:

  • industria;
  • artigianato;
  • trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
  • turismo;
  • commercio.

Grazie a questo bonus è possibile coprire fino al 100% delle spese ammissibili per la ristrutturazione, l’acquisto di macchinari nuovi, programmi informatici e servizi. Il finanziamento è suddiviso in questo modo:

  • un 50% è costituito da un contributo a fondo perduto;
  • un 50% è finanziato dalla banca.

La domanda per accedervi può essere presentata in qualsiasi momento.