Imu non pagata, quali sono le sanzioni e quando va tutto in prescrizione

Dal mancato pagamento dell’Imu all’accertamento esecutivo: tutte le fasi che portano alla riscossione forzata

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Quando si avvicina la scadenza dell’Imu, che sia l’acconto (o rata unica) del 16 giugno o il saldo del 16 dicembre, nella testa del contribuente si fa strada un pensiero: “Ma cosa succede se non si paga l’Imu?”.

L’Imposta municipale propria rappresenta una delle principali fonti di finanziamento dei Comuni e, proprio per questo, gli enti locali hanno sviluppato negli ultimi anni sistemi di controllo e riscossione sempre più efficaci.

Dal 2020, in particolare, il legislatore ha rafforzato i poteri di accertamento dei Comuni. L’Imu non pagata, dunque, rappresenta un rischio per le tasche del contribuente, a causa delle sanzioni.

Mancato versamento Imu, le scadenze da rispettare

I Comuni possono effettuare le attività di accertamento e riscossione Imu direttamente o tramite concessionari esterni.

Dal 2020 la legge di Bilancio ha ampliato gli strumenti a disposizione dei Comuni, consentendo, tra l’altro, l’accesso ai dati dei fornitori di energia elettrica, acqua e gas. L’obiettivo è contrastare le false residenze, soprattutto nelle località turistiche, dove spesso immobili formalmente dichiarati come abitazione principale presentano consumi incompatibili con una reale dimora abituale.

In presenza di consumi irrisori per gran parte dell’anno e picchi concentrati nei mesi estivi o invernali, il Comune può presumere l’esistenza di una residenza fittizia e revocare l’esenzione Imu, recuperando l’imposta non versata con sanzioni e interessi.

L’Imu deve essere versata, come detto, ogni anno: entro il 16 giugno per l’acconto (o per il pagamento in unica soluzione) ed entro il 16 dicembre per il saldo Imu.

Se una scadenza cade di domenica o in un giorno festivo, il termine slitta al primo giorno lavorativo successivo. Il mancato rispetto di queste date fa scattare automaticamente sanzioni e interessi.

Chiunque non ricada nelle esenzioni Imu dettate dalla legge, è chiamato al versamento entro i termini.

Cosa succede se non si paga l’Imu entro la scadenza

Chi non versa l’Imu nei termini può ancora rimediare spontaneamente attraverso il ravvedimento operoso, pagando l’imposta dovuta con una sanzione ridotta e gli interessi legali.

Tuttavia, se il contribuente non regolarizza la propria posizione, il Comune può notificare un avviso di accertamento.

Se anche l’avviso di accertamento non viene pagato entro 60 giorni (o impugnato davanti alla Corte di Giustizia Tributaria), l’atto diventa definitivo e può essere avviata la riscossione coattiva.

Dal 2020 gli avvisi di accertamento Imu sono titoli esecutivi: ciò significa che non è più necessaria una successiva cartella di pagamento per procedere con le azioni esecutive.

Trascorsi i termini senza pagamento o rateizzazione, l’Agente della riscossione o il concessionario comunale può avviare azioni coattive, tra cui:

  • fermo amministrativo dei veicoli (con preavviso);
  • pignoramento di conti correnti, stipendi e pensioni;
  • pignoramento o ipoteca su immobili anche diversi da quello per cui l’Imu non è stata pagata.

Se il debito complessivo non supera i 10.000 euro, il contribuente ha diritto a ricevere un sollecito e un preavviso prima dell’esecuzione forzata, ma ciò non elimina il rischio delle azioni di recupero.

Sanzione Imu non pagata

In assenza di ravvedimento operoso, l’omesso o tardivo versamento dell’Imu comporta:

  • sanzione ordinaria pari al 25% dell’imposta non versata (ridotta dal 30% a partire dal 1° settembre 2024);
  • interessi calcolati al tasso legale per ogni giorno di ritardo.

A queste si aggiungono, nei casi più gravi:

  • sanzione del 100% per omessa dichiarazione Imu;
  • sanzione del 40% per dichiarazione infedele.

Ravvedimento operoso Imu

Il ravvedimento operoso consente di sanare spontaneamente il debito prima che arrivi un atto impositivo. Le sanzioni vengono ridotte in base al momento in cui si effettua il pagamento:

  • entro 14 giorni = sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo (ravvedimento sprint);
  • dal 15° al 30° giorno = sanzione dell’1,5%;
  • dal 31° al 90° giorno = sanzione dell’1,67%;
  • entro un anno = sanzione del 3,75%;
  • entro due anni = sanzione del 4,29%;
  • oltre due anni = sanzione del 5%.

Trascorsi questi termini si applica la sanzione piena. Una novità rilevante è che oggi il ravvedimento è possibile anche dopo l’avvio delle attività di controllo, fino a quando non viene notificato l’atto di accertamento vero e proprio.

Imu non pagata per anni

Se l’Imu non viene versata per più annualità, le sanzioni non si sommano aritmeticamente. Secondo la giurisprudenza, tra cui la sentenza n. 420/1/2024 della Corte di Giustizia Tributaria di Bergamo, trova applicazione il cumulo giuridico: resta l’obbligo di pagare tutte le imposte dovute, ma l’importo complessivo delle sanzioni risulta inferiore.

Paradossalmente, chi non ha mai pagato l’Imu per diversi anni può trovarsi, sul piano sanzionatorio, in una posizione meno gravosa rispetto a chi ha commesso più violazioni isolate.

Prescrizione Imu

L’Imu si prescrive in 5 anni, a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui il versamento era dovuto. Ad esempio, l’Imu 2022 si prescrive il 31 dicembre 2027, se il Comune non notifica alcun atto entro tale data.

La prescrizione può essere interrotta da avvisi di accertamento, ingiunzioni o cartelle di pagamento, facendo ripartire il termine quinquennale da capo.