Fisco, Letta: “Dote ai 18enni tassando eredità oltre i 5 milioni”. Ma Draghi frena

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Redazione

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Pubblicato: 21 Maggio 2021 09:33

(Teleborsa) – “Una dote per i diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del Paese di pagarla con la tassa di successione“. Questa la proposta lanciata ieri dal segretario del Pd, Enrico Letta.

Nel dettaglio la proposta prevede una dote di 10mila euro ai diciottenni della “generazione Covid”, da finanziare con un aumento delle tasse di successione e donazione sui patrimoni sopra i 5 milioni. L’assegno – spiega Letta – riguarderebbe “circa 280mila ragazze e ragazzi ogni anno” ovvero “il 50% di chi diventa maggiorenne”, e verrà assegnata “sulla base dell’Isee familiare”. Complessivamente, il costo stimato è di 2,8 miliardi l’anno “finanziabili tramite la revisione in senso progressivo delle aliquote sull’imposta sulle successioni e donazioni”. In particolare, “mantenendo la franchigia di 1 milione di euro e portando al 20% l’aliquota massima di tassazione per le eredità e le donazioni tra genitori e figli superiori a 5 milioni di euro“.

L’operazione, spiega il Pd, verrebbe finanziata agendo sulle successioni e le donazioni “dell’1% degli italiani“. La “dote” dovrebbe essere spesa per “formazione e istruzione”, oppure per “lavoro e piccola imprenditoria” o, infine, per coprire i costi di “casa e alloggio”.

La prospettiva di incrementare l’aliquota di tassazione per eredità o donazioni superiori a 5 milioni di euro tra genitori e figli – attualmente in Italia pari al 4%, tra le più basse in Europa (Germania 30%, Spagna 34%, Gran Bretagna 40%, Francia 45%) – si è subito scontrata con un categorico “no” del centrodestra. E sul tema ha frenato anche Mario Draghi. “Non ne abbiamo mai parlato, ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli” si è limitato a commentare il premier.

Per il Pd l’intervento andrebbe anche a colmare, almeno in parte, il divario attuale tra la tassazione prevista in Italia per successioni e donazioni e quella in vigore nei principali Paesi europei. “Oggi dalle tasse di successione – fa sapere il Nazareno – l’Italia incassa circa 800 milioni, contro i 6 miliardi della Gb, i 7 miliardi della Germania e i 14 miliardi della Francia. In Italia i soldi guadagnati sono tassati troppo, quelli ricevuti da grosse eredità poco o nulla”.