Detrazioni figli a carico, le differenze tra dipendenti e partite Iva

A seguito dell'introduzione dell'assegno unico sono state previste alcune novità per le detrazioni sui figli a carico. Ecco cosa cambia

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 8 Febbraio 2020 17:41Aggiornato: 22 Gennaio 2024 15:27

A seguito dell’entrata in vigore, dal 1° marzo 2022, dell’assegno unico universale, le detrazioni per i figli a carico sono state assorbite dalla nuova misura. Al momento rimangono in vigore le detrazioni per i figli con un’età pari o superiore a 21 anni.

Questa importante novità ha comportato delle importanti ripercussioni nella compilazione della dichiarazione dei redditi. Ma cerchiamo di capire come si debbano comportare i contribuenti per non commettere degli errori.

Detrazioni figli a carico per lavoratori dipendenti

Sono completamente scomparse del 1° marzo 2022 le detrazioni per i figli a carico. Da questa data sono sostanzialmente rimasti:

  • la detrazione pari a 950 euro per ogni figlio – anche quelli nati e fuori dal matrimonio riconosciuti ed i figli adottivi – purché abbiano un età pari o superiore a 21 anni. È possibile accedere a questa detrazione dal momento in cui il figlio compie 21 anni;
  • la regola secondo la quale la detrazione spetta per la parte che corrispondente al rapporto tra l’importo di 95.000 euro, diminuito del reddito complessivo e 95.000 euro;
  • la regola in base alla quale in presenza di più figli per i quali è possibile accedere alla detrazione, l’importo è aumentato di 15.000 per ciascun figlio dopo il primo.

La formula che dovrà essere applicata risulta essere la seguente:

950 x (95.000 – reddito complessivo) / 95.000

Per ogni singolo figlio successivo al primo, l’importo indicato in 95.000 euro al numeratore e al denominatore dovrà essere incrementato di 15.000.

Soffermandosi, invece, sulle regole relative alla ripartizione, devono essere applicate quelle che erano in vigore precedentemente. Il limite di reddito per considerare un figlio a carico fiscalmente è pari a 2.840,51 euro, che passa a 4.000 euro per i figli con più di 24 anni.

Non ci sono più, invece, le seguenti agevolazioni:

  • la detrazione aumentata 1 .220 euro per ogni figlio che abbia meno di tre anni;
  • gli aumenti di importo pari a 400 euro per i figli portatori di handicap e di 200 euro per ogni figlio a partire dal primo per i lavoratori con più di tre figli;
  • la detrazione aggiuntiva di 1.200 euro per le famiglie numerose.

Cosa è previsto per partite IVA forfettarie

Per chi ha aperto la partita IVA forfettaria, la questione delle detrazioni per i figli a carico è molto facile. Semplicemente, non le hanno.

Trattandosi di un regime fiscale agevolato e semplificato, infatti, tutte le possibili detrazioni (non solo quelle per figli e familiari a carico, ma anche quelle sanitarie e altre spese che, con altri regimi, potrebbero essere detratte dall’imponibile) sono calcolate in maniera forfettaria a seconda dell’attività professionale svolta.

Detrazioni figli a carico per partite IVA ordinarie

Per chi ha una partita IVA ordinaria si applicano, da un punto di vista teorico, le stesse aliquote e la stessa formula applicata ai dipendenti.