Sono svariati i temi delicati connessi al decreto fiscale, che sembra poter spingere il governo a un confronto tutt’altro che semplice. I toni amichevoli sembrano ormai lontani da un po’, con i tre leader che in svariate occasioni hanno evidenziato visioni differenti e a tratti opposte.
Al momento il decreto fiscale è in discussione al Senato e, a partire dal canone Rai, che è di certo una priorità in chiave di propaganda elettorale, qualcosa cambierà di certo. Di seguito vi riportiamo ipotesi e certezze.
Canone Rai ridotto
Matteo Salvini in passato aveva gridato ai propri elettori tutto il dissenso nei confronti del canone Rai in bolletta. Aveva addossato le colpe a Matteo Renzi e annunciato la netta volontà di fare il possibile per cancellare il tutto questo finanziamento proveniente dalle tasche del popolo.
Peccato che con il governo di Giorgia Meloni il canone rischia di aumentare rispetto al recente passato. Ecco dunque un emendamento al decreto fiscale, presentato dalla Lega, al fine di confermare il taglio a 70 euro, già previsto nella manovra dello scorso anno.
Sguardo però rivolto anche alla Rai, aiutata con un contributo di 430 milioni di euro. Di fatto i soldi pubblici confluiranno comunque nelle casse della rete. Nel silenzio degli altri esponenti di governo, tutto dovrebbe procedere in questa direzione, con una messa in votazione nell’arco di meno di due settimane.
Le proposte della Lega
La Lega ha presentato un emendamento sul tema del payback sanitario. Si tratta di un meccanismo che chiama in causa le imprese farmaceutiche. Ai colossi viene chiesto un contributo nel caso in cui ci fosse uno sforamento dei tetti di spesa previsti per gli enti locali, ovviamente a tema dispositivi medici.
Tutto ciò porterebbe a una vera e propria cabina di regia, volendola definire così, per una gestione oculata del dossier con le aziende di settore. In questo non c’è conflitto con Fratelli d’Italia, che ha presentato un emendamento in pratica identico. Matteo Salvini e i suoi insistono inoltre per il rinvio e la rateizzazione del contributo per gli autonomi. Ciò riguarderebbe anche i contributi previdenziali e assistenziali.
Ancora una volta fianco a fianco, Lega e FdI hanno lavorato a un emendamento al dl Fisco in merito al discarico anticipato delle cartelle non riscosse. I crediti erariali maturati a partire dal 1° gennaio 2025, e non ancora riscossi dal Fisco, passeranno sulle scrivanie di un operatore pubblico, specializzato nel recupero crediti.
Si andrà però a creare prevedibilmente una ramificazione considerevole. Se l’operatore indicato avrà infatti funzione di master servicer, al di sotto ci saranno diversi special servicer. Si parla di uno o più operatori di cui ci si potrà avvalere per sbrigare le questioni, tante, aperte in maniera tributaria.
Per quanto riguarda i crediti maturati dal 2000 al 2010, invece, l’Agenzia delle Entrate Riscossione disporrà il discarico automatico dei crediti. Ciò vuol dire che gli enti creditori previsti saranno autorizzati a disporre l’affidamento di crediti a un operatore pubblico specializzato che, alla stessa maniera, potrà avvalersi di altri special servicer.
Non si può però parlare di Lega senza parlare di trasporti, considerando il ruolo di Salvini. C’è chi sostiene che quest’ultimo dovrebbe occuparsi del tema in maniera più attenta e precisa ma, intanto, ecco una richiesta di incremento per il contratto di programma.
In termini pratici si parla di 430 milioni da riservare alla parte servizi. Si andrebbe così a rivedere l’accordo tra il ministero delle Infrastrutture e Rfi, ovvero Rete ferroviaria italiana. Anche in questo caso spazio a un emendamento al decreto fiscale in discussione. Per com’è oggi, il testo prevede 750 milioni di euro. L’aggiunta porterebbe dunque il tutto a 1180 milioni.
Le proposte di Forza Italia
A partire dal 2025 potrebbe aumentare la somma massima detraibile per quanto riguarda le spese scolastiche dei propri figli. Forza Italia chiede, con un emendamento al Testo unico per le imposte, che salga fino a 4mila euro.
Sguardo rivolto non soltanto ai genitori ma anche alle Forze armate. Il legame tra divisa e destra è ben noto e si richiedono 30 milioni per il pagamento degli straordinari del 2024. La prima firma di questo emendamento è quella di Gasparri.
Torna poi a far sentire la propria voce il senatore Claudio Lotito, che promulga lo stop al divieto di pubblicità indiretta del gioco d’azzardo e delle scommesse. Via libera totale, spera, non soltanto durante le manifestazioni sportive, ma anche culturali o artistiche. Spazio poi a trasmissioni televisive, radiofoniche e ancora stampa quotidiana, periodica, affissioni, pubblicazioni in genere, canali informatici, telematici e digitali. Nessun paletto o quasi, con semaforo verde anche ai social media.
Le proposte di Fratelli d’Italia
Tutti d’accordo, opposizione compresa, sull’aliquota ridotta per i micro birrifici artigianali e le piccole produzioni. Si mira a rendere il tutto strutturale. In merito è giunta una serie di emendamenti al decreto fiscale, fronte Lega, Fratelli d’Italia, Pd e M5s. In pratica uno sconto sulle accise al 50% per chi produce fino a 10mila ettolitri. Fino a 30mila è pari al 30% e per le imprese fino a 60mila è al 20%.
Si torna poi a parlare di criptovalute, dopo le polemiche sul pericolo nuova tassazione, poi rientrato. Purtroppo, però, chi ha puntato su Bitcoin e co. Dovrà inserire il tutto, così come giacenze all’estero e rimesse in denaro consistenti, nel calcolo Isee.