L’Agenzia delle Entrate manderà nei prossimi giorni alcune lettere indirizzate alle partite Iva che non hanno aderito al concordato preventivo biennale. Si tratta dell’ultimo tentativo del Governo di coinvolgere altri lavoratori autonomi nell’iniziativa, la cui scadenza è già stata più volte prorogata, e che non ha riscosso il successo sperato dall’esecutivo.
A ricevere la comunicazione dell’AdE saranno circa 2,2 milioni di contribuenti che avrebbero diritto a scegliere il concordato preventivo ma che non lo hanno fatto. Per coloro che aderiranno alla misura di pianificazione fiscale rimane in vigore la possibilità di ottenere una sanatoria per i debiti fiscali degli anni tra il 2018 e il 2022.
Le lettere dell’Agenzia delle Entrate
Il Governo non ha ancora rinunciato a promuovere una delle misure più rappresentative tra gli interventi fiscali dedicati alle partite Iva, una parte dei contribuenti verso cui l’attuale maggioranza ha storicamente riservato molte attenzioni. Dopo il fallimento dell’iniziativa per l’ampliamento del regime forfettario, la cosiddetta flat tax, fino a 100mila euro di fatturato annuo infatti, l’unica norma dedicata ai liberi professionisti è stata il concordato preventivo.
Dopo la prima scadenza infatti, l’esecutivo ha deciso di posticipare la data ultima per presentare la domanda al 12 dicembre, ma solamente per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre. In questo modo il Governo spera di riuscire ad attrarre ancora qualche libero professionista indeciso, e a questa opera di convincimento parteciperà anche l’Agenzia delle Entrate.
L’AdE manderà infatti lettere a 2,2 milioni di liberi professionisti che hanno aperto una partita Iva e che hanno i requisiti necessari per prendere parte al concordato preventivo biennale. La lettera ricorderà ai contribuenti che scegliere il concordato preventivo permette di accedere a tutti i benefici premiali riconosciuti ai soggetti Isa, oltre a consentire di optare per un’imposta sostitutiva con aliquote ridotte sul maggior reddito concordato.
Il concordato preventivo e la sanatoria
La lettera dell’Agenzia delle Entrate ricorda anche che il concordato preventivo biennale permette di accedere a una sanatoria per i debiti con il fisco. Si tratta di una delle ultime misure messe a disposizione di chi richiede il concordato e riguarda gli anni tra il 2018 e il 2022. È pensata per i contribuenti che sono andati in difficoltà nel periodo appena precedente e appena successivo alla pandemia da Covid-19 e che hanno di conseguenza accumulato problemi con l’AdE.
L’obiettivo del Governo, con scelte come quella della sanatoria e della proroga alle scadenze, è quello di aumentare il numero di partite Iva che accedono al concordato preventivo biennale. I dati sono infatti stati abbastanza deludenti: soltanto poco più di 500mila professionisti, di cui 400mila in regime tradizionale e 100mila forfettario, hanno aderito alla prima scadenza. Si tratta del 12% della popolazione a cui faceva riferimento la misura.
Il gettito generato è stato di poco più di 1,3 miliardi di euro, non abbastanza per poter operare su altri fronti, come il taglio dell’aliquota dello scaglione Irpef che impatta di più sul ceto medio. Un problema anche politico, che sta creando forti tensioni nella maggioranza a causa della scarsità di risorse finanziarie disponibili nella prossima legge di bilancio.