Le dimissioni di Carlo Fuortes dalla carica di amministratore delegato della Rai hanno messo in moto un vero e proprio terremoto per la tv di Stato, con la televisione pubblica che potrebbe presto subire una vera e propria trasformazione. Una decisione, quella di Fuortes, che si traduce in un vero e proprio assist per Giorgia Meloni e la destra, con la premier che già da mesi stava riflettendo sul cambio al vertice Rai preparando una lista di nomi da proporre per il futuro della televisione di Stato.
Le conseguenze dell’addio di Fuortes sono dunque scritte e chiare, con la Rai pronta a vivere un vai e vieni di figure illustri che farebbero partire un vero e proprio domino delle nomine.
Perché Fuortes si è dimesso
Carlo Fuortes, dal 2021 amministratore delegato della Rai, ha comunicato le proprie dimissioni in una lunga lettera inviata anche al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il dirigente romano classe 1959 ha giustificato il suo addio spiegando che “non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro“. Il riferimento di Fuortes, infatti, è all’instabilità della propria posizione, troppo spesso di recente finita nel mirino del Governo.
L’amministratore delegato dimissionario ha infatti specificato: “Dall’inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico”.
Nonostante il passo indietro, però, l’ex ad della Rai ha rivendicato tutti gli obiettivi raggiunti come il rilancio di Rai2, la trasformazione organizzativa per Generi e il potenziamento di RaiPlay e dell’offerta digitale.
Ma quale futuro attende Carlo Fuortes? Lasciata la Rai, i rumors lo vorrebbero vicino alla sovrintendenza del San Carlo di Napoli, col Consiglio dei Ministri che presto approverà una norma volta a introdurre il limite di età a 70 anni per il pensionamento dei direttori delle fondazioni lirico-sinfoniche che di fatto farebbe fuori l’attuale sovrintendente del San Carlo, Stéphane Lissner, che proprio lo scorso gennaio ha compiuto 70 anni.
I possibili nuovi vertici Rai
Archiviata l’era Fuortes è però tempo per il Governo di voltare pagina e cercare i volti più o meno nuovi per la Rai. Più o meno, sì, perché la lista dei sostituti parte con volti noti alla tv di Stato la cui guida potrebbe spettare a un fedele della premier Meloni, ovvero l’attuale responsabile di Radio Rai Roberto Sergio. Con Sergio ad, potrebbe quindi essere Giampaolo Rossi a diventare direttore generale, figura che conosce bene l’azienda.
Il giro di poltrone potrebbe però non fermarsi qui, con le cariche vacanti anche per il Tg1 e il Tg2. Per il telegiornale di Rai1, infatti, Meloni sarebbe pronta a sollevare dall’incarico Monica Maggioni, che potrebbe diventare direttrice del Coordinamento editoriale al posto di Giuseppina Paterniti. Al suo posto potrebbe arrivare uno tra Gian Marco Chiocci, oggi direttore di Adnkronos, o Nicola Rao, oggi alla guida del Tg2.
Per il telegiornale di Rai2, dovesse saltare Rao, potrebbe arrivare Antonio Preziosi, mentre per Rai Parlamento si fa largo il nome di Giuseppe Carboni, ex direttore del Tg1 scelto da Conte e che il M5s potrebbe ottenere come parte della concordanza di vedute trovata con Meloni. Al Tg3 potrebbe anche restare Mario Orfeo.
Quasi certa la rimozione di Stefano Coletta come direttore dell’intrattenimento Rai, col suo posto che potrebbe essere preso da Marcello Ciannamea.