La nuova città chiave per Putin si chiama Kaliningrad: ecco perché

La nuova città chiave della guerra in Ucraina si chiama Kaliningrad: un'exclave russa nel cuore dell'Europa sotto il cappello Nato. Perché è così importante

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

La nuova città chiave della guerra in Ucraina, che potrebbe cambiare le sorti del conflitto, si chiama Kaliningrad: un’exclave russa nel cuore dell’Europa sotto il cappello Nato. Si tratta di un centro situato in una regione russa nell’Europa orientale, sulla costa del Mar Baltico, non lontano dalla Germania, a cui era appartenuta in epoca prussiana, e ora ritenuta fondamentale sia per l’offensiva di Mosca in Ucraina sia per garantire la sua sicurezza nel continente.

Mentre la minaccia nucleare si fa sempre più pesante (vi abbiamo parlato qui dell’affondamento dell’incrociatore Moskva e dell’allarme della CIA), la Russia ha organizzato esercitazioni militari lo scorso sabato a Kaliningrad, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Interfax, che ha citato le dichiarazioni del Baltic Fleet Command. Questo pochi giorni dopo che un alto funzionario aveva messo in guardia i Paesi europei contro qualsiasi potenziale azione contro Kaliningrad.

“Fino a 1.000 militari e più di 60 unità di equipaggiamento militare sono stati coinvolti nelle operazioni di controllo”. Separatamente, 20 caccia Su-27 e bombardieri dell’aviazione navale di prima linea Su-24 hanno condotto un addestramento durante la notte, simulando attacchi a bersagli aerei e terrestri a bassa velocità, posti di comando ed equipaggiamento militare a Kaliningrad”, ha affermato Interfax.

Dove si trova Kaliningrad e perché è così strategica

Patria del filosofo Kant, quasi 1 milione di cittadini, forte destinazione per la migrazione interna da altre parti della Russia, nonché uno dei più grandi centri industriali russi e dotata di una posizione bellissima che le ha permesso di essere eletta più volte la migliore città russa, non confina direttamente con la Russia, e anzi si trova lontano, in mezzo tra Lituania e Polonia.

Kaliningrad è estremamente strategica perché, oltre a non avere confini con la Russia, ha anche l’unico porto non ghiacciato del Mar Baltico tutto l’anno. Di conseguenza, la città portuale è fondamentale sia per la Russia che per gli Stati baltici per garantire il trasporto e il commercio in tutta la regione, dove le temperature sono generalmente inferiori allo zero durante gran parte dell’inverno.

Ma al di là dei trasporti e del commercio, Kaliningrad ha una sua importanza puramente strategica: ospita infatti la flotta baltica del Paese ed è posizionato come il territorio più occidentale di Mosca, vicino al cuore dell’Europa.

Alcuni analisti militari pensavano che se la NATO fosse intervenuta, o se Mosca avesse preso di mira altre ex repubbliche sovietiche come la Lituania, uno stato membro baltico della NATO o la vicina Polonia, che fornisce all’Ucraina armi fondamentali della NATO, Kaliningrad avrebbe potuto essere un trampolino di lancio per l’attacco della Russia a quei Paesi.

“Da un lato, un attacco potrebbe arrivare lungo il confine più orientale della NATO, in particolare il confine della Polonia con la Bielorussia, o in uno degli Stati baltici. Dall’altro, la NATO potrebbe subire un’offensiva altrettanto devastante praticamente dall’interno della sua stessa casa, dall’oblast (regione, ndr) di Kaliningrad, pesantemente armato”, ha dichiarato la ricercatrice del Lexington Institute Sarah White.

La Russia ha già schierato missili nucleari a Kaliningrad?

Secondo i rapporti delle intelligence internazionali, mentre cresce anche l’allerta per le armi chimiche, Mosca avrebbe schierato a Kaliningrad missili strategici con capacità nucleare. Diversi esperti sono convinti che Putin, che ha messo in allerta le armi nucleari del Paese all’inizio della sua offensiva in Ucraina, potrebbe usare i presunti missili Iskander di Kaliningrad per colpire le capitali europee se il conflitto degenerasse in una guerra nucleare. Mosca al momento non nega, né riconosce apertamente, di aver dispiegato armi nucleari a Kaliningrad.

Anche il noto ex inviato del Tg1 a Mosca Antonio Caprarica a “Dritto e rovescio” su Rete 4 ha detto che “i missili nucleari di Putin sono puntati su Berlino” (qui quante armi nucleari possiede la Russia e qui i possibili rischi per l’Italia in caso di guerra nucleare).

Missili che, dice, da Kaliningrad raggiungerebbero Berlino in 45 secondi. La Russia, avverte Caprarica, possiede 64 testate nucleari puntate su Berlino e l’Occidente. “Cosa facciamo? La Nato dovrebbe attaccare la Russia perché avete 64 testate nucleari puntate sulla Germania, molto più vicine di quelle che non esistono da Kharkiv a Mosca? Che non esistono! Come potete giustificare un’aggressione quando voi avete testate nucleari puntate sull’Europa? Nega che ci siano queste testate a Kaliningrad?” sbotta contro un giornalista russo.

Il nuovo paradiso fiscale degli oligarchi russi in fuga

Anche economicamente Kaliningrad è di importanza cruciale. Il National Bureau of Economic Research stima che il 60% della ricchezza delle famiglie più ricche della Russia – circa un trilione di dollari – sia nascosto fuori dai confini della Russia, ben nascosto nelle pieghe burocratico-fiscali di tutto il mondo.

Dopo le sanzioni europee che solo in Italia hanno portato, tra gli altri, al sequestro dello yacht da 70 milioni di dollari di Mordaschov in Liguria e a quello da 54 milioni del fedelissimo di Putin, Timchenko, tantissimi oligarchi hanno cercato di portare i propri beni al sicuro in quell’exclave russa in Europa.

Nel 2018 Putin aveva istituito una “amministrazione speciale” nell’isola di Oktyabrsky, stretta tra Lituania e Polonia, proprio per offrire uno scudo anti-sanzioni ai magnati colpiti dalle sanzioni Usa. Un altro paradiso fiscale era stato creato sull’isola di Russky vicino ai confini con la Cina e la Corea del Nord.

Dal 2019 ormai, prima della pandemia, proprio a Kaliningrad si fa un terzo del PIL russo. Gli oligarchi stanno trasferendo le sedi dei loro imperi nei vari settori, dal gas al petrolio, dall’alluminio all’agroindustria alla tecnologia.

Ora, sono già 60 le società straniere riconducibili a oligarchi russi che hanno abbandonato i paradisi fiscali occidentali per trasferirsi a Kaliningrad. La zona di fatto sta diventando il nuovo paradiso fiscale degli oligarchi in fuga.