Diversi funzionari della città ucraina di Mariupol assediata affermano che una nuova fossa comune è stata identificata a nord della città. Mariupol è stata letteralmente decimata da combattimenti durissimi, ed è considerata una città fondamentale per Mosca, perché priverebbe Kiev di un porto vitale e consentirebbe a Putin di stabilire un corridoio terrestre verso la penisola di Crimea, che ha sottratto all’Ucraina nel 2014.
L’invasione russa dura ormai da due mesi: è il più grande attacco a uno stato europeo dal 1945, che ha provocato migliaia di morti e feriti, ridotto in macerie paesi e città e costretto più di 5 milioni di persone a fuggire all’estero (qui cosa sappiamo riguardo alla possibilità che Putin venga perseguito per crimini contro l’umanità). Mosca continua a definire le sue azioni un'”operazione militare speciale” per disarmare l’Ucraina e proteggerla dai nazisti. Ma l’evidenza parla.
Kiev e l’Occidente sanno che questo è un falso pretesto per una guerra di aggressione non provocata contro un Paese sovrano da parte del presidente russo Vladimir Putin. Il quale da subito, da inizio guerra, ha anche messo in allerta le sue forze di deterrenza nucleare, citando presunte “dichiarazioni aggressive” dall’Occidente.
Rischio Terza guerra mondiale nucleare?
Ora, a due mesi dall’invasione di Mosca, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha avvertito che il conflitto rischia seriamente di degenerare in una Terza guerra mondiale. Secondo il braccio destro di Vladimir Putin, la NATO è “in sostanza” impegnata in una guerra per procura con Mosca visto che fornisce armi a Kiev. E il rischio di un conflitto nucleare, adesso, non può essere più escluso.
In una lunga intervista trasmessa alla televisione di stato il 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo per noi, come sappiamo, Lavrov ha affermato che il rischio di un conflitto nucleare non deve essere più sottovalutato e che il punto nodale di qualsiasi accordo per porre fine alla guerra dipenderà in gran parte dalla situazione militare sul terreno.
A Lavrov è stato chiesto dell’importanza di evitare la Terza guerra mondiale e se la situazione attuale fosse paragonabile alla crisi dei missili cubani del 1962, uno dei punti più critici nelle relazioni USA-URSS. La Russia, ha detto Lavrov, sta facendo molto per prevenire la guerra nucleare a tutti i costi. “Questa è la nostra posizione centrale, su cui basiamo tutto. Ma i rischi ora sono considerevoli”. E ancora: “Non vorrei alzare artificialmente quei rischi. Molti lo vorrebbero. Il pericolo è serio, reale. E non dobbiamo sottovalutarlo”.
Difendendo le azioni di Mosca, ha anche accusato Washington per la mancanza di dialogo. “Gli Stati Uniti hanno praticamente cessato tutti i contatti semplicemente perché eravamo obbligati a difendere i russi in Ucraina”, continuando a ribadire che le forniture occidentali di armi sofisticate, inclusi missili anticarro Javelin, veicoli corazzati e droni, sono misure provocatorie messe in campo per prolungare il conflitto e non chiuderlo.
Lavrov ha affermato che le autorità di Kiev non stanno negoziando in buona fede e che il presidente ucraino Zelenskyy, “un ex attore”, è come il premier britannico Boris Johnson nel recitare di fronte al pubblico piuttosto che affrontare davvero i negoziati.
Tuttavia, ha detto, Mosca continuerà a tentare la strada del dialogo. “Come in ogni situazione in cui vengono utilizzate le forze armate, ovviamente, tutto finirà con un trattato, ma i parametri di questo trattato saranno determinati dalla fase delle azioni militari in cui questo trattato diventerà realtà“.
L’Occidente invierà più armi all’Ucraina
L’intervista è andata in onda poche ore dopo che il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il Segretario alla Difesa Lloyd Austin avevano visitato Kiev, annunciando un rafforzamento dell’assistenza militare all’Ucraina. Pochi giorni fa, anche il premier Draghi ha annunciato l’invio di nuove armi a Kiev (qui quante e quali).
Austin ha detto che gli Stati Uniti vogliono vedere la Russia “indebolita” e si sono impegnati ad armare l’Ucraina per aiutarla a vincere contro Mosca. Gli Usa questa settimana ospiteranno anche un summit di oltre 40 Paesi per colloqui sulla difesa relativi all’Ucraina, che si concentreranno proprio su più forniture di armi.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha reagito dicendo che gli avvertimenti di Lavrov relativi a un conflitto nucleare “significavano solo che Mosca percepisce la sconfitta” e ha esortato l’Occidente a continuare a sostenere Kiev.
“La Russia perde l’ultima speranza di spaventare il mondo per il suo sostegno all’Ucraina. Di qui il discorso sul ‘reale’ pericolo di una Terza Guerra Mondiale. Questo significa solo che Mosca avverte la sconfitta in Ucraina. Pertanto, il mondo deve raddoppiare il sostegno all’Ucraina in modo da farci prevalere e salvaguardare la sicurezza europea e globale” ha scritto su Twitter.
Addio Kiev, Putin punta sul Donbass
Le parole di Lavrov sono comunque arrivate dopo che si è diffusa la notizia che Putin avrebbe escluso ogni possibilità di firmare un accordo con l’Ucraina in seguito all’affondamento della Moskva, l’ammiraglia della flotta del Mar Nero. Putin sembrerebbe ora deciso a conquistare quanto più territorio ucraino possibile. “Ha bisogno di trovare un modo per uscirne un vincitore, ma dopo la Moskva non sembra un vincitore, perché è stato umiliante” avrebbe detto fonti citate dal Financial Times (avevamo parlato qui dell’affondamento della Moskva e di come la guerra sarebbe cambiata).
L’affondamento della Moskva segue la decisione della Russia di ritirarsi dal nord dell’Ucraina e abbandonare i piani per impadronirsi di Kiev, obiettivo dichiarato quando ha lanciato l’invasione il 24 febbraio. Mosca ora afferma che il suo obiettivo è conquistare il Donbass, la regione industriale per lo più di lingua russa nell’Ucraina orientale.
Sebbene entrambe le parti affermino che la campagna a est è in corso, la Russia deve ancora organizzare un’offensiva di terra a tutto campo e non ha ottenuto progressi significativi.
Il ritorno del nucleare
Da notare anche l’aspetto economico dell’invasione russa dell’Ucraina: da due mesi a questa parte molti titoli collegati alla difesa sono saliti alle stelle. Le compagnie di difesa si assicurano miliardi di dollari ogni anno da contratti governativi per la manutenzione e la costruzione di armi nucleari.
Molte di queste società, come Northrop Grumman, General Dynamics, Lockheed Martin e Raytheon, sono quotate in Borsa, il che significa che hanno milioni di azionisti e investitori. Il Congressional Budget Office prevede che il governo degli Stati Uniti potrebbe spendere 634 miliardi di dollari tra il 2021 e il 2030 per le forze nucleari, con un aumento di 140 miliardi di dollari rispetto alla precedente stima di 494 miliardi di dollari tra il 2019 e il 2028.
Tutto ciò arriva in un momento di grande ridefinizione della geopolitica mondiale, dove il nucleare torna a essere elemento di deterrenza, o, anzi, più realisticamente, di minaccia.
La Corea del Nord ha appena annunciato che “rafforzerà e svilupperà” più velocemente le sue armi nucleari. A dirlo è stato il leader Kim Jong-Un durante la parata militare di alto profilo a Pyongyang, per celebrare i 90 anni della fondazione dell’Esercito rivoluzionario del popolo coreano (Kpra).
“Continueremo – ha detto Kim all’agenzia ufficiale Kcna – a prendere provvedimenti per rafforzare e sviluppare le capacità nucleari della nostra nazione a un ritmo più veloce. Se qualche forza tenta di usurpare gli interessi fondamentali del nostro Paese, la nostra forza nucleare non avrà altra scelta che svolgere la sua seconda missione di natura preventiva”, ha dichiarato, riferendosi a un attacco contro possibili minacce concrete.