L’arsenale nucleare russo aumenta: l’allarme per la guerra

Putin bussa alle porte di Teheran per ottenere maggiori armi nucleari per mettere fine alla guerra e per minacciare ancora una volta l'Europa

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

La guerra in Ucraina va ormai avanti da ben 292 giorni, quasi 10 mesi di conflitto continuo che hanno messo in ginocchio l’intero territorio, ma non l’hanno portato alla resa. Una situazione che, quel 24 febbraio 2022, Vladimir Putin non si sarebbe mai aspettato per quella battaglia da sempre considerata lampo ma che di lampo, gli ultimi mesi insegnano, non ha avuto nulla.

Così, settimana dopo settimana, il Cremlino ha inasprito sempre più gli attacchi verso le città ucraine. Kiev, Kherson, Zaporizhzhia, Odessa e Melitopol sono solo alcune di quelle che hanno subito pesanti bombardamenti da parte di una Russia che, giorno dopo giorno, minaccia sempre più di ricorrere al nucleare.

Nucleare in Russia, l’allarme dagli Usa

Dalle parole presto si potrebbe passare ai fatti, con Putin che ha da sempre reso noto a tutti che se la Russia si dovesse sentire minacciata nel suo potere potrebbe ricorrere all’uso delle armi nucleari. Per non farsi trovare impreparato all’evenienza, secondo quanto trapela da fonti vicine al Cremlino, Mosca avrebbe già intensificato l’acquisizione di armi nucleari da Paesi alleati come l’Iran. Fonti di intelligence segnalano inoltre un flusso di armi e armamenti anche con la Corea del Nord di Kim Jong-un.

A svelare questo scenario è stato anche Lloyd J. Austin, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, che durante la cerimonia del cambio di comando ha sottolineato che i rapporti tra Mosca e Teheran sarebbero più vivi che mai, con la Russia che avrebbe fatto pressione per ottenere più armi con l’Iran pronto ad accontentare Putin. La stessa linea è tenuta anche dall’intelligence del Regno Unito che ha svelato che dall’Iran sarebbero in arrivo alla volta di Mosca centinaia di missili balistici, tra cui anche scorte di armi a corto raggio come gli SS-26 Iskander.

Intanto, secondo quanto riferito al Corriere della Sera da Fiona Hill, esperta occidentale di Russia ed ex consigliera di George W. Bush, Barack Obama e Donald Trump, Putin avrebbe in Xi Jinping uno dei maggiori ostacoli per ricorrere all’atomica. Secondo l’esperta, infatti, dalla Cina sarebbe arrivato il freno al presidente russo che, senza Pechino, avrebbe probabilmente trasformato la guerra in Ucraina in una guerra nucleare senza eccezione di colpi.

Medvedev e il retroscena sulle armi

Un’altra conferma che la Russia sta pensando di utilizzare le armi nucleari arriva anche da Dmitry Medvedev, ex presidente russo e oggi vice presidente del Consiglio nazionale di sicurezza. Su Telegram Medvedev ha infatti sottolineato che la Russia sta “aumentando la produzione di armi più potenti” per contrastare i Paesi occidentali che difendono “il regime di Kiev”. Una dichiarazione che va a colpire più l’opinione pubblica delle nazioni “ostili” al Cremlino, piuttosto che segnalare un’effettiva volontà di utilizzare gli armamenti.

L’ex presidente russo, rilanciato anche dalla Tass ha quindi spiegato quelli che sono i nemici giurati della Russia che si sono trincerati “in Europa, Nord America, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e in molti altri posti che hanno giurato fedeltà ai nazisti di oggi”. L’obiettivo russo, secondo Medvedev è quindi quello di aumentare la produzione della armi più potenti di distruzione, tra le quali figurano anche “quelle basate su nuovi principi”.