Trussardi passa al gruppo Miroglio: le cifre dell’affare e quanto vale il marchio

Lo storio marchio di moda avrebbe trovato l’accordo con l’azienda di Alba: cambio di proprietà e accollo del debito, i numeri dell’operazione

Pubblicato: 10 Marzo 2024 07:00

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

I dodici mesi del 2023 verranno ricordati come quelli che hanno portato l’azienda di moda Trussardi ad un punto di svolta che in pochi si sarebbero immaginati anche solo qualche anno fa. Stiamo parlando di uno dei marchi italiani più conosciuti e apprezzati al mondo nel settore dell’abbigliamento e della pelletteria, con diversi rami dell’azienda impegnati anche nella produzione di profumi e accessori per il vestiario.

Già all’inizio dello scorso anno, diverse testate italiane ed internazionali – tra cui Il Sole 24 Ore e la stessa Qui Finanza – avevano segnalato la presenza di una situazione economica ormai compromessa per la multinazionale: uno stato di salute molto precario, che ha portato allo stravolgimento di queste ore.

Trussardi, la fine di un’era: perché il celebre marchio di moda è stato ceduto al gruppo Miroglio e cosa succede ora

In sostanza, la situazione che si profila ad oggi è la seguente: a seguito di un calo costante dei profitti dell’ultimo decennio (a cui vanno aggiunte le difficoltà patologiche causate dalla pandemia da coronavirus), l’azienda Trussardi ha accumulato una mole di debiti tutt’altro che indifferente. Non vi sono dati ufficiali, ma nelle redazioni dei quotidiani si vocifera che l’accumulo di passività nei confronti di fornitori e altri soggetti possa superare la quota di 50 milioni di euro, a cui vanno aggiunte le spese che l’impresa deve sostenere per la gestione corrente dei progetti in atto.

Un quadro assai critico che però non andrà a toccare lo storico palazzo di famiglia situato in piazza della Scala, a Milano. Uno degli edifici più costosi e preziosi dell’intero capoluogo lombardo. Infatti, al momento, le sfortune dei Trussardi riguardano solo i rami d’azienda impegnati nella realizzazione e nella commercializzazione dei prodotti. Allo stato attuale, si fatica a capire quale percentuale del debito potrebbe essere coperta direttamente dalle finanze private dei proprietari. E ci sono poche certezze anche per quanto riguarda le future ripercussioni che sorgeranno da qui in avanti dopo le ultime novità. Cerchiamo dunque di fare chiarezza ripercorrendo gli ultimi anni.

Trussardi ha i conti in rosso: cosa sta succedendo all’azienda di moda e da dove nasce la necessità di vendere il marchio

La situazione appena descritta pare essere molto critica, tanto da spingere i vertici di Trussardi a scendere in trattativa con diversi attori nazionali e internazionali nel corso degli ultimi anni. Tutto ha inizio nel 2019, ancora prima della comparsa del virus da Covid-19: il 13 febbraio di quell’anno, il fondo italiano QuattroR – specializzato in ristrutturazioni aziendali e gestione del rischio – rileva la casa di moda, accollandosi anche le voci in rosso generate nel corso del tempo.

QuattroR non acquista direttamente il marchio di Trussardi, ma partecipa alla creazione di una nuova impresa (gli addetti ai lavori la chiamerebbero una newco), in cui compare come partecipante al 70%, mentre il 30% va nelle mani di Tomaso Trussardi, amministratore delegato dell’azienda di famiglia e celebre volto del gossip italiano per la storia d’amor durata anni con la conduttrice e showgirl Michelle Hunziker.

E così la newco inizia a lavorare per alleggerire e rendere più sostenibile il bilancio di Trussardi. Lo fa agendo sulla holding Finos, azionista unico del marchio di moda, di cui rileva l’86%, mentre il restante 14% rimane di appartenenza di Maria Luisa Gavazzeni, madre di Tomaso e vedova di suo padre. È lei a promuovere il cambio di ruolo del figlio, che in questo passaggio di grandi cambiamenti diventa presidente di Trussardi Spa. Tutto sembra andare per il verso giusto. Ma, a quanto pare, le cose non sembrano essere proseguite così.

Trussardi cambia proprietà, marchio ceduto al gruppo Miroglio: ecco perché la proprietà ha ceduto il celebre marchio di moda

Nel 2021, dopo un intero lustro di chiusure in perdita, l’azienda Trussardi decide di puntare su alcune figure emergenti del mondo della creatività artistica per creare nuove linee di vendita che possano rilanciare il marchio. Entrano nello staff Serhat Isik e Benjamin A. Huseby, che riuniscono tutte le produzioni di Trussardi (accessoria, pelletteria, abiti) sotto un’unica label, cercando di razionalizzare i costi e – al contempo – di immaginare prodotti che possano attrarre nuovi investitori.

Inoltre, le speranze di Tomaso e della madre Maria Luisa vengono affidate a Sebastian Suhl, già amministratore delegato di Valentino, che viene nominato nuovo ceo. Anche lui si inserisce nel nuovo corso, cercando di far lievitare il fatturato. Però nel frattempo Trussardi non riesce a uscire dalle sabbie mobili, l’appeal nel settore continua a scendere, i competitor mietono numeri molto migliori. Nel giro di due anni la nuova équipe di professionisti non riesce a cambiare le cose. Trussardi arriva sull’orlo del baratro.

Vendita di Trussardi, le carte dell’azienda in tribunale e le trattative naufragate: come si è arrivati al passaggio al gruppo Miroglio

Nel marzo 2023 l’azienda Trussardi apre una procedura di ricomposizione della crisi presso il Tribunale di Milano. Parliamo di una formula giuridica che consente all’impresa in oggetto di avviare una ristrutturazione del proprio debito per proteggere la propria attività (e, con essa, centinaia di dipendenti). Il modello si richiama alle normative statunitensi volte a risollevare le aziende che imboccano un tunnel negativo. Eppure, l’accordo con i magistrati di Milano non riesce a rassicurare la dirigenza di Trussardi.

Durante la scorsa estate si dimette l’intero Consiglio di amministrazione e, con esso, sia il ceo Suhl che i due esperti di creatività. E così arriviamo alle ultime notizie. Forte dell’ultima soluzione “salva-crisi”, Trussardi avvia una serie di trattative con alcuni grandi competitor internazionali, che però non vanno a termine. Fino alle novità di questi giorni, quando l’azienda ha comunicato la cessione al gruppo Miroglio.

Ma che cosa sappiamo della nuova proprietà? Ha sede ad Alba, oggi conta ben 9 marchi al proprio interno (gestiti da un totale di 36 società controllate), con 4 stabilimenti produttivi. Il presidente Giuseppe Miroglio fa parte della terza generazione della famiglia fondatrice, così come la sorella Elena (responsabile proprio della divisione Fashion). Un’azienda che ha tutti i crismi per essere considerata solida. Quanto di più lontano, dunque, dall’instabilità odierna di Trussardi: proprio per questo Miroglio potrebbe essere il soggetto giusto per rilanciare il celebre marchio simbolo della Milano da bere degli anni Ottanta.