Rischio lockdown energetico: Draghi lavora a nuovo piano salva-Italia

Il governo comincia a studiare delle soluzioni in caso di continui rialzi dei prezzi dell'energia, mentre il tema infiamma la campagna elettorale

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Il prezzo del gas viaggia a livelli record, dopo aver toccato ieri il massimo storico di 341 euro al megawattora chiudendo a 339 euro nel listino di riferimento di Amsterdam, e costringe le istituzioni nazionali ed europee a correre ai ripari. Mentre la Commissione europea convoca entro metà settembre un Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia per affrontare l’emergenza, in Italia il governo Draghi starebbe valutando ulteriori interventi a sostegno di imprese e famiglie per arginare il caro-bollette.

Crisi del gas, le proposte dei partiti

L’impennata del prezzo del gas comporta conseguenze dirette anche sul costo dell’elettricità in Italia, dove ha toccato ieri il picco di 870 euro per poi attestarsi su una media giornaliera di 713,69 euro a megawattora.

Il decreto allo studio dell’esecutivo per calmierare le bollette potrebbe costare alle casse dello Stato circa 20 miliardi di euro, cifra al momento molto difficile da rintracciare, soprattutto considerando la congiuntura economica e le elezioni alle porte.

Il tema è ovviamente materia di campagna elettorale e non mancano gli appelli e le proposte lanciati da tutti i partiti.

Il leader della Lega, Matteo Salvini “chiede al Governo Draghi che è in carica di fare in fretta. Noi chiedemmo mesi fa un investimento maggiore, uno scostamento di bilancio, ci dissero no.”

“Se Draghi porta in Cdm o in Parlamento anche la prossima settimana un provvedimento da miliardi, da decine di miliardi per sostenere famiglie e imprese il voto della Lega è assicurato” ha aggiunto il segretario del Carroccio, senza escludere che “se il prezzo non scende, il prossimo governo dovrà razionare luce e gas a partire dalle imprese”.

“Sicuramente servirà un intervento da 30 miliardi di euro in manovra di bilancio per affrontare la crisi energetica. Servono almeno 30 mld di euro per evitare una strage di aziende che altrimenti ad ottobre chiudono. Noi chiederemo all’Europa, se gli Italiani ci voteranno, un Pnrr, un piano di intervento straordinario, come c’è stato sulla pandemia, adesso sull’energia, senza che faccia debito” ha detto Salvini ad un incontro elettorale a Bari.

La Lega sostiene la necessità di uno scostamento di bilancio per finanziare il provvedimento, così come per il Movimento 5 Stelle e per il leader di Azione, Carlo Calenda, ma subito, “col consenso di tutti i partiti”.

Per il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, servono ristori adeguati per “evitare la paralisi”, mentre il ministro degli Esteri di Impegno Civico, Luigi Di Maio, è certo che il governo “farà tutto il possibile e interverrà in maniera incisiva”.

Su Twitter non è mancato il commento del segretario del Pd, Enrico Letta: “I rialzi odierni confermano l’urgenza di un intervento drastico che ponga un tetto fissato al prezzo dell’elettricità. E la necessità di raddoppiare il credito d’imposta per l’energia che consenta il recupero di parte degli enormi aumenti in corso. Ne va della tenuta del Paese”, ha scritto .

Crisi del gas, le ipotesi sul tavolo

I costi dell’energia stanno provocando effetti ancora maggiori per le imprese delle chiusure subite durante la pandemia, tanto che il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, ha avverti che molti imprenditori hanno già dichiarato di spegnere le macchine per colpa dei livelli insostenibili raggiunti dalle bollette, portando a un vero e proprio “lockdown energetico“.

Il governo dimissionario è ancora in carica per gli affari correnti ed eviterebbe di intervenire con dei nuovi provvedimenti, ma nel caso i rialzi continuassero a farsi sentire un decreto per fronteggiare il caro-bollette sarebbe inevitabile. Intanto, un caso unico sta facendo parlare di sé ovvero che il gas sarà gratis in una regione che è la Basilicata. Il motivo è il contrasto al caro energia.

Se poi in autunno dovesse scattare il terzo livello di emergenza, circostanza esclusa per adesso dal governo, si potrebbe dover ricorrere alla soluzione limite del razionamento: la temperatura dei termosifoni nelle abitazioni dovrebbe essere ridotta di due gradi con un orario ridotto di accensione e i comuni dovrebbero ridurre l’illuminazione pubblica fino al 40% dei consumi totali. Un altro grave problema è che per il riscaldamento ci sono aumenti dal pellet al gas.

L’ultima spiaggia sarebbe persino la chiusura anticipata degli uffici pubblici e dei negozi, con orario limite di apertura per i locali pubblici potrebbe esserci un orario limite di chiusura fissato alle 23.