Quanto costa mantenere un’auto ogni anno: le cifre record

Gli automobilisti italiani spenderanno 4,2 mila euro nel 2023 per la propria macchina, una cifra decisamente più alta del passato, come spiega Federcarrozzieri

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Secondo una nuova ricerca condotta da Federcarrozzieri e presentata al convegno nazionale delle carrozzerie italiane a Cavenago di Brianza, la spesa media per mantenere un’automobile nel 2023 ammonta a oltre 4,2 mila euro, che aumentano particolarmente per chi viaggia per lavoro. Le voci di spesa riguardano ovviamente il carburante, ma anche i pezzi di ricambio, la manutenzione ordinaria e gli interventi di riparazione.

La federazione spiega che la crisi delle materie prime e il caro energia hanno portato a un sensibile aumento dei costi dei pezzi di ricambio, vernici, strumentazione tecnica e spese energetiche per le officine, determinando una crescita dei costi delle riparazioni.

Quanto si spende per una macchina in un anno in Italia

Gli automobilisti spendono in media 4.219 euro all’anno. Ovvero il 4,8% in più rispetto al 2013. Benzina e diesel vengono mediamente 2.784 euro contro i 2.622 di 10 anni fa, con un rincaro per questa voce del 6,2%. Quella dei carburanti è la voce che incide di più, in termini assoluti, sulle tasche delle famiglie italiane automunite. Ma non è quella che ha visto i maggiori rialzi.

Pezzi di ricambio, pneumatici e lubrificanti fanno spendere all’anno 275 euro, con rincari del 21,2% rispetto a 10 anni fa. Per la manutenzione ordinaria e gli interventi di riparazione, la spesa è invece passata dai 337 euro del 2013 agli attuali 448,5 euro, con un aumento pari al 33%.

Pedaggi e parchimetri hanno subito un aumento meno significativo, del 10,7%, passando da 78,6 euro agli attuali 87 euro. Le tasse automobilistiche sono invece passate da 228 euro ai 240 euro del 2023. Per la revisione gli italiani spendono oggi il 22,1% euro in più agli uffici della Motorizzazione, pagando 54,95 euro, e il 18,1% in più in officina, pagandone 79,02.

Negli anni le assicurazioni hanno visto un costante calo del costo medio, ma i prezzi delle RC Auto hanno invertito la rotta quest’anno. Gli italiani pagano comunque 150 euro in meno rispetto a 10 anni fa, ma complessivamente le polizze costeranno 747,50 milioni di euro in più ai nostri connazionali rispetto al 2022. Di seguito la tabella riassuntiva delle principali voci di spesa per mantenere una macchina in Italia nel 2023 e la differenza rispetto a 10 anni fa.

Voce di spesa Costo nel 2013 Costo nel 2023 Differenza percentuale
Carburante (2,5 pieni) 2.622 euro 2.784 euro +6,2%
RC Auto 533 euro 385 euro -27,7%
Manutenzione e riparazione 337 euro 448,5 euro +33%
Pneumatici e ricambi 227,27 euro 275 euro +21,2%
Bollo e tasse varie 228 euro 240 euro +5,2%
Pedaggi e parcheggio 78,6 euro 87 euro +10,7%

La richiesta di Federcarrozzieri al governo Meloni

Durante il convegno Federcarrozzieri ha rivolto un appello alla premier Giorgia Meloni, chiedendo al Governo di intervenire sull’abuso di posizione dominante delle compagnie di assicurazioni che limitano la concorrenza e danneggiano i consumatori, obbligando i propri assicurati a eseguire le riparazioni presso officine convenzionate indicate dagli agenti.

Questo rappresenta per l’associazione di settore una chiara violazione delle normative nazionali e comunitarie, che non solo danneggia la concorrenza, ma porta a interventi di riparazione sempre più superficiali e a basso costo, con pericolose ripercussioni anche sul fronte della sicurezza stradale.

I numeri presentati da Federcarrozzieri evidenziano come il costo per mantenere un’automobile in Italia sia in costante crescita. Vi abbiamo segnalato qua gli aumenti della RC Auto per il 2023. La polizza migliore deve essere scelta anche in base alla copertura dei furti. Qua vi abbiamo svelato quali sono le auto più rubate in Italia. Contro il caro carburanti il Governo potrebbe compiere un dietrofront e reintrodurre lo sconto sulle accise, come anticipato qua.