Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia: i principali progetti del Pnrr

Come cambierà l'Italia grazie ai fondi del Pnrr: ecco i principali interventi, nelle varie Regioni, che saranno attuati a breve

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il tema del Pnrr continua a essere centrale, con il governo Meloni che rassicura cittadini e Unione europea sul rispetto delle tempistiche. Ciò al fine di ottenere la terza rata del piano. Svariati i progetti già delineati, strutturati a seconda delle principali esigenze delle regioni italiane. Di seguito indichiamo i più rilevanti, che promettono d’avere un enorme impatto in ambito locale.

Pnrr: i progetti delle Regioni del Nord

Messi a disposizione 397 milioni per gli interventi necessari in Valle d’Aosta, che mira soprattutto a digitalizzare la pubblica amministrazione (il che richiederà 6 milioni di euro, ndr). Un procedimento in aiuto dei cittadini, al fine di semplificare dei procedimenti che, ad oggi, richiedono il recarsi fisicamente presso gli uffici comunali.

In aggiunta spazio all’elettrificazione della linea ferroviaria tra Ivrea e Aosta, con una gara dal valore di 79 milioni di euro, in parte stanziati grazie al Pnrr. Un totale di 66 km coperti, con tre nuove sottostazioni elettriche, precisamente a Donnas, Chatillon e Aosta. Saranno inoltre riqualificati i borghi regionali e potenziata la rete energetica.

Cifre ben differenti in Piemonte, invece, con una somma totale di 6 miliardi di euro stanziati. Quattro di questi sono già stati incassati e una grossa fetta è destinata alla sola città di Torino (900 milioni di euro, ndr), che vedrà attivati ben 300 cantieri. I progetti sono svariati, con 693 milioni destinati a lavori di costruzione, dagli impianti di produzione di idrogeno agli ospedali. Per servizi e forniture, come borse di studio, digitalizzazione e acquisti di autobus e treni, sono stati invece stanziati 432 milioni di euro. Grande attenzione inoltre al comparto scolastico, così come al dissesto idrogeologico, oggi più che mai centrale come tema, dopo l’alluvione in Emilia-Romagna.

La Liguria riceve invece 7.2 miliardi di euro, stanziati per progetti programmati fino al 2026. La stragrande maggioranza dei fondi sarà destinata alle infrastrutture, per 4.9 miliardi. Da sottolineare ovviamente la diga foranea del porto di Genova, che si avvantaggerà di 500 milioni. Ben 189 milioni, invece, sono destinati alla sfera della salute, con particolare attenzione a nuovi ospedali e case di comunità. Si guarda però anche al futuro, tentando di non restare indietro sul fronte delle nuove tecnologie. Per questo motivo 100 milioni sono stati stanziati per progetti legati alla robotica e all’intelligenza artificiale.

Destinati alla Lombardia invece 11.5 miliardi di euro, non totalmente frutto del Pnrr ma anche del Fondo complementare. La transizione verde è un tema più che mai cruciale, soprattutto in una regione che fronteggia alti livelli di inquinamento dell’aria. La distribuzione dei fondi evidenzia la volontà di un cambio di passo, con 4.5 miliardi destinati a quella che viene definita “rivoluzione verde”. Altri 3 miliardi, invece, rivoluzioneranno la mobilità sostenibile, offrendo sempre più alternative all’auto per cittadini e turisti.

La cifra per il Trentino-Alto Adige si avvicina invece a quota 1,6 miliardi di euro, con sguardo rivolto soprattutto sul fronte istruzione e ricerca. Ben 188 milioni sono destinati alla rivoluzione verde, mentre 153 milioni sono previsti per i settori dell’istruzione e della ricerca. Grande importanza ovviamente al turismo, ma anche alla cultura, alla digitalizzazione e all’innovazione, con 150 milioni già stanziati. La cifra maggiore è però destinata al bypass ferroviario di Trento, pari a 930 milioni di euro.

Uno dei grandi progetti da finanziare in Veneto è invece l’alta velocità da Verona a Padova. A ciò si aggiungono l’Arsenale di Venezia e il grande canale irriguo. Ecco i principali interventi programmati, che andranno a sfruttare i 6.9 miliardi di euro stanziati.

Occhi puntati invece sulla Hydrogen Valley in Friuli-Venezia Giulia, che riceverà 1.9 miliardi di euro dal Pnrr. È questo il progetto bandiera, che punta 14 milioni di euro sull’idrogeno. Non mancano però le polemiche, come nel caso di Trieste, che potrà contare su 140 milioni di euro da stanziare in svariati interventi. Uno in particolare, però, sta sollevando un gran polverone: la cabinovia che condurrà dal Porto Vecchio al Carso.

In aggiunta ai tanti aiuti per l’Emilia Romagna, martoriata dall’alluvione, il Pnrr garantisce 7 miliardi di euro, che consentiranno di dare il via ai cantieri per la linea rossa del tram di Bologna, ad esempio. Grande importanza viene data al settore della sanità, che potrà avvantaggiarsi di 530 milioni di euro. Desta invece interesse e curiosità il super computer “Leonardo”, del Cineca, per le cui infrastrutture sono previsti fondi per 60 milioni di euro.

Pnrr: i progetti delle Regioni del Centro

Le Marche intendono sfruttare al meglio i fondi previsti dal Pnrr, dando il via a circa 5mila progetti in varie aree regionali. Il piano più ambizioso riguarda la digitalizzazione, che prevede l’utilizzo di circa il 33% della somma totale garantita, 1.9 miliardi di euro. Una regione che intende guardare al domani, attirando magari un certo tipo di lavoratori legati al web, liberi di spostarsi e desiderosi, magari, di godere dei panorami e di uno stile di vita più lento garantito da questa regione (a patto di poter contare su infrastrutture adeguate, ndr).

In Toscana l’incidenza del Pnrr sui progetti annunciati è di 5.6 miliardi di euro. Una grossa fetta, pari a 450 milioni, sarà investita per il completamento del sistema tramviario di Firenze. Anche in questo caso la sanità gioca un ruolo cruciale, dimostrando di non voler rimediare agli errori del passato (su scala nazionale, ndr), evidenziati più che mai durante la pandemia di Covid-19. Per questo ambito sono stanziati più di 470 milioni di euro, con 24 ospedali di comunità sparsi lungo il territorio. È inoltre necessario implementare l’attuale sistema idrico, al fine di garantire un servizio adeguato anche nelle aree meno centrali. Un progetto che potrà contare su più di 170 milioni di euro.

Sono più di duemila i progetti programmati in Umbria, che riceverà 2.1 miliardi di euro. Le modifiche principali sul territorio saranno duecento, il che richiederà la quasi totalità dei fondi, 1.8 miliardi. Per tutto il resto, valutato di minore rilevanza, sono previsti invece aiuti per 300 milioni. L’attenzione principale sarà rivolta al miglioramento delle infrastrutture, che vanteranno un totale di 795 milioni. A ciò si aggiungono 110 per i mezzi di trasporto e 225 per ambito scolastico, sportivo e non solo.

Saranno invece attuati più di 40 progetti in Lazio, che vanterà aiuti per più di 17 miliardi di euro. Il tema più caldo è quello del lavoro, intervenendo in vari modi sul fronte dell’occupabilità. Impossibile però pensare di ignorare il comparto turistico, e per questo la Regione ha in programma alcuni interventi per la valorizzazione dei propri luoghi storici. Con circa 5 milioni di abitanti, però, è impensabile non intervenire anche sul fronte sanità, in particolare modernizzando gli ospedali in funzione e potenziando le strutture di prossimità.

L’Abruzzo potrà infine contare su 1.78 miliardi di euro, con più di 200 milioni di euro distribuiti tra settore sanitario e scuola. Investiti invece 620 milioni per il potenziamento della linea ferroviaria Roma-Pescara. La Regione può inoltre far affidamento al Piano complementare, al fine di assistere le aree colpite dai terremoti.

Pnrr: i progetti delle Regioni del Centro e delle Isole

Ogni Regione ha le proprie impellenze e il Molise punta quasi tutto su sanità, transizione ecologica, edilizia scolastica e impiantistica sportiva. Ad oggi i fondi sono però appena 16 milioni di euro, e si attende il finanziamento di proposte progettuali per la produzione di idrogeno rinnovabile.

Negli ultimi anni si è parlato molto degli interventi pervisti in Campania e nello specifico a Napoli, con il famoso patto per la città stretto con Draghi. Guardando al Pnrr, la Regione vanta 11 miliardi di euro e i progetti sono svariati. Interi quartieri riqualificati e rigenerazione di luoghi un tempo simbolo, come l’Albergo dei Poveri. Di particolare rilevanza, però, è il necessario intervento per le linee della metropolitana di Napoli, al fine di garantire una circolazione differente, che possa rendere la città meno caotica e più vivibile anche per i turisti. Anche in questo caso non mancano però le polemiche, con la scadenza fissata per il 2026 che pare alquanto stretta, soprattutto in ambito edilizia scolastica e rigenerazione urbanistica.

Cifre ben differenti in Basilicata, con 1.58 miliardi di euro. I collegamenti sono il punto cardine dei lavori previsti fino al 2026, con opere ferroviarie e stradali già approvati. Per questi saranno investiti ben 700 milioni di euro.

Discorso simile in Puglia, che tende la mano ai propri cittadini e ai turisti, stanziando fondi per l’Alta velocità Napoli-Bari, in parte pagata grazie al Pnrr. L’obiettivo cardine è però la rigenerazione urbana, per la quale si prevedono 980 milioni di euro.

I fondi in arrivo sono poi una vera e proprio boccata d’aria per la Calabria e i suoi cittadini. Priorità massima alla sanità, che richiede un ampio potenziamento degli ospedali e delle case di comunità. Un totale di 4.3 miliardi di euro stanziati, sfruttati anche per il settore trasporti, come dimostrano i lavori alla linea Cosenza-Catanzaro.

Guardando alle isole, infine, in attesa di aggiornamenti in merito al ponte sullo Stretto di Messina, la Sicilia guarda soprattutto ai lavori essenziali per il settore ferroviario. I cittadini sono costretti a lunghi viaggi della speranza per attraversare la Regione da una parte all’altra e sperano che gli 8 miliardi di euro del Pnrr vengano fatti fruttare. Tra i progetti principali ci sono cinque lotti lungo la tratta Palermo-Catania.

Passiamo in conclusione alla Sardegna, che sfrutterà la quasi totalità del miliardo e 320 milioni di euro ottenuti per le infrastrutture di trasporto. Al tempo stesso si interverrà per garantire maggiori servizi ai cittadini, soprattutto nelle aree meno turistiche, al fine di migliorare la qualità della vita.