Bollette dell’acqua alle stelle: le Regioni e i Comuni più cari in Italia

Gli sprechi e i rincari si ripercuotono sulle tasche dei cittadini anche indirettamente, considerando gli alti costi che sostenuti dagli enti

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Un nuovo report realizzato per l’Adnkronos dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, nell’ambito del progetto Pitagora, ha analizzato i costi sostenuti nel 2021 dalle Regioni e dalle amministrazioni dei capoluoghi di provincia per il mantenimento degli uffici pubblici, con particolare riferimento alla bolletta dell’acqua. Costi che ovviamente vengono scaricati sui cittadini. Mettendo a nudo sprechi e virtù delle varie città e dei territori, con tanto di assegnazione di un voto. Il rating va da AAA a C.

Il Centro ricerche della Fondazione ha analizzato tutti i dati finanziari ufficiali forniti dagli enti pubblici e, attraverso algoritmi di ricerca scientifica, ha individuato i potenziali sprechi, ovvero le spese critiche nei conti pubblici confrontate con un benchmark di riferimento.

A seconda dei livelli di scostamento di spesa individuati, l’analisi parla di performance positiva, se la spesa è inferiore o uguale alla media, di scostamento lieve, se la spesa è compresa tra quella media e il 30% in più, di scostamento considerevole, se la spesa è compresa tra il 30% e il 100% in più, e di spesa fuori controllo, quando supera di oltre il 100% la spesa media.

Quali sono le Regioni che spendono di più con le bollette dell’acqua

Sono Calabria e Veneto le Regioni italiane che pesano di meno sulle tasche dei cittadini, e che per questo si sono aggiudicate il rating complessivo AAA. Nel 2021 la Calabria ha speso poco meno di 11.700 euro e il Veneto poco più di 66.200 euro per la bolletta dell’acqua. Promosse anche la Liguria e la Lombardia, che si aggiudicano una doppia A. La singola A va invece a Emilia Romagna, Molise e Piemonte.

Tripla B all’Abruzzo, alla Toscana, alle Marche e all’Umbria, una B alla Campania, alla Puglia e alla Sicilia. Le amministrazioni meno efficienti risultano essere quelle della Basilicata e del Lazio. Sono le uniche a ricevere il rating C, il peggiore. La Basilicata ha speso oltre 68.600 euro, mentre il Lazio ben 655 mila euro.

Quali sono i grandi Comuni che spendono di più con le bollette dell’acqua

Sono 17 i capoluoghi di provincia promossi per la gestione della spesa per le bollette dell’acqua e che per questo ottengono la tripla A. I più virtuosi risultano essere Foggia, Belluno, Alessandria, Ragusa, Imperia, Trapani, Pescara, Sassari, Rovigo, Parma, Brescia, Reggio Emilia, Ferrara, Perugia, Padova, Palermo, Genova. I Comuni meno efficienti sono invece quelli di Benevento, Roma, Enna, Cosenza, Aosta, Carbonia e Catanzaro.

Solo Roma ha speso quasi 50 milioni di euro per l’acqua, una cifra monster mai vista prima e in termini assoluti la maggior spesa per le bollette d’acqua in Italia. Le altre città con spese superiori a un milione di euro sono Milano, con oltre 11,3 milioni, Napoli con 9,7 milioni, Catanzaro con 5,3 milioni, Torino con 5 milioni, Palermo con 1,97 milioni, Firenze con 1,91, Salerno con 1,76, Cagliari con 1,75, Genova con 1,73, Bologna con 1,70, Cosenza con 1,58, Trieste con 1,51, Catania con 1,42, Venezia con 1,33, Taranto con 1,31, Bari con 1,22.

Insomma i rincari – e gli sprechi – non ci toccano solo direttamente, ma anche indirettamente, considerando che poi le voci di spesa pubblica si ripercuotono inevitabilmente sulle tasche di ogni cittadino. E se per abbattere i costi delle amministrazioni è necessaria la volontà dei singoli enti, quello che possiamo fare noi è cercare di risparmiare in bolletta. Possiamo, ad esempio, adottare comportamenti virtuosi in cucina.