A novembre 2024, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio mostrano una contrazione sia in termini di valore (-0,4%) che di volume (-0,6%) per entrambi i settori merceologici, ovvero i beni alimentari e non alimentari.
Anche rispetto allo stesso mese dell’anno precedente si osserva una riduzione dei volumi, mentre il valore complessivo delle vendite cresce, grazie alla performance positiva del comparto del cibo.
Per quanto riguarda le forme distributive, solo la grande distribuzione registra un incremento rispetto a novembre 2023, sia per il comparto alimentare che per quello non alimentare, mentre tutti gli altri canali di vendita segnano una flessione.
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Battuta d’arresto per il commercio
Le vendite al dettaglio mostrano una diminuzione sia in valore che in volume, con una flessione complessiva per i beni alimentari (-0,1% e -0,6%) e per i beni non alimentari (-0,7% per entrambe le voci). Nel trimestre settembre-novembre 2024, le vendite al dettaglio registrano un incremento congiunturale dello 0,6% in valore e dello 0,3% in volume.
Tale aumento riguarda sia la grande distribuzione (+3,8%) che i vari canali di vendita, con una flessione nelle vendite al di fuori dei negozi (-3,9%) e nel commercio elettronico (-3,3%).
“Sul fronte delle vendite la situazione in Italia sta peggiorando”, afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi. “Su base mensile si assiste ad una forte contrazione che coinvolge tutti i settori, sia gli alimentari che i beni non alimentari, mentre su base annua ad un incremento delle vendite in valore del +1,1% corrisponde un taglio dei volumi del -0,2%, a dimostrazione di come le famiglie continuino a spendere di più per acquistare sempre meno”.
Cali anche per il settore alimentare
Per quanto riguarda invece i beni alimentari e non, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, a novembre 2024, le vendite dei beni aumentano del 2,8% in valore ma segnano una leggera diminuzione dello 0,2% in termini di volume. Anche per quanto riguarda i beni non alimentari si registra una variazione negativa (-0,1% e -0,2%).
Tra i beni non alimentari, le variazioni tendenziali sono eterogenee: i prodotti di profumeria e cura della persona registrano un incremento significativo (+4,1%), mentre le dotazioni per l’informatica, telecomunicazione e telefonia (-2,8%) e le calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-2,7%) subiscono i cali più consistenti.
Gli esercizi a prevalenza alimentare segnano un incremento del 4,1% rispetto a novembre 2023 e un aumento del 2,1% nel periodo gennaio-novembre 2024. In dettaglio, gli ipermercati mostrano un aumento del 4,5% rispetto a novembre 2023, con un incremento del 2,0% nel periodo gennaio-novembre 2024, mentre i supermercati crescono del 3,9% rispetto a novembre 2023 e del 1,5% nel periodo gennaio-novembre 2024. I discount alimentari registrano una crescita del 4,4% rispetto a novembre 2023 e del 3,2% nel periodo gennaio-novembre 2024.
Assoutenti: “Italiani a dieta forzata”
“Anche a novembre i volumi delle vendite alimentari diminuiscono sia su base mensile (-0,6%), sia su base annua (-0,2%)”, spiega Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti.
“Se si analizza l’andamento dell’intero 2024, le vendite alimentari calano in media del -0,9% in volume: questo significa che, al netto dell’inflazione, le famiglie hanno ridotto gli acquisti di cibi e bevande per complessivi 1,46 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, subendo una vera e propria dieta forzata”.
“Questo perché, a fronte di una inflazione media stabile, gli italiani stanno subendo le tensioni al rialzo nei listini al dettaglio dei generi alimentari, con molte voci che registrano rincari a due cifre”, prosegue Melluso.
“Per questo sollecitiamo ancora una volta il Governo ad intervenire, anche tramite Mister Prezzi, adottando misure tese ad accelerare la discesa dei prezzi al dettaglio, combattere le speculazioni e tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, in modo da far ripartire i consumi e sostenere commercio ed economia”, conclude.