Ue, stress test non bancario: verifica rischi per 5.000 miliardi di euro di prestiti

Nel 2027 l’UE avvierà un test sulla resilienza di hedge fund, assicurazioni e fondi pensione per valutare i rischi sistemici legati al settore finanziario meno regolamentato

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 27 Maggio 2025 10:54

Via al primo stress test sul sistema finanziario non bancario per individuare i punti fragili. Una novità per l’Unione Europea, che solitamente effettua questi test solo sugli istituti di credito. A finire sotto la lente saranno tutti quei soggetti meno regolamentati rispetto agli istituti di credito, come gli hedge fund, i fondi di private equity e i fondi monetari. L’iniziativa coinvolgerà anche fondi pensione e compagnie assicurative.

Cos’è uno stress test

Gli stress test sono verifiche condotte dall’Autorità bancaria europea (Eba) ogni due anni per valutare la solidità degli istituti bancari europei al riproporsi di una crisi. Si tratta quindi di un esercizio teorico, nel quale vengono simulate condizioni economiche avverse lungo un arco temporale di tre anni, per valutare la capacità di una banca di farvi fronte, per capire se un evento critico possa propagarsi e amplificarsi anziché essere assorbito.

Se prima questo veniva realizzato solo per le banche, questa volta toccherà agli istituti non bancari, che negli anni sono cresciuti a dismisura: secondo la Bce, oggi hedge fund, fondi di private equity e monetari valgono 5.000 miliardi euro a fine 2023, ovvero un quarto dello stock totale di prestiti dell’Eurozona. Una massa crescente di attività, sempre più intrecciata con il mercato finanziario ma non totalmente sicure, visti i casi recenti di fallimenti, come quello di Archegos, che ha causato il crac di Credit Suisse di qualche anno fa.

In arrivo nel 2027

Ma questo test non arriverà subito; Eba, l’Esma, l’Eiopa, la Bce, la Commissione Europea e l’Esrb (European Systemic Risk Board, il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, un organo dell’Unione Europea che si occupa di vigilanza macroprudenziale) stanno ancora delineando le linee guida, che, stando al Financial Times, dovrebbe partire nel 2027.

L’Unione Europea riprende quindi l’esperimento realizzato dalla Bank of England, che l’anno scorso ha coinvolto 50 istituzioni in uno scenario di default simulato di un hedge fund, così da misurare l’effetto domino che un crollo potrebbe provocare nel sistema finanziario. In quel caso, la BoE giudicò il sistema non bancario come uno “altamente resilienza”. Questo dopo che i fondi pensione inglesi avevano scatenato la crisi dei Gilt due anni prima e la rapida uscita di scena della premier Liz Truss.

In arrivo anche lo stress test per le banche

Nel frattempo, prende il via anche lo stress test 2025 sul settore bancario europeo. Il test – condotto su 64 banche, di cui 51 sotto il Meccanismo di vigilanza unico – punta a valutare la resilienza degli istituti di fronte a uno scenario macroeconomico severo, definito su un orizzonte temporale 2025-2027.

Le banche dovranno dimostrare di essere sufficientemente resistenti, in uno scenario in cui il Pil dell’Ue è in calo cumulato del 6,3%, l’inflazione al 5% nel 2025, la disoccupazione superiore al 6% e con un crollo dei consumi e degli investimenti a causa di uno scenario di crisi geopolitica acuta e politiche commerciali protezionistiche. Un test progettato per verificare se le banche hanno capitale sufficiente a sostenere l’economia in tempi di crisi, ma anche per promuovere trasparenza, fiducia nei mercati e vigilanza consapevole.