Lo scontro in Tim arriva alle vie legali. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Pietro Labriola ha intimato a Merlyn, alleanza di azionisti che sta facendo campagna per eleggere un nuovo Ceo, di rettificare alcune dichiarazioni contenute in una lettera inviata ai soci e in un’intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica il 6 aprile scorso.
La questione attorno a cui si sta sviluppando questa tensione interna al consiglio di amministrazione e ai principali azionisti di Tim è quella dello scorporo della rete telefonica dell’azienda e la sua vendita, come compagnia separata, al fondo americano Kkr. L’attuale dirigenza ritiene l’operazione necessaria per dare liquidità a Tim, mentre Merlyn pensa che ci siano rischi sostanziali.
La richiesta di rettifica di Tim a Merlyn
Tim, per voce dell’amministratore delegato Pietro Labriola, ha richiesto al gruppo Merlyn di Alessandro Barnaba una rettifica su quanto scritto in una lettera indirizzata ai soci e in un articolo del quotidiano La Repubblica, nell’edizione del 6 aprile. Il comunicato è arrivato nella mattinata dell’8 aprile, prima dell’apertura della Borsa di Milano.
Secondo Labriola, Merlyn avrebbe diffuso informazioni: “Fuorvianti o intrinsecamente errate. Non essendoci stata alcuna rettifica, Tim ritiene doveroso ristabilire una corretta informazione per il mercato finanziario”. Tim ha voluto sottolineare che riguardo alla vendita della rete a Kkr: “non risultano al momento ritardi rispetto alla sua programmata esecuzione entro l’estate”.
La lettera di Merlyn era molto critica riguardo a come l’azienda stia gestendo la complessa situazione finanziaria in cui si trova. L’accusa è quella di non aver considerato possibili ritardi nell’operazione di cessione della rete a Kkr e, di conseguenza, ai possibili problemi che potrebbero derivarne in termini di liquidità. Il gruppo di azionisti cita l’esempio delle obiezioni della Commissione europea all’operazione di cessione, da parte dello Stato italiano, di Ita a Lufthansa.
La vendita della rete Tim a Kkr
Tim sta completando la vendita della propria rete fisica al fondo americano Kkr. Una mossa resasi necessaria per garantire la liquidità dell’azienda e che dovrebbe concludersi entro l’estate. Lo scorporo della rete in una nuova compagnia e la sua cessione presentano però alcuni problemi in particolare per le dimensioni che Tim dovrebbe assumere dopo questa operazione.
In primo luogo, la rete telefonica Tim è di gran lunga la più importante ed estesa in tutto il Paese. Lo Stato italiano la considera un asset strategico e cederla a un fondo straniero potrebbe comportare dei rischi. In secondo luogo, questo trasformerebbe Tim in un’azienda molto più piccola, paragonabile ad altri operatori telefonici suoi concorrenti sul territorio italiano.
Il gruppo di azionisti Merlyn vorrebbe inoltre un’ulteriore diminuzione delle dimensioni dell’azienda, con la vendita sia di Tim Brasil che di Tim Consumer. In questo modo la compagnia si restringerebbe a quella che oggi è la divisione Tim Enterprise. Per quanto riguarda la liquidità dell’azienda in attesa del completamento dell’operazione, Tim ha assicurato che il finanziamento ponte da 1,5 miliardi di euro permette alla compagnia di evitare problemi in questo senso. I possibili ritardi nella vendita della rete sono una delle principali preoccupazioni espresse dal Merlyn nella lettera ai soci.