Terremoto dell’Aquila 15 anni fa, quanti soldi sono stati spesi per la ricostruzione?

Qual è lo stato di avanzamento dei lavori di ricostruzione dell'Aquila a 15 anni dal terremoto e quanto è stato speso

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Alle 3:32 del 6 aprile 2009 la terra ha tremato a L’Aquila e, da allora, nulla è stato più lo stesso nel capoluogo abruzzese e negli altri 56 Comuni del cratere. A 15 anni da quel terremoto di magnitudo stimata Mw 6,1 che ha causato la morte di 309 persone, 1600 feriti e 80mila sfollati, l’intera area prova a rialzarsi con una ricostruzione che, specie in alcune fasi del passato, è parsa andare a rilento. Le tempistiche dicono che ci vorranno ancora 5 anni per la conclusione dei lavori di ricostruzione a L’Aquila e 8 per gli interventi negli altri Comuni interessati dal sisma, con i lavori che sono finanziati in parte dai privati e in parte dallo Stato.

La ricostruzione de L’Aquila dopo il terremoto del 2009

Per la ricostruzione dell’Aquila ci sono due filoni di finanziamento dei lavori. Il primo è di natura privata e si avvale di un procedimento semplificato per l’ottenimento dei fondi, mentre il secondo è pubblico e interessa principalmente le istituzioni, ovvero le scuole, i monumenti, i teatri e le chiese della zona. Per quanto riguarda la prima fonte di finanziamento, quella privata, come riferito dall’Ansa i lavori di ristrutturazione vanno più spediti e, nel 2024, il 75 per cento della ricostruzione delle case è stata completata a L’Aquila, con la percentuale che scende al 50 per cento negli altri Comuni del cratere.

Il completamento dei lavori, almeno nel capoluogo, è stimato entro due anni, mentre negli altri Comuni a 5. Diversa è anche la percentuale relativa all’assegnazione dei finanziamenti: 86 per cento a L’Aquila e 64 per cento negli altri Comuni. La chiusura, in questi caso, è prevista rispettivamente entro 3 e 4 anni. Vi è, tuttavia, un aspetto non trascurabile, ovvero il ritorno delle persone nelle abitazioni ricostruite: nel centro storico dell’Aquila mancano ancora tra i 4 e i 5mila residenti, con la situazione che è simile in proporzione anche negli altri 56 comuni del cratere.

La ricostruzione pubblica arranca

Va decisamente più lenta la ricostruzione pubblica in capo allo Stato che, 15 anni dopo il terremoto, ha portato alla ricostruzione del 50 per cento delle opere a L’Aquila, con la percentuale che scende negli altri Comuni del cratere abruzzese.

I dati economici della ricostruzione privata dell’Aquila

Per provare a dare un quadro più dettagliato della ricostruzione dell’Aquila, è necessario guardare ai dati numerici ed economici disponibili. Nella sintesi delle attività per la ricostruzione dell’Aquila aggiornate al 5 aprile 2024 sulla ricostruzione privata emerge che a fronte di 29.832 pratiche presentate, 29.159 sono quelle concluse, con 673 ancora da istituire. L’importo totale richiesto è di 8.349.642.488 euro, con le concessioni che risultano pari a 6.451.315.595 euro. Resta un importo richiesto da istituire pari a 850.591.907 euro.

I dati economici della ricostruzione pubblica de L’Aquila

Per quanto riguarda le opere di ricostruzione pubblica, il costo complessivo al 31 ottobre 2023, ultimo dato disponibile, era pari a 2.488.205.870 euro, mentre l’importo finanziato era di 2.336.962.743 euro e quello erogato di 1.822.389.901 euro.

Buoni i risultati raggiunti per il responsabile della ricostruzione

I dati indicati rappresentano un buon punto d’arrivo per Antonio Provenzano, responsabile dell’ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila che sul tema ha detto:  “La ricostruzione degli edifici privati della città dell’Aquila ha raggiunto percentuali ragguardevoli. In centro storico sono stati emessi tutti i pareri e sono stati ricostruiti 8 palazzi su 10. Nella periferia della città è tutto ricostruito, mentre nelle frazioni sono stati ricostruiti 7 palazzi su 10. Gli sforzi, a 15 anni dal sisma – ha aggiunto – sono concentrati sulla ricostruzione degli immobili pubblici ed in particolare sulle scuole, sui teatri, sui luoghi di aggregazione, anche in ottica di valorizzare la grande opportunità de L’Aquila capitale della cultura 2026“.