La legge italiana sulla shrinkflation è sbagliata, rischio procedura di infrazione

Il Governo e il Parlamento hanno commesso un errore nell'approvazione della legge sulla shrinkflation

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 8 Gennaio 2025 20:10

Il Governo italiano ha commesso alcuni errori nell’iter di approvazione della legge contro la shrinkflation che dovrebbe entrare in vigore il 1° aprile prossimo. La procedura richiesta dall’Ue per modificare aspetti della libera circolazione delle merci nel mercato unico non è stata rispettata dall’esecutivo e dal Parlamento e ora il nostro Paese rischia una procedura di infrazione.

L’Italia è l’unico Paese dell’Ue ad aver approvato una legge simile oltre alla Francia. Parigi però ha rispettato la procedura europea e non rischia quindi di subire alcuna multa da Bruxelles. La norma francese, inoltre, è leggermente diversa da quella italiana.

La norma italiana sulla shrinkflation

Tra agosto e dicembre 2024 il Parlamento italiano ha discusso e approvato una legge contro la shrinkflation. Il fenomeno, conosciuto in Italia anche come sgrammatura o riporzionamento, è un metodo che le aziende produttrici di generi alimentari utilizzano per alzare i prezzi senza farsi notare dai consumatori. Invece di aumentare il costo del prodotto, se ne riduce la quantità contenuta in ogni confezione, lasciando il prezzo invariato.

Il Governo Italiano ha imposto dal 1° aprile 2025 a tutte le aziende produttrici di generi alimentari che attueranno questa pratica, di apporre un’etichetta o un adesivo sui prodotti riporzionati, per un periodo di sei mesi dalla prima comparsa sugli scaffali dei supermercati. In questo modo i consumatori dovrebbero essere in grado di accorgersi della sgrammatura.

Il sito internet Pagella Politica ha però fatto notare che il Governo di Giorgia Meloni e il Parlamento hanno commesso alcuni errori nell’approvazione di questa norma. Essendo una legge che modifica il modo in cui le merci circolano nel nostro Paese, la norma contro la shrinkflation deve rispettare un preciso procedimento di autorizzazione da parte dell’Unione europea, che non sarebbe stato seguito a dovere dal legislatore italiano.

Come l’Italia ha sbagliato la legge sulla shrinkflation

Per essere approvata, una legge come quella contro la shrinkflation deve essere prima notificata all’Ue. Per i sei mesi successivi il processo di approvazione nazionale deve essere fermato, per dare il tempo alla Commissione di verificare che la norma sia conforme ai regolamenti del mercato unico. Se la Commissione rileva criticità, lo Stato che vuole approvare la legge ha altri 3 mesi di tempo o per convincere l’Ue che non c’è rischio per il mercato unico, o per modificare la norma.

L’Italia ha notificato l’inizio dell’iter di approvazione della legge, ma non ha fatto altro. L’Ue ha rilevato problemi nella norma, ma il nostro Paese non ha fatto nulla per adeguarsi. Il Parlamento ha anche modificato ulteriormente il testo, quindi la legge notificata all’Ue è diversa da quella effettivamente approvata. Se la norma dovesse entrare in vigore il 1 aprile, l’Italia rischia una procedura di infrazione.

Anche la Francia ha approvato una legge contro la shrinkflation, ma non ha avuto di questi problemi. Questo perché Parigi ha sia rispettato i procedimenti europei, ma ha anche passato un testo profondamente diverso da quello italiano. Le norma francese, infatti, incarica i distributori, la maggior parte delle volte supermercati, di rendere evidente l’effetto della shrinkflation, e non i produttori come fa la legge italiana.