Sanzioni, spettro default sulla Russia: i rischi per l’Italia

Gli investitori internazionali si preparano a osservare cosa succederà con i pagamenti sulle obbligazioni in scadenza questo mese, che potrebbero fornire i primi segnali su un default tecnico del paese

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

L’invasione russa dell’Ucraina ha portato a sanzioni senza precedenti da parte dell’Occidente, che dopo un’incertezza iniziale si sta mostrando compatto nel voler tagliare fuori il paese guidato da Vladimir Putin dai mercati finanziari internazionali.

Stati Uniti, UE, Regno Unito e altri partner hanno imposto il divieto di transazioni con la banca centrale russa, impedendogli di utilizzare una parte significativa delle sue riserve internazionali, e tagliato diverse banche russe dalla rete di messaggistica interbancaria internazionale SWIFT, compromettendo la capacità della Russia di effettuare transazioni con istituzioni finanziarie all’estero. Tali misure sconvolgeranno gravemente l’economia del paese e la capacità di garantire onorare le scadenze sul debito, difatti avvicinando la Russia a un default tecnico.

Le conseguenza generali

Scope, che ha declassato stamattina il rating del paese, crede che le conseguenze economiche, finanziarie e politiche della crisi in corso “danneggeranno gravemente le prospettive macroeconomiche di medio periodo, la stabilità finanziaria e le condizioni di investimento già deboli della Russia, determinando un accesso ridotto ai mercati finanziari e dei capitali esteri, maggiori deflussi di capitali, controlli sui capitali , condizioni finanziarie più restrittive e riserve finanziarie ridotte”.

L’agenzia di rating fa inoltre notare che la situazione della Russia era tutt’altro che rosea già prima della crisi di inizio 2022. Il deflusso netto di capitali privati dalla Russia stava già accelerando, a 72 miliardi di dollari nel 2021 da 50,3 miliardi di dollari nel 2020 e 22,5 miliardi di dollari nel 2019. Anche gli investimenti diretti esteri in entrata erano già scesi da una media annua di circa 55 miliardi di dollari nel 2010-13 a circa 20 miliardi di dollari nel periodo 2017-2020.

Il mancato pagamento delle scadenze sul debito

La banca centrale russa ha vietato il pagamento delle cedole ai proprietari stranieri di obbligazioni in rublo note come OFZ, in quello che ha definito un passo temporaneo per sostenere i mercati sulla scia delle sanzioni internazionali. La decisione della banca centrale è stata presa per “evitare la vendita di massa di titoli russi, il ritiro di fondi dal mercato finanziario russo e per sostenere la stabilità finanziaria”, ha affermato l’istituzione guidata da Elvira Nabiullina.

Queste misure potrebbero lasciare gli investitori stranieri che detenevano quasi 3 trilioni di rubli (circa 29 miliardi di dollari) in titoli di debito all’inizio di febbraio nella condizioni di non essere in grado di raccogliere ciò che spetta loro in seguito alle restrizioni. Il prossimo pagamento della cedola sulle obbligazioni OFZ è dovuto domani sulle notes con scadenza nel 2024, secondo Bloomberg.

L’aumento delle probabilità di default

“Le sanzioni sugli enti governativi russi da parte degli Stati Uniti, le contromisure all’interno della Russia per limitare i pagamenti esteri e l’interruzione delle catene di pagamento presentano ostacoli elevati per la Russia per effettuare un pagamento di obbligazioni all’estero”, ha affermato JPMorgan in una nota, sottolineando che ciò aumenta significativamente la probabilità che il paese sia inadempiente sul suo debito in dollari e altri mercati internazionali. La Russia ha oltre 700 milioni di dollari di pagamenti in scadenza questo mese, per lo più con un periodo di grazia di 30 giorni, secondo la banca d’affari statunitense.