Rete Unica ancora lontana: rilanci offerte avari e non sufficienti

Le proposte migliorative di CDP-Maquarie e KKR non avvicinano la valorizzazione indicata da Vivendi ed il titolo TIM va giù in Borsa

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Redazione

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Ancora una fumata nera per la Rete Unica in seguito alle offerte migliorative presentate dalle due cordate CDP-Macquarie e KKR alla scadenza del 18 aprile. Proposte riviste al rialzo rispetto a quelle iniziali, ma non ancora sufficienti ad eguagliare il reale valore di mercato della rete TIM e le più alte aspettative del socio di maggioranza Vivendi. La decisone di TIM non arriverà prima del 4 maggio.

Nel frattempo, se ne vedranno delle belle all’assemblea di TIM, in calendario per domani, 20 aprile 2023, che ha all’ordine del giorno le retribuzioni ed i bonus per il top management e per l’Ad Pietro Labriola. Vivendi infatti potrebbe votare contro ed accendere la miccia per la partita finale della rete sulla quale c’è un forte interesse anche della politica.

Quanto valgono le nuove offerte

Le due cordate in lizza hanno presentato ieri a TIM una nuova proposta: da un lato l’accoppiata CDP-Macquarie, partners anche in Open Fiber, che ha offerto 19,3 miliardi, mettendo sul piatto 1,3 miliardi in più rispetto ad una proposta iniziale di 18; dall’altra il fondo statunitense KKR, che in questa partita gioca da solo, che ha recapitato una offerta più alta di 21 miliardi, contro i 19 miliardi iniziali.

CDP è stata la prima ad annunciare la presentazione di una nuova offerta “non vincolante” e “migliorativa” rispetto a quella presentata lo scorso 5 marzo, per l’acquisto di NetCo, la società di TIM che gestisce l’infrastruttura di rete, e la partecipazione in Sparkle, la società che si occupa delle interconnessioni internazionali. La proposta è valida fino al 31 maggio

Il valore attribuito dagli esperti

Il valore di mercato della rete TIM, secondo gli esperti, potrebbe oscillare fra 23 e 26 miliardi di euro. La valorizzazione base di 23 miliardi di euro, secondo quando dichiarato a CorCom dall’esperto d Tlc Maurizio Matteo Decina, discenderebbe da un calcolo che usa un multiplo medio di mercati di 8 ed un percentuale di risparmi “fifty-fifty” con l’acquirente.

Da questa base, il valore dell’asset potrebbe salire al massimo sino a 26 miliardi, calcolando tutte le sinergie, inclusa quella generata dall’incorporazione di Open Fiber.

La valutazione di Vivendì

Le offerte avanzate dalle cordate in lizza sono ancora più lontane dalla valutazione che il socio di maggioranza Vivendi da alla rete TIM, che si aggira attorno ai 31 miliardi in base all’investimento effettuato.

Nonostante questo i francesi sarebbero anche disposti a scendere a patti e trattare, da una base di partenza di 26 miliardi di euro, al di sotto della quale non c’è alcuna possibilità di negoziazione.

Tonfo di TIM in Borsa

Il titolo TIM sta subendo le ripercussioni di queste incertezze i Borsa. Le azioni dell’ex monopolista della rete telefonica hanno progressivamente ampliato la perdita e lasciano sul parterre circa il 7% a 0,2902 euro. Scambi piuttosto intensi per oltre 275 milioni di titoli scambiati sul mercato.