L’industria italiana reagisce a giugno, produzione a +0,5% ma il 2024 rimane negativo

La produzione industriale in Italia a giugno dà segni di vita, ma in un contesto ancora molto negativo per tutto il comparto

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

I dati sulla produzione industriale di giugno invertono la rotta rispetto agli ultimi mesi. A giugno l’output del settore secondario cresce dello 0,5% su base mensile secondo le ultime stime, trascinato principalmente dai beni strumentali, mentre rimangono stabili quelli intermedi e calano leggermente quelli di consumo.

Questa piccola ripresa non salva però né il trimestre molto negativo da cui proviene l’industria italiana né tantomeno l’intera prima parte del 2024. I dati tendenziali sono tutti in calo, con la sola eccezione dell’energia, rispetto allo stesso periodo del 2023. Non si tratta di un processo di breve termine: è da metà del 2021 che la traiettoria dei dati sulla produzione industriale si è invertita.

Cresce la produzione industriale a giugno, negativo il 2024

La produzione industriale italiana è cresciuta su base mensile a giugno dello 0,5%, stando alle stime riportate dall’Istat. Si tratta del primo aumento dalla fine del 2023, in una traiettoria sempre più in calo per il settore secondario italiano. Il secondo trimestre del 2024, nonostante questo dato positivo, si è concluso con un calo dello 0,8% in confronto a quello precedente, che già faceva registrare una diminuzione rispetto al 2023.

A trascinare questo aumento sono esclusivamente i beni strumentali. L’indice destagionalizzato li pone a una crescita del 2%, seguiti da quelli dei beni intermedi che rimangono stabili su base mensile. Calano leggermente i beni di consumo, mentre la produzione di energia dopo i picchi degli scorsi mesi subisce una normalizzazione dell’1,4% in negativo.

Su base annuale i dati sono molto negativi. Al netto degli effetti di calendario che creano leggere discrepanze a causa del diverso numero di giorni lavorativi, la produzione industriale in Italia è calata del 2,6%. Aumenta soltanto l’energia grazie anche alle piogge al Nord che hanno permesso dati record dell’idroelettrico, ma calano tute le altre voci. I beni intermedi scendono del 2%, quelli di consumo del 2,9% e quelli strumentali quasi del 4%.

Perché la produzione industriale italiana continua a calare

Analizzando i singoli settori si può vedere fin da subito uno dei problemi più significativi per l’industria italiana nel 2024. In un quadro comunque nettamente negativo pesa il dato a doppia cifra, tra i pochi, dei mezzi di trasporto. Il settore dell’automotive perde il 13% di produzione industriale sul 2023, seguito da un altro segmento cruciale per l’economia italiana, quello della moda, in netta crisi con il 10% in meno sullo scorso anno.

Due le cause principali di questa situazione. Da una parte la stretta sui tassi di interesse ha determinato una maggiore difficoltà dei consumi e degli investimenti che ha quindi fatto calare la produzione industriale. Non è un caso che, dopo un periodo di incertezza nella seconda metà del 2021, il vero calo strutturale del dato in Italia sia cominciato nel 2022, anno in cui i tassi hanno cominciato a salire in maniera importante per rallentare l’inflazione.

Pesa però soprattutto il fatto che si sia interrotta la crescita tedesca. Quella della Germania è una crisi profonda, cominciata quando è venuta meno l’ampia disponibilità di energia a basso costo con la fine delle forniture del gas russo. I costi sempre più alti hanno messo in difficoltà le aziende a cui il sistema italiano è molto legato, rallentando anche la ripresa del nostro Paese.