L’Italia sta scivolando in realtà sempre più paradossali, dove anche il riscaldamento è ormai un lusso per molti. Nel 2023, il numero delle famiglie colpite dalla povertà energetica ha raggiunto i 2,36 milioni, il 9% del totale, come riportano i dati dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (Oipe) e della Fondazione Banco dell’Energia. Rispetto all’anno precedente, sono oltre 340.000 i nuovi nuclei familiari che si sono uniti a questa triste statistica.
Il lato nascosto del disagio: risparmiare spegnendo i termosifoni
Una delle realtà più amare riguarda le famiglie che non denunciano apertamente il proprio disagio ma che, di fatto, spengono i riscaldamenti per ridurre i costi. L’Oipe parla di una “componente di famiglie in povertà energetica ‘nascosta’”. La scelta di non accendere i termosifoni non è solo una strategia di risparmio, ma il sintomo di una condizione sempre più drammatica.
Le differenze regionali: dal Nord al Sud la mappa del freddo
Come accade spessissimo in questi casi, anche qui le disuguaglianze territoriali sono evidenti. Le Isole e il Nord-Ovest hanno registrato i maggiori incrementi, e la Calabria si conferma la regione più colpita: quasi una famiglia su cinque (19,1%) vive in questa situazione. Sul fronte opposto, le Marche rimangono la regione con meno problemi, al 4,9%. Spicca la Basilicata, dove l’aumento è stato il più netto (+4,4%).
La spesa cala, ma il freddo resta
Nel 2023, le famiglie italiane hanno speso mediamente 1.800 euro per l’energia, 120 euro in meno rispetto all’anno precedente. Il calo del 6,4% è stato possibile anche grazie a un inverno mite che ha ridotto la necessità di riscaldamento, soprattutto per il gas naturale (-16,8%). Tuttavia, i tagli più drastici sono avvenuti tra chi già viveva in difficoltà, e ha rinunciato ulteriormente al benessere domestico.
Parallelamente, il costo dell’energia elettrica è aumentato del 6,2%, mentre quello del gas è rimasto stabile, acuendo il divario tra chi può permettersi i consumi e chi no.
Sostegni sempre più leggeri
Le politiche di sostegno si sono drasticamente ridotte nel 2023, passando da 27,3 miliardi a 10 miliardi. Anche i bonus sociali hanno subito un ridimensionamento: 2,2 miliardi di euro, rispetto ai 3,2 miliardi del 2022. Questi fondi hanno aiutato circa 4 milioni di famiglie per l’energia elettrica e 2,5 milioni per il gas, ma molti restano esclusi da queste misure.
Il fenomeno colpisce in modo sproporzionato i minori e le famiglie straniere. Nel 2023, oltre 693.000 famiglie con almeno un minore erano in difficoltà energetica, esponendo a disagi circa 1,15 milioni di bambini. Tra le famiglie straniere, l’incidenza è stata di oltre il 24%, concentrandosi soprattutto nel Nord Italia. La maggiore vulnerabilità economica e il numero più alto di minori rendono questi nuclei particolarmente vulnerabili.
La scelta della Regione Toscana: contributo da 150 euro per chi è in difficoltà
Viste le difficoltà, la regione Toscana ha introdotto una legge per contrastare la povertà energetica, fenomeno che coinvolge oltre il 20% delle famiglie nella regione. La normativa prevede un contributo fino a 150 euro l’anno per i nuclei in difficoltà, finanziato con il valore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili su edifici pubblici come scuole e ospedali.
Parte di un bando da 70 milioni di euro per le rinnovabili, il progetto utilizza risorse pubbliche per sostenere i più vulnerabili. La misura risulta particolarmente interessante perché unisce obiettivi ecologici e sociali, trasformando l’efficienza energetica in uno strumento di aiuto concreto.